Costa M.ga: i fratelli Mauro e Diego Spinelli tra gli 8 arrestati dai carabinieri del NOE di Milano, per traffico illecito di rifiuti
Compare anche il nome di due imprenditori residenti a Costa Masnaga, nell'indagine dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano che ha portato all'arresto di otto persone con l'accusa di traffico illecito di rifiuti.
L'operazione, denominata ''Fly hole'' è considerata una costola di quella anti-'ndrangheta "Infinito'' del 2010 a firma della direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano.
Gli imprenditori fermati, tre dei quali si trovano tuttora in carcere, operano tutti nel settore del movimento terra e sono aggiudicatari di diversi appalti per lo smaltimento dei rifiuti in cantieri di Milano ed hinterland.
Coinvolti nella vicenda come dicevamo, anche due lecchesi: i fratelli Diego e Mauro Spinelli, di 40 e 30 anni, residenti a Costa Masnaga e titolari della Eco fly srl, azienda con sede in Via Quintosole a Milano, specializzata nel trattamento di rifiuti.
Secondo quanto emerso dalle indagini pare che, attraverso un sistema di fatturazione fittizio, i due masnaghesi facessero figurare il transito nel loro impianto di trattamento rifiuti, di terre provenienti da cantieri dell'hinterland milanese che all'interno della struttura avrebbero dovuto essere bonificate. In realtà ciò non avveniva: al contrario i rifiuti sembra venissero stoccati illecitamente in tre cave situate a Novara, Lodi e San Donato Milanese.
Diego Spinelli si trova in carcere a San Vittore mentre il fratello Mauro è sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Su disposizione della Procura è stato inoltre sottoposto a sequestro l'impianto di stoccaggio di rifiuti di loro proprietà.
L'operazione, come dicevamo, è stata condotta dai carabinieri del Noe di Milano guidati dal capitano Piero Vincenti con l'ausilio degli uomini del comando provinciale, a conclusione di un'inchiesta coordinata dalla Procura meneghina. La complessa attività di indagine avrebbe dimostrato, secondo gli inquirenti, la contiguità tra l'imprenditoria locale ed appartenenti a famiglie calabresi legate alla ‘ndrangheta, che attraverso il sistema del cosiddetto "giro bolla", sarebbero riusciti a smaltire illecitamente tonnellate di rifiuti nelle cave dislocate in provincia di Lodi e di Novara.
Gli accertamenti effettuati hanno consentito, inoltre di deferire in stato di libertà altri 20 soggetti, tra autisti e padroncini. Disposto anche il sequestro di due aziende di trasporto, due impianti di trattamento rifiuti e di 29 automezzi utilizzati per il trasporto delle terre inquinate, per un valore totale di tre milioni e mezzo di euro.
Oltre ai fratelli Spinelli, il fermo ha coinvolto Stefano Lazzari e Orlando Liati (ora in carcere), Giuseppe, Antonio e Angelo Carpineto e Francesco Giugni.
L'operazione, denominata ''Fly hole'' è considerata una costola di quella anti-'ndrangheta "Infinito'' del 2010 a firma della direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano.
Gli imprenditori fermati, tre dei quali si trovano tuttora in carcere, operano tutti nel settore del movimento terra e sono aggiudicatari di diversi appalti per lo smaltimento dei rifiuti in cantieri di Milano ed hinterland.
I tre arrestati che si trovano in carcere
Coinvolti nella vicenda come dicevamo, anche due lecchesi: i fratelli Diego e Mauro Spinelli, di 40 e 30 anni, residenti a Costa Masnaga e titolari della Eco fly srl, azienda con sede in Via Quintosole a Milano, specializzata nel trattamento di rifiuti.
Secondo quanto emerso dalle indagini pare che, attraverso un sistema di fatturazione fittizio, i due masnaghesi facessero figurare il transito nel loro impianto di trattamento rifiuti, di terre provenienti da cantieri dell'hinterland milanese che all'interno della struttura avrebbero dovuto essere bonificate. In realtà ciò non avveniva: al contrario i rifiuti sembra venissero stoccati illecitamente in tre cave situate a Novara, Lodi e San Donato Milanese.
Diego Spinelli si trova in carcere a San Vittore mentre il fratello Mauro è sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Su disposizione della Procura è stato inoltre sottoposto a sequestro l'impianto di stoccaggio di rifiuti di loro proprietà.
I soggetti destinatari del provvedimento di arresti domiciliari
L'operazione, come dicevamo, è stata condotta dai carabinieri del Noe di Milano guidati dal capitano Piero Vincenti con l'ausilio degli uomini del comando provinciale, a conclusione di un'inchiesta coordinata dalla Procura meneghina. La complessa attività di indagine avrebbe dimostrato, secondo gli inquirenti, la contiguità tra l'imprenditoria locale ed appartenenti a famiglie calabresi legate alla ‘ndrangheta, che attraverso il sistema del cosiddetto "giro bolla", sarebbero riusciti a smaltire illecitamente tonnellate di rifiuti nelle cave dislocate in provincia di Lodi e di Novara.
Gli accertamenti effettuati hanno consentito, inoltre di deferire in stato di libertà altri 20 soggetti, tra autisti e padroncini. Disposto anche il sequestro di due aziende di trasporto, due impianti di trattamento rifiuti e di 29 automezzi utilizzati per il trasporto delle terre inquinate, per un valore totale di tre milioni e mezzo di euro.
Oltre ai fratelli Spinelli, il fermo ha coinvolto Stefano Lazzari e Orlando Liati (ora in carcere), Giuseppe, Antonio e Angelo Carpineto e Francesco Giugni.
