'Crac Perego': passerella dei 7 curatori dei diversi fallimenti. Riflettori sulla Fratelli Oricchio. Emersi i passivi delle società

Sfilata di dottori commercialisti al primo piano del palazzo di Giustizia di Lecco nella mattinata di lunedì 25 novembre in occasione del collegio straordinario convocato nell’ambito del procedimento penale generato dal “crac” della “galassia Perego Strade” e delle società “Fratelli Oricchio” e “Edil Safa Costruzioni” che vede imputati, a vario titolo, il ragionier Giovanni Barone (liquidatore di gran parte delle fallite), l’avvocato Roberto Di Bisceglie, i commercialisti Antonio Carlomagno e Gianfranco Fariello,l’ex assessore provinciale di Milano Antonio Oliverio e il consulente finanziario Ruggero Colombo (imputato per quanto attine solamente il tentativo di scalata, non andato in porto, della società trentina Cosbau).
Primi ad essere chiamati, secondo la “scaletta” dettata dal pm Alessandra Cecchelli, sono stati il dottor Alberto Bassoli e il collega Michele Bana, curatori, in periodi diversi, della “Fratelli Oricchio”, realtà imprenditoriale riconducibile a Dante e Angelo Oricchio, fondata nel 1987 a Cibrone di Nibionno, dichiarata fallita nel luglio del 2009 e fino ad ora “rimasta in ombra” nel corso delle precedenti audizione in cui, dinnanzi al collegio giudicante, presieduto dal dottor Salvatore Catalano con a latere il dottor Gianmarco De Vincenzi e il dottor Mirco Lombardi, sono comparsi gli operanti che hanno coordinato l’operazione “Tenacia” (poi confluita nella maxi indagine “Crimine-Infinito” con l’esecuzione di 300 arresti in tutta Italia) e il professor Andrea Perini, consulente tecnico nominato dalla pubblica accusa per ricostruire, punto dopo punto,  i reati ascritti, in base ai capi di imputazione, ai sei soggetti ora a giudizio a Lecco, dopo il già celebrato procedimento che ha visto “alla sbarra”, a Milano, Ivano Perego, patron della società di Tremoncino di Cassago, Andrea Pavone e Salvatore Strangio e l’ammissione al patteggiamento di altri coinvolti nella vicenda.
Il dottor Bana, estensore della relazione ex art.33 e primo curatore, ha descritto la “Fratelli Oricchio” come una società con una “storia consolidata” le cui difficoltà iniziano a emergere nel 2008, a seguito della crisi che ha colpito indistintamente il mondo dell’edilizia e dei “problemi di liquidità” che sorgono non appena si “inceppa” il meccanismo delle commesse. L’azienda, infatti, a detta del commercialista, spesso si trovava a gestire cantieri in perdita, coprendo i buchi e mantenendosi però “a galla” grazie alla continua acquisizione di nuovi appalti e ai relativi flussi finanziari. Fallito il tentativo di risollevare le sorti dell’impresa tramite la vendita di un terreno sito a Cremella, i fratelli Dante (definito da Bana come “l’uomo prodotto”, sempre impegnato nei cantieri) e Angelo Oricchio, decisero di chiedere aiuto all’accoppiata Andrea Pavone e Giovanni Barone, presentati loro dall’amico di lunga data Ivano Perego. Siamo nell’autunno del 2008 quando di fatto, i due imprenditori nibionnesi, “affidano la gestione finanziaria a questi signori” come spiegato dal dottor Bassoli, subentrato come curatore a Bana il 25 gennaio 2010. “La società era già in sofferenza” ha precisato il commercialista, sottolineando però come a suo modo di vedere, “con delle normali procedure, con l’assunzione di un dipendente neanche troppo esperto, si sarebbe potuto intraprendere un percorso se non di risollevamento delle sorti, di liquidazione “tranquilla”. Ed invece, in sei mesi, è stata ripulita”. A sorprendere è infatti la velocità con cui la situazione è precipitata:  “da novembre 2008 la società fallisce rapidamente, a luglio 2009” con “soldi che escono da istituti di credito e iniziano a prendere strade estranee all’azienda” tanto da poter parlare di un vero e proprio “drenaggio di liquidità”. In pochi mesi, infatti, da un conto corrente aperto presso la filiale di Erba di un istituto di credito, sarebbero stati prelevati, tramite riscossione dei blocchetti di assegni che, ogni lunedì, “i fratelli Oricchio lasciavano firmati nella disponibilità di questi signori”, ben 503 mila euro destinati a “società riferibili al gruppo Perego Strade,  fornitori della Perego Strade e a persone estranee alla società” quali, ad esempio, la moglie di Salvatore Strangio o la compagna di Andrea Pavone nonché “per l’acquisto di autovetture” con  42.000€ destinati al solo leasing di una Maserati in uso al Barone, a cui si aggiungono le spese per la Bmw X6 “concessa” a Pavone. “Molti assegni – ha proseguito Bassoli – sono poi stati incassati in Calabria, nella zona di Vibo”.  A questi “primi” 503.000€,  vanno poi aggiunti ulteriori 179.000€ “succhiati” da un altro conto corrente, nel periodo gennaio-maggio 2009, tramite prelievo di contanti e “girate” a società riconducibili a Giovanni Barone. “Non c’erano ricevimenti di fatture” a giustificazione di tali pagamenti, ha precisato il curatore. “In contabilità erano imputati a “pagamento fornitori” o “prelievo soci””. L’unica fattura rinvenuta a motivazione delle operazioni elencate ha però fatto emergere “un’operazione molto anomala tra la Fratelli Oricchio e la Perego General Contractor” ha aggiunto, in sede di sua audizione, il dottor Bana. A 40 giorni dalla sua creazione, sulle ceneri della Perego Strade già fallita, la nuova realtà imprenditoriale affidata a Andrea Pavone, chiede conto di 140.000€ all’impresa di Dante e Angelo Oricchio per prestazioni relative a movimentazione di terra nei cantieri gestiti della stessa Oricchio. Peccato però che “quei cantieri erano già in stato avanzato”. Eppure, i primi due assegni vengono regolarmente pagati (40mila euro l’uno) mentre il terzo viene protestato in quanto il conto d’appoggio era già in rosso. Solo nel giugno 2009, poi, il ragionier Barone (liquidatore sia della Fratelli Oricchio sia della Perego General Contractor) contesterà tali pagamenti (altra circostanza giudicata come anomala). Non è questo, come dicevamo, però l’unico caso di trasferimento di somme dalla realtà nibionnese a quella cassaghese: “il primo assegno è di 4.000€ per la Iris” ha argomentato il teste Bana, citando anche l’assegno da 20.000€ destinato dalla Fratelli Oricchio alla New Edil 2008 “ad estinzione di un debito della Perego” e dichiarando così, infine, che “il Gruppo Perego ha beneficiato” di questi pagamenti estranei all’attività dei signori Dante e Angelo.
Terminata l’audizione dei primi due curatori, ne sono poi stati sentiti altri quattro, in maniera più veloce, tutti legati alla “galassia Perego” per continuare a usare l’espressione scelta dal Capitano del Ros Coana, sentito in apertura di dibattimento. Sono stati escussi, il dottor Massimo Balconi (Perego General Contractor), il dottor Guido Puccio (Perego Strade – unico ad aver definito Barone una “seconda linea” rispetto a Andrea Pavone), il dottor Dante Polvara (Costruzioni Alpe), il dottor Diego Bolis (Iris) e il dottor Cesare Sala (Perego Holding, società che avrebbe dovuto occuparsi di consulenza, direzione e coordinamento delle altre realtà “satellite” ma che avrebbe avuto alle proprie dipendenze solo un centralinista e un tecnico informatico). “Esorbitanti”, in alcuni casi, le cifre iscritte al passivo fallimentare: 8 milioni di euro per la Perego General Contractor (a fronte di un attivo di un milione e mezzo); 25 milioni (il 40% dei quali nei confronti di banche e istituti di leasing) per la Perego Strade a fronte di un attivo che “non supererà il milione” come precisato dal dottor Puccio che ha parlato di “società spolpata” e di “commistione mostruosa tra Perego Strade e Perego General Contractor"; 1 milione e 700 mila euro per la Costruzioni Alpe che a detta del dottor Polvara avrebbe in cassa 1.500€ “arrivati da un imputato di Milano” e crediti vantati dalla Holding e dalla Iris.
“Rimandato” alla prossima udienza, per una svista, solo il dottor Eligio, curatore di Edil Safa Costruzioni, “erede” della Fratelli Oricchio e fallita anch’essa prima della nascita di una terza società, la Zincore.
Il procedimento  è stato aggiornato al prossimo 27 gennaio: previsti i primi 12 testi della pubblica accusa a cui ne seguiranno, ad aprile, altri 12.


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Alice Mandelli
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