Molteno: timori per i cento dipendenti della Sandrigarden
Timori per i circa cento dipendenti della Sandrigarden di Molteno, l’azienda, specializzata nella produzione di tosaerba, decespugliatori, ma anche barbecue e motoseghe.
Secondo voci trapelate nelle ultime ore, i vertici dell'azienda avrebbero comunicato al sindacato la possibile messa in vendita dell’area industriale moltenese, con il rischio di una cessazione dell’attività produttiva. Se così fosse resterebbero senza lavoro circa cento persone.
Come dicevamo la notizia di un'eventuale chiusura del polo di Molteno sarebbe stata data ai sindacalisti presenti oggi al tavolo per discutere l’utilizzo di un ammortizzatore sociale per sostenere la continuità occupazionale (nella fattispecie il contratto di solidarietà).
I sindacati, dopo aver incontrato i dipendenti in assemblea, hanno scritto all’assessore provinciale al lavoro Antonio Conrater per poter avviare il ''tavolo di crisi''. Non si escludono iniziative di protesta nelle prossime ore.
Un ''fulmine a ciel sereno'' per sindacati e lavoratori, nonostante le difficoltà dell'ultimo periodo, comuni purtroppo a molte altre realtà del settore. La Sandrigarden sorge dal 1999 a Molteno, nell'area un tempo occupata dalla Black & Decker.
Quello lecchese, insieme ad un altro stabilimento in Veneto, vede la presenza complessiva di circa 250 lavoratori. Il sito moltenese è considerato il quartier generale dell'azienda. Qui vengono gestite le fasi più importanti del ciclo produttivo, dagli acquisti alla pianificazione della produzione, dalla produzione vera e propria alle spedizioni. Anche la progettazione e lo sviluppo dei prodotti vengono gestite in questo sito produttivo. All'interno dello stabilimento vengono prodotti anche componenti in plastica, componenti meccanici e motori elettrici.
Sarà necessario attendere l'evolversi delle prossime ore per delineare un quadro più certo della situazione. Naturalmente lo spazio resta aperto se qualcuno avesse qualcosa da aggiungere sulla vicenda, che al momento è ancora tutta da chiarire.
Secondo voci trapelate nelle ultime ore, i vertici dell'azienda avrebbero comunicato al sindacato la possibile messa in vendita dell’area industriale moltenese, con il rischio di una cessazione dell’attività produttiva. Se così fosse resterebbero senza lavoro circa cento persone.
Un'immagine del polo moltenese
(tratta dal sito web dell'azienda)
(tratta dal sito web dell'azienda)
Come dicevamo la notizia di un'eventuale chiusura del polo di Molteno sarebbe stata data ai sindacalisti presenti oggi al tavolo per discutere l’utilizzo di un ammortizzatore sociale per sostenere la continuità occupazionale (nella fattispecie il contratto di solidarietà).
I sindacati, dopo aver incontrato i dipendenti in assemblea, hanno scritto all’assessore provinciale al lavoro Antonio Conrater per poter avviare il ''tavolo di crisi''. Non si escludono iniziative di protesta nelle prossime ore.
Un ''fulmine a ciel sereno'' per sindacati e lavoratori, nonostante le difficoltà dell'ultimo periodo, comuni purtroppo a molte altre realtà del settore. La Sandrigarden sorge dal 1999 a Molteno, nell'area un tempo occupata dalla Black & Decker.
Quello lecchese, insieme ad un altro stabilimento in Veneto, vede la presenza complessiva di circa 250 lavoratori. Il sito moltenese è considerato il quartier generale dell'azienda. Qui vengono gestite le fasi più importanti del ciclo produttivo, dagli acquisti alla pianificazione della produzione, dalla produzione vera e propria alle spedizioni. Anche la progettazione e lo sviluppo dei prodotti vengono gestite in questo sito produttivo. All'interno dello stabilimento vengono prodotti anche componenti in plastica, componenti meccanici e motori elettrici.
Sarà necessario attendere l'evolversi delle prossime ore per delineare un quadro più certo della situazione. Naturalmente lo spazio resta aperto se qualcuno avesse qualcosa da aggiungere sulla vicenda, che al momento è ancora tutta da chiarire.
