Casate: Nando e Valerio, seminaristi dalla diocesi di Napoli, in oratorio. "Qui è un’isola felice dove si vive la Comunità"
Nando e Valerio hanno rispettivamente 36 e 26 anni. Il primo viene da Portici, diocesi di Napoli, il secondo da Vietri sul mare, diocesi di Amalfi cava, due ridenti località sul mare, conosciute per le bellezze della costa, per la storia e l'arte, per il carattere gioviale delle persone. Ma tutto questo a Nando e Valerio non è bastato. Ad un certo punto l'esistenza tradizionale fatta di lavoro, amici, fidanzata, musica, hobby da coltivare è sembrata vuota, non sufficiente a riempire la loro sete di vita vera. E così hanno lasciato tutto per entrare in seminario e seguire quella che in gergo si dice vocazione e in pratica è la realizzazione più vera e piena per un cristiano.
Nando Silvestrini, classe 1977, e Valerio Catalano classe 1987 sono giovani seminaristi al secondo anno che per fare un'esperienza "sul campo" sono stati scelti per trascorrere alcune settimane presso l'oratorio di Casatenovo. Un'opportunità unica, decisamente diversa rispetto all'ambiente e al contesto in cui sono cresciuti e dove ora stanno maturando il loro cammino di futuri sacerdoti. Un'esperienza che rimarrà nel cuore e che, sicuramente, sarà loro di grande aiuto.
"Qui è un'isola felice, da noi è tutto diverso" racconta Valerio, il più giovane con un sorriso che ti conquista il cuore per la freschezza e l'entusiasmo "mancano le famiglie nei nostri oratori e ci sono contrasti tra quello che l'educatore cerca di insegnare ai ragazzi e quello che gli stessi imparano in casa. Manca la formazione, dovremmo ripartire proprio dagli adulti". A fargli eco è Nando, di una decina d'anni in più "anziano" ma con una pacatezza e una serenità contagiose "Anche da noi la fede è radicata e c'è una profonda devozione popolare ma si vive in maniera diversa. Gli adolescenti hanno maggiori distrazioni, dal mare al cinema ai divertimenti, e quindi per loro è diversa la frequentazione dell'oratorio che avviene solo nel fine settimana".
Qui a Casatenovo, affiancati dalla presenza costante di Don Marco Zappa e di Don Sergio Zambenetti, oltre che degli altri preti della comunità, hanno sperimentato l'importanza della figura del sacerdote e la grande passione che gli stessi profondono nella formazione dei ragazzi, nella cura verso i più piccoli e nell'attenzione alle famiglie. "Qui il sacerdote è davvero un punto di riferimento per la Comunità" ha proseguito Valerio "i genitori affidano i loro figli per intere giornate a loro e si fidano ciecamente, sanno che sono in mani sicure perché glielo hanno dimostrato con i fatti. L'oratorio è un bel luogo accogliente e curato, che trasmette gioia e sicurezza. E poi qui tutti vengono accolti".
"Il prete è sempre presente" ha proseguito Nando "si vede come la Comunità sia formata, sia un treno che viaggia grazie a tutto quanto ricevuto nel corso degli anni. Avevo visto un documentario sugli oratori in Lombardia, ma devo dire che dal vivo sono ancora meglio".
Appassionato di musica e di calcio, tanto da essere pronto a fare centinaia di chilometri per vedere la sua squadra del cuore, l'Inter, Valerio ha lasciato lavoro e fidanzata per prepararsi a vestire l'abito talare. "La mia vocazione è nata quando avevo 13 anni e facevo il chierichetto. Poi nell'adolescenza ho abbandonato un po' la strada, ho trovato una fidanzata e un lavoro e vivevo come un po' tutti i giovani, senza particolari problemi. Ad un certo punto c'è stata la classica crisi di fede e così mi sono rimesso in discussione. Dopo un periodo di colloqui, mi sono indirizzato verso il seminario e ho iniziato a studiare teologia a Salerno. È stata una scelta personale, dove ti accorgi che stai andando controcorrente. Te ne accorgi già quando sei adolescente perché nelle nostre comunità c'è la divisione tra chi va in chiesa e chi non ci va. Quella della vocazione diventa così una scelta tutta personale, una cosa tutta tua e di famiglia. Siamo in 24 nella stessa classe. Quello che ci accomuna è il non volerci accontentare e avere compreso che il nostro unico fine è l'amore per il fratello".
"La mia vocazione è nata in un contesto di fede non facile dove bisogna mettersi in punta di piedi e iniziare un cammino non semplice anche da far comprendere a chi ti sta vicino" ha spiegato Nando, appassionato di heavy metal e naturalmente tifoso del Napoli "tutto per me ha avuto inizio una sera a Roma, dove mi trovato con il mio migliore amico. Eravamo in giro per la capitale, ci stavamo divertendo quando ci siamo imbattuti in un senzatetto. Ho avuto uno schiaffo morale per il modo in cui stavo conducendo la mia esistenza. Qualcosa è cambiato. Lavoravo nel campo informatico, avevo un buon posto. Di punto in bianco ho lasciato, è stato un colpo per tutti, dalla famiglia agli amici. Ho fatto una prima esperienza con le suore di Calcutta, poi con l'aiuto del mio parroco ho iniziato a interrogarmi su quale fosse il mio cammino. Pensavo di partire per la missione, al seminario nemmeno ci pensavo. E invece mi sono fermato un attimo a riflettere e poi ho iniziato. Evidentemente era giusto così, dovevo fare prima un percorso e poi arrivare a questa scelta".
Ora Valerio e Nando, dopo le due settimane trascorse a Casatenovo torneranno a Napoli nella loro terra natia, con un pezzo di Brianza nel cuore.
Il vicario della pastorale giovanile don Marco Zappa tra Valerio e Nando
Nando Silvestrini, classe 1977, e Valerio Catalano classe 1987 sono giovani seminaristi al secondo anno che per fare un'esperienza "sul campo" sono stati scelti per trascorrere alcune settimane presso l'oratorio di Casatenovo. Un'opportunità unica, decisamente diversa rispetto all'ambiente e al contesto in cui sono cresciuti e dove ora stanno maturando il loro cammino di futuri sacerdoti. Un'esperienza che rimarrà nel cuore e che, sicuramente, sarà loro di grande aiuto.
"Qui è un'isola felice, da noi è tutto diverso" racconta Valerio, il più giovane con un sorriso che ti conquista il cuore per la freschezza e l'entusiasmo "mancano le famiglie nei nostri oratori e ci sono contrasti tra quello che l'educatore cerca di insegnare ai ragazzi e quello che gli stessi imparano in casa. Manca la formazione, dovremmo ripartire proprio dagli adulti". A fargli eco è Nando, di una decina d'anni in più "anziano" ma con una pacatezza e una serenità contagiose "Anche da noi la fede è radicata e c'è una profonda devozione popolare ma si vive in maniera diversa. Gli adolescenti hanno maggiori distrazioni, dal mare al cinema ai divertimenti, e quindi per loro è diversa la frequentazione dell'oratorio che avviene solo nel fine settimana".
Qui a Casatenovo, affiancati dalla presenza costante di Don Marco Zappa e di Don Sergio Zambenetti, oltre che degli altri preti della comunità, hanno sperimentato l'importanza della figura del sacerdote e la grande passione che gli stessi profondono nella formazione dei ragazzi, nella cura verso i più piccoli e nell'attenzione alle famiglie. "Qui il sacerdote è davvero un punto di riferimento per la Comunità" ha proseguito Valerio "i genitori affidano i loro figli per intere giornate a loro e si fidano ciecamente, sanno che sono in mani sicure perché glielo hanno dimostrato con i fatti. L'oratorio è un bel luogo accogliente e curato, che trasmette gioia e sicurezza. E poi qui tutti vengono accolti".
"Il prete è sempre presente" ha proseguito Nando "si vede come la Comunità sia formata, sia un treno che viaggia grazie a tutto quanto ricevuto nel corso degli anni. Avevo visto un documentario sugli oratori in Lombardia, ma devo dire che dal vivo sono ancora meglio".
Appassionato di musica e di calcio, tanto da essere pronto a fare centinaia di chilometri per vedere la sua squadra del cuore, l'Inter, Valerio ha lasciato lavoro e fidanzata per prepararsi a vestire l'abito talare. "La mia vocazione è nata quando avevo 13 anni e facevo il chierichetto. Poi nell'adolescenza ho abbandonato un po' la strada, ho trovato una fidanzata e un lavoro e vivevo come un po' tutti i giovani, senza particolari problemi. Ad un certo punto c'è stata la classica crisi di fede e così mi sono rimesso in discussione. Dopo un periodo di colloqui, mi sono indirizzato verso il seminario e ho iniziato a studiare teologia a Salerno. È stata una scelta personale, dove ti accorgi che stai andando controcorrente. Te ne accorgi già quando sei adolescente perché nelle nostre comunità c'è la divisione tra chi va in chiesa e chi non ci va. Quella della vocazione diventa così una scelta tutta personale, una cosa tutta tua e di famiglia. Siamo in 24 nella stessa classe. Quello che ci accomuna è il non volerci accontentare e avere compreso che il nostro unico fine è l'amore per il fratello".
"La mia vocazione è nata in un contesto di fede non facile dove bisogna mettersi in punta di piedi e iniziare un cammino non semplice anche da far comprendere a chi ti sta vicino" ha spiegato Nando, appassionato di heavy metal e naturalmente tifoso del Napoli "tutto per me ha avuto inizio una sera a Roma, dove mi trovato con il mio migliore amico. Eravamo in giro per la capitale, ci stavamo divertendo quando ci siamo imbattuti in un senzatetto. Ho avuto uno schiaffo morale per il modo in cui stavo conducendo la mia esistenza. Qualcosa è cambiato. Lavoravo nel campo informatico, avevo un buon posto. Di punto in bianco ho lasciato, è stato un colpo per tutti, dalla famiglia agli amici. Ho fatto una prima esperienza con le suore di Calcutta, poi con l'aiuto del mio parroco ho iniziato a interrogarmi su quale fosse il mio cammino. Pensavo di partire per la missione, al seminario nemmeno ci pensavo. E invece mi sono fermato un attimo a riflettere e poi ho iniziato. Evidentemente era giusto così, dovevo fare prima un percorso e poi arrivare a questa scelta".
Ora Valerio e Nando, dopo le due settimane trascorse a Casatenovo torneranno a Napoli nella loro terra natia, con un pezzo di Brianza nel cuore.
S. B.