''Crack Perego'': in aula depone Andrea Perini CT dell’accusa. Ricostruiti i passaggi di denaro tra supercar e scalate costose

Dalla storia… ai numeri. Entra nel “tecnico” il procedimento penale a carico di Giovanni Barone, Roberto Di Bisceglie, Antonio Carlomagno, Gianfranco Fariello, Ruggero Colombo e l'ex assessore provinciale di Milano, Antonio Oliverio a processo perché accusati, a vario titolo, di aver concorso al “crac” delle società riconducibili alla famiglia Perego di Tremoncino di Cassago e/o agli Oricchio di Nibionno.
Dopo, infatti, l’audizione degli operanti ed in modo particolare del Capitano del Ros, Andrea Coana, che hanno “lumeggiato”, per dirla con un termine caro alla pm Alessandra Cecchelli, la posizione dei diversi imputati in base alle risultanze dell’operazione all’origine dell’odierno procedimento (costola di quello celebratosi presso l’ottava sezione penale del Tribunale di Milano), quest’oggi è stato escusso il dottor Andrea Perini, commercialista e professore di diritto penale, scelto come consulente tecnico dalla pubblica accusa. Con chiarezza, proiettando delle slides per facilitare la comprensione, il teste ha quindi esposto i risultati della sua attività di “indagine” nei conti delle sei società il cui fallimento è oggetto del procedimento, andando così a “documentare” i diversi capi di imputazione sostenuti dalla dottoressa Cecchelli.
 
PEREGO GENERAL CONTRACTOR SRL
Macchine grosse e scalate… costose

Costituita il 19 settembre 2008 con sede in via Fontana a Cassago Brianza, pochi giorni dopo stipula un contratto di affitto di azienda con la Perego Strade Srl. Sarà dichiarata fallita il 21 dicembre 2009 dal Tribunale di Milano. Come già illustrato dal capitano Coana, il 51% della società era della famiglia Perego mentre il 49% era in mano a due fiduciarie: nella fattispecie, come emerso dalle slide presentate quest’oggi dal professor Perini, la Carini è riconducibile all’accoppiata Andrea Pavone- Salvatore Strangio mentre la Comitalia a Fabrizio Brusadelli. Andrea Pavone, poi, ne era l’amministratore di fatto come dimostrato dall’organigramma societario in cui egli è indicato al vertice della direzione amministrativa e della direzione generale nonché da numerosi documenti come la “promessa di assunzione”, con un compenso da 6.000€ al mese del dipendente Pier Luigi Tuscoz, “atto” a sua firma.
Di due differenti tipologie le distrazioni che la Perego General Contractor, stando ai capi d’imputazione, avrebbe subito con il coinvolgimento, a vario titolo, di Antonio Oliverio, Roberto Di Bisceglie e Gianfranco Fariello nonché del già processato Andrea Pavone:  il noleggio di auto di grossa cilindrata e la dazione di complessivi 118.000€ all’avvocato Di Bisceglie, nell’ambito della così detta Operazione Cosbau.
Per quanto attiene alle autovetture, si tratta di un’Audi Rs6, di un’Hummer H2, di una Ferrari 430, di una Bmw M3, di una Mercedes R320CDI, di una Lamborghini Gallardo Spider, di un Bmw M6 (ottenute dalla concessionaria Parking Gramsci srl) e di una Porsche Cayenne Magnum affittata dalla Ctr Reting Motorsport srl distraendo complessivamente 149.192€ che sarebbero dovuti rimanere nelle disponibilità aziendali (di questi, è stato accertato, 12.650€ sono stati spesi per mezzi concessi in dotazione all’attuale imputato Antonio Oliverio). Il tutto, in un lasso di tempo piuttosto ristretto, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 quando la Perego General Contractor “distruggeva ricchezza tra i 300.000 e gli 800.000€ al mese” come sottolineato, in un’amara “postilla” del perito.
Venendo invece ai compensi percepiti dall’avvocato di Bisceglie per aver procurato a Pavone il titolo necessario per poter garantire l’aumento di capitale della Cosbau, società trentina anch’essa successivamente fallita, Perini, nella sua presentazione ha distinto i “primi” 250.000€ non rientranti tra le distrazioni (ma di cui si ha notizia dalle intercettazioni) dai successivi 118.000€ “fatti pagare”, direttamente o indirettamente alla Perego General Contractor seppur il legale non avesse prestato la propria opera per tale società. Nello specifico 80.000€ gli sono stati corrisposti, in 8 assegni, da Pavone mentre 38.000€ li avrebbe ricevuti dalla Co.mer spa, realtà che avrebbe emesso un assegno in favore dell’avvocato riducendo dello stesso importo il proprio debito verso la società di Tremoncino di Cassago.
 
PEREGO STRADE SRL
Una cava supervalutata e un buco… “sotterrato”

Come già sostenuto dal Capitano Coana, anche il dottor Perini quest’oggi ha spiegato in aula che “l’operazione (fallita) di aumento di capitale di Cosbau, aveva avuto già un precedente con la Perego Strade” tratteggiando meglio “il ruolo” che, nell’intera vicenda, avrebbe avuto il dottor Antonio Carlomagno, dottore commercialista, la cui figura, fino ad oggi, è rimasta marginale nell’ambito del procedimento penale in corso. Il consulente della Procura, ha definito il “collega” un “professionista di fiducia dal 2004 al 2008” della società cassaghese tanto da ricevere, in tre anni, dal 2006 al 2008, “compensi per 370.000€ circa” per prestazioni operate per conto della Perego Holding, della Perego Strade, della Iris e della Costruzioni Alpe, tutte riconducibili alla “galassia Perego” per dirla con l’espressione scelta, nel sua testimonianza di qualche settimana fa, dall’ufficiale del Ros che partecipò all’indagine Tenacia poi confluita nell’operazione Crimine-Infinito. Carlomagno, dunque, “a mio avviso non era un perito indipendente o del tutto indipendente” ha spiegato il professor Perini. Nel maggio del 2007, in ogni caso, quando l’assemblea della Perego Strade, delibera un aumento di capitale sociale da 2 a 5 milioni di euro, mediante conferimento delle quote della Iris srl, definita, sempre dal teste “una scatola con dentro una cava”, chiamato a sottoscrivere una perizia di stima del valore della Iris, Carlomagno (servendosi  dei conti elaborati dall’ingegner Paolo Sala) la valuta in 4.100.000€, una cifra che risulterà poi essere spropositata rispetto all’effettivo valore del terreno e della possibilità di conferimento di materiale nella cava stessa, come sarà dimostrato da successive perizie a firma di altri operatori, proposte questa mattina in aula dal relatore. “A mio avviso, il valore effettivo era di 1.080.600” si è spinto a dire Perini, evidenziando poi altre criticità emerse dall’accurata analisi del bilancio 2007 (l’ultimo) della Perego Strade, un bilancio che “se redatto correttamente avrebbe mostrato la vera perdita di 7 milioni di euro”.
Ad aggravare ulteriormente il dissesto societario di ben 3.655.241€, secondo l’esperto, avrebbe poi concorso anche il ritardo con il quale è stata messa in liquidazione. A tale cifra si arriva infatti sommando i 3.369.162€ “maturati” mantenendo l’andamento gestione operativa dal 31 agosto 2008 (data presumibile di dichiarazione di fallimento in caso di richiesta presentata, come sarebbe dovuto succedere, in data 30 giugno 2008) al 4 novembre 2008 (data di effettiva messa in liquidazione) a cui si debbono aggiungere ulteriori 286.079€ di interessi passivi maturati sui debiti di natura chirografaria.
 
IRIS SRL
Costituita il 21 febbraio 2002 con sede in Costa Masnaga –via Roma 9, dichiarata fallita 10 agosto 2009
Settore di attività: estrazione di ghiaia e sabbia, argille e caolino.
Barone liquidatore dal 19 dicembre 2008
 
COSTRUZIONI ALPE SRL
Costituita   il 24 giugno 2002 con sede in Costa Masnaga – via Roma 9, dichiarata fallita  il 19 maggio 2009
Settore di attività: compravendita di beni immobili effettuata su beni propri
Barone liquidatore dal 19 dicembre 2008 avrebbe distratto, secondo l’accusa 25.000€ dalla società: si tratta di assegni emessi dal cliente In.fi.ti. srl di cui 13.000€ sicuramente incassati dal ragioniere ora a processo che avrebbe girato 2.500€ alla Zincore srl (società riconducibile alla Famiglia Oricchio) che li avrebbe a sua volta usati per pagare Beton Villa spa (il tutto senza tenere in considerazione che la Costruzioni Alpe non aveva rapporti con Zincore di cui sembra che Barone fosse amministratore di fatto).
 
Dalla “galassia Perego” passiamo, in chiusura, alle società riconducibili alla famiglia Oricchio
 
F.LLI ORICCHIO SNC
Dagli assegni per le mogli alla Bmw… "volatizzata"

E’ l’ammiraglia: fondata nel 1987, con sede in via Nazario Sauro a Nibionno, raggiunge “un fatturato annuo tra gli 8 e i 10 milioni di euro” prima di cadere anch’essa in disgrazia e venire così dichiarata fallita nel luglio 2009 dopo che la conduzione dell’azienda era passata dai fondatori, Angelo e Dante Oricchio, a Giovanni Barone, liquidatore dal febbraio 2009 divenuto di fatto amministratore della società (che aveva fatto di Andrea Pavone il “curatore” dei rapporti con le banche). Come sintetizzato nelle slide proiettate in aula dal dottor Perini, sono di diverso tenore i pagamenti aventi natura distruttiva: vi sono quelli in favore a estranei all’attività sociale (tra i quali figurano anche Giuseppa Catanzariti moglie di Strangio e Erika Farkas allora compagna di Pavone) per un totale di 174.590€ e quelli per consulenze in favore di Fiaf Consulting di Giovanni Barone (58.300€) a cui si aggiunge poi il valore di una Bmw X6 presa a noleggio ma non restituita (74.046€) e la cessione, non retribuita, di mezzi alla Zincore (151,893€).
Oltre alla distrazioni, sono state evidenziate dal consulente anche “pagamenti preferenziali” così come indicato anche negli specifici capi d’imputazione. Nel dettaglio, si tratta di pagamenti in favore della Perego General Contractor srl fornitore della Fratelli Oricchio per complessivi 100.000€ e di pagamenti per ulteriori 127.236,78€ contabilizzati a riduzione del debito verso soci per finanziamenti (prelievi in contanti per 54.577€, pagamenti in favore di soci o altri membri della famiglia Oricchio per 31.389€ e pagamenti a favore di soggetti terzi per 41.270€). Legate infine al fallimento dell’azienda di Nibionno, i capi di imputazioni relativi al “ricorso abusivo al credito” con l’utilizzo di meccanismi di “duplicazione” delle anticipazioni bancarie ottenute sul fatturato con emissioni di più ricevute relative alla medesima fattura e l’emissione di note di credito relative a fatture già anticipate nonché  alla “bancarotta documentale” in quanto la contabilità è risultata tenuta in modo tale da non consentire la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari.
 
EDIL SAFA COSTRUZIONI SRL

Pagamenti aventi natura distruttiva, pagamenti preferenziali, bancarotta documentale: Edil Safa da “buona gregaria” segue la scia della F.ll Oricchio. Costituita nel 2002, sempre a Nibionno, viene dichiara fallita nel 2009. Quasi scontato indicare il nome del liquidatore (amministratore di fatto):  Giovanni Barone, attivo, secondo Dante Oricchio, in società già dal novembre 2008.


Articoli correlati:

Crac Perego: in aula il maresciallo che ascoltò le telefonate tra l'accoppiata Pavone - Di Bisceglie. Barone era 'lo sbirro'
Cassago: in tribunale, via il processo per il crac della Perego, In aula il racconto del Capitano Coana
Cassago: ''crac'' Perego, al via il processo. Depositate liste 'testi', udienza a settembre
Cassago: 1° udienza per il crac Perego subito rinviata. Gli imputati potrebbero salire a nove
Alice Mandelli
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.