In auto con amici era finito nel lago di Annone. Dopo 20 mesi di coma è morto. Aveva 20 anni

Riccardo Viganò
E' morto dopo quasi 20 mesi di agonia Riccardo Viganò, il giovane di 20 anni che nel novembre del 2007 era uscito di strada con la sua autovettura, assieme a due compagni, inabissandosi nelle acque del lago di Annone e rimanendo incastrato, per diversi minuti, fino all'intervento di un vigile del fuoco che lo aveva estratto ancora vivo. Minuti che, tuttavia, erano stati fatali provocando l'arresto dell'ossigenazione al cervello e portando Riccardo in uno stato di coma.
Il giovane, che aveva compiuto vent'anni lo scorso 2 aprile, è morto questa notte nella Rsa di Monticello, la casa di riposo attrezzata da alcuni mesi per il ricovero di persone con patologie simili. Le sue condizioni, purtroppo, erano rimaste da sempre precarie e nella notte il suo cuore ha avuto un tracollo. Riccardo lascia il papà Marco, vigile urbano a Santa Maria Hoè, la mamma Antonella e la sorella Annalisa di 16 anni.

Il terribile incidente era avvenuto la mattina del 29 novembre 2007. Riccardo era alla guida della Fiat Punto bianca di famiglia e si stava recando a scuola, come ogni mattina, a Lecco assieme agli amici Luigi Madera e Andrea Molteni. Improvvisamente all'altezza della frazione di Sala al Barro, mentre la SP 51 fa una leggera curva, l'auto era sfuggita al controllo del giovane e, dopo aver attraversato la carreggiata opposta, si era infilata nell'unico spazio tra il guard rail e un albero, inabissandosi nelle gelide acque del lago di Annone. Tutto era successo in una manciata di secondi.

Luigi, liberatosi dalla cintura, seduto accanto all'autista era riuscito a liberarsi e a raggiungere a bracciate la riva con la forza della disperazione. Immediati erano scattati i soccorsi per gli altri due giovani rimasti intrappolati all'interno dell'abitacolo della Punto, sott'acqua. Un eroico vigile del fuoco si era gettato nel lago riuscendo ad afferrare Riccardo e Andrea e ad affidarli alle cure del 118. Le loro condizioni era apparse da subito disperate e se per Andrea, con il passare dei giorni, il quadro clinico era pian piano migliorato fino al suo risveglio, per Riccardo purtroppo non era stato così. Dopo una lunga degenza in ospedale era stato trasferito nella clinica riabilitativa Zucchi di Carate Brianza e qui genitori, amici e parenti avevano iniziato a fare la spola per stargli vicino e per seguirlo in queste delicatissime fasi dove anche il movimento di un solo muscolo aveva rappresentato una speranza. A novembre del 2008 Riccardo era stato trasferito a Monticello e, dopo una parentesi di una quarantina di giorni in Rianimazione al Mandic, vi era ritornato fino a questa notte quando poi è deceduto.

Riccardo era molto conosciuto a Dolzago, paese di residenza, per via del suo impegno in parrocchia come cerimoniere e che, in diverse occasioni, aveva anche incontrato il cardinale prestando servizio durante le funzioni. Nel corso del mesi si sono rincorse la manifestazioni di solidarietà e affetto verso la famiglia, con momenti intensi e sentiti di preghiera nelle parrocchie di Santa Maria, dove il papà svolge il suo lavoro, e Dolzago.
Comunità che domani, domenica 19 luglio, si stringeranno attorno alla famiglia per i funerali in programma per le ore 14.30.