Il settore idrico nel bilancio di Lario Reti Holding

Il sindaco di Merate, Robbiani, in un suo recente articolo anticipa che Idrolario, nel 2012, perde circa 2milioni di euro mentre L.R.H. distribuisce 2,5milioni di euro di dividendo. Questo è il paradosso di cui voglio cercare di capire le ragioni. La lettura potrà anche essere noiosa ma non posso sottrarmi ai numeri e a qualche tecnicismo.
L'analisi è limitata al bilancio di L.R.H., non avendo ancora a disposizione il bilancio 2012 di Idrolario.
Idrolario è una società partecipata da 65 comuni della provincia cui è stato affidata la gestione temporanea, sino al 31.12.2013, del servizio idrico, che, non essendo strutturata, ha appaltato, sin dal 1.11.2010, a L.R.H.. Chissà perché non si è provveduto a dotare Idrolario di risorse sufficienti per organizzare l'attività al suo interno? Avremmo evitato, come vedremo, tanti problemi. Sarebbe stato sufficiente trasferire il personale addetto al servizio idrico e tutta l'attrezzatura utilizzata nell'esecuzione. Idrolario sarebbe stata una società forte, ben strutturata e dotata di autonomia gestionale.
L'affidamento a Lario Reti Holding ha prodotto, al contrario, costi impropri che hanno generato perdite e difficoltà in cui sembra versare Idrolario. La causa dell'aumento della tariffa sta in questa organizzazione del servizio e non in una tariffa inferiore alla media europea, come avrebbe affermato, forse per autoassolversi, l'assessore provinciale e sindaco di Perledo, Signorelli e altri sindaci.
Il costo dell'attività appaltata di L.R.H. nel 2012, ammonta a € 11.382.200 ma, a Idrolario, vengono addebitati € 14.610.000 con un maggior costo, per Idrolario, di € 3.227.800. Che cosa origina questo maggior costo? I "Costi attribuiti dalle strutture di Governance e di servizio", come li chiama L.R.H., ossia i costi generali della società non imputabili direttamente al servizio, e l'utile lordo, € 771.000, realizzato nel settore da L.R.H. Anche Idrolario, però, ha i suoi costi generali e, qui, sta la duplicazione.
Qualche esempio. Idrolario spende per il suo Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale, nel 2011, € 117.550, presumibilmente analogo nel 2012, ma paga anche il 57%, € 116.694, del costo degli organi sociali di L.R.H..
Idrolario, che non svolge alcuna attività operativa, ha un costo del personale per attività generale, direttore, dirigenti, quadri e altri impiegati, sempre per il 2011, di € 1.056.239. Idrolario però paga anche il 57% del personale con medesime mansioni, direttore, dirigenti, quadri e altri impiegati, di L.R.H., 945mila euro.
I costi per studi, progetti di ristrutturazione societaria, che per L.R.H. sono un esercizio costante, essendo costi generali, anche se completamente estranei all'acqua, sono pagati, nella misura del 57%, da Idrolario.
Non tutti i 3.227.800 euro sono una duplicazione e non tutti verrebbero eliminati trasferendo, struttura e servizio a Idrolario. Certamente ne verrebbe eliminata una parte significativa sufficiente a trasformare la perdita di 2milioni in utile.
La pronta risposta dei sindaci sostenitori dell'affidamento a Idroservice sarà che, anche nella loro ipotesi, si avrebbe una semplificazione e una riduzione di costi.
Non è così, per due ragioni. La prima è che Idrolario dovrebbe continuare ad esistere, magari trasformata in Azienda Speciale, perché le società non possono essere proprietarie dei beni, reti, acquedotti e impianti del servizio idrico. La seconda perché, nel progetto di "spin-off" realizzato nel dicembre scorso con la costituzione di Idroservice, è già stato previsto un contratto di servizio con la capogruppo di oltre 2milioni di euro. Potrebbe cambiare, ma solo in peggio.
Idrolario vende acqua a L.R.H. ad un prezzo inferiore al costo che paga, alla stessa, per la gestione del servizio. A sua volta, L.R.H. la vende ai Comuni non lecchesi. Chissà perché non la vende direttamente Idrolario? I comuni extra ATO, ossia i Comuni delle province di Como e Monza Brianza, pagano l'acqua € 0,27 per metro cubo mentre i cittadini lecchesi la pagano € 0,66, che è il costo dell'acqua. Per quale ragione i lecchesi pagano molto di più del prezzo all'ingrosso? La differenza è il costo della distribuzione idrica urbana, cioè alla singola utenza? Sembra eccessivo. Se i comuni non lecchesi pagassero come i lecchesi, Idrolario avrebbe maggiori entrate per circa 2milioni di euro. Le vendite, diverse da quelle tariffate, dovrebbero essere portate in diminuzione delle tariffe. Se, però, il prezzo di vendita è più basso e se la vendita non viene effettuata dall'affidataria del servizio, questo non avviene. A vantaggio di chi? Non certo dell'utente.
Eliminare la duplicazione di costi e recuperare il maggior prezzo dell'acqua ceduta migliora il conto economico di Idrolario di 4/5milioni di euro. La perdita si trasformerebbe in utile consentendo una pianificazione, anche finanziaria, degli investimenti e una riduzione delle tariffe. L'esame del bilancio Idrolario, quando disponibile, potrà, forse, riservare ulteriori sorprese e permetterà di valutare la questione IVA, e i relativi pesanti effetti finanziari, correttamente evidenziati dal sindaco di Merate.
La concentrazione in Idrolario, di patrimonio e gestione del servizio, risolverebbe buona parte dei problemi futuri di Idrolario. Rimarrebbero quelli già creati che, comunque e purtroppo, esistono e che nemmeno la proposta di affidamento a Idroservice risolverebbe. Non si capisce perché si vuole a tutti i costi andare in una direzione opposta. Forse è la razionalità e buon senso cui facevano riferimento i dieci sindaci o forse è l'irrazionalità della politica.
Con il bilancio 2012 di Idrolario avremo un quadro completo e risposte ad alcuni interrogativi. Con i numeri e non con semplici enunciazioni, si potrà dimostrare, non ho dubbi, che la strada giusta è quella di chi sostiene il mantenimento dell'affidamento a Idrolario e il trasferimento della struttura operativa nella stessa. Se, inoltre, trasformassimo Idrolario in Azienda Speciale, elimineremmo le distorsioni gestionali che distraggono dall'unico vero scopo, l'efficacia, l'efficienza e l'economicità del servizio nell'interesse dell'utente. Questo è l'obiettivo di chi vuole mantenere pubblica la gestione dell'acqua.