Colle: in occasione di San Genesio, porte aperte all'Eremo, sito di storia e preghiera
Sono davvero rare le occasioni, durante l’anno, nelle quali è possibile godere della bellezza mantenuta inalterata nel tempo dell’Eremo del Genesio, struttura monastica dismessa di proprietà privata, eretta sulla punta dell’omonima collina che, insieme al monte Crocione, divide l’Adda dai comuni della Valletta e dai laghi di Oggiono e Annone.
La chiesina dell'Eremo
A sinistra l'ingresso. A destra, in alto un dettaglio del campanile della chiesina e in basso la fontana del cortile interno
La giornata nel quale la chiesa cristiana ricorda il santo martire ucciso durante la persecuzione di Diocleziano è una di queste. Sabato 24 agosto (con un giorno d’anticipo rispetto a quanto previsto dal calendario) la proprietà ha quindi aperto le porte del cortile antistante la chiesina e dell’edificio religioso stesso, dal sapore ancora mistico, alla comunità di Colle Brianza e numerosi visitatori giunti da fuori per devozione o semplicemente per la “curiosità” che sa trasmettere un luogo di questo tipo, immerso nel verde e con una vista spettacolare dal Resegone fin giù alla pianura padana, con i grattacieli milanesi che nelle giornate terse emergono all’orizzonte.Un momento della celebrazione di sabato
Dettagli dell'interno della cappella
“Ringrazio tutti voi per essere venuti quassù in una giornata non calda ma nemmeno fredda” ha affermato il parroco don Alberto Pirovano al termine della funzione concelebrata con altri religiosi della zona, saliti all’Eremo per rendere omaggio a San Genesio, cristiano dei primi secoli, all’interno della cappella in cui sono ricordati tramite lapidi riportanti amorevoli parole, anche i coniugi Benvenuta e Antonio Cattaneo, “custodi” per lunghi anni della struttura, dopo la partenza dei Camaldolesi, frati dell’ordine fondato da San Romualdo intorno al Mille, che li rimasero, vivendo vita eremitica, dal 1863 al 1938, ricostruendo, sulle macerie dell’edificio precedente, il convento e la chiesa da loro intitolata a San Giuseppe.Le lapidi a ricordo dei coniugi Cattaneo
Altri dettagli della chiesina
L’attuale è dunque un manufatto ottocentesco. Eppure le origini di quel luogo di preghiera, accanto al quale gli alpini del gruppo Campanone, hanno la loro baita dove, anche sabato, hanno preparato il “rancio” a tutti coloro che hanno voluto fermarsi a pranzo, si perdono nella notte dei tempi.La baita alpina
Essendo tale località vicina e dipendente da Giovenzana, alcuni avanzano l’ipotesi che sulla vetta del colle esistesse un tempietto dedicato a Giove, divinità a cui sembra si debba anche il toponimo della frazione. Altri invece vedono in Genesio la trasposizione di Giano, dio pagano bifronte, protettore delle porte, delle partenze e dei ritorni, il cui nome veniva associato anche a passaggi e incroci. Entrambe le versioni non appaiono però sostenibili come nessun ritrovamento permetterebbe di corroborare la tesi sostenuta dal Liber Chronicus della parrocchia di Giovenzana secondo cui l’Eremo venne fondato dalla regina longobarda Teodolinda.I sacerdoti e i frati presenti alla funzione in onore di San Genesio
Foto storiche dei Camaldolesi
Altri scatti di un tempo
A.M.