
Un'esperienza nella Repubblica Democratica del Congo. Therese Redalli, 34enne rogenese, è appena rientrata da un viaggio nel paese africano martoriato da anni da guerre intestine. La giovane da un paio d'anni collabora con una onlus, gruppo Aleimar, che si occupa in via prioritaria di cooperazione internazionale. In qualità di assistente al capo progetto, reperisce le notizie del paese le traduce e le pubblica sulla pagina facebook dell'associazione oppure le spedisce direttamente ai benefattori che sostengono i progetti del sodalizio con il loro contributo economico.


"Nella Repubblica democratica del Congo siamo presenti da oltre 10 anni e ci occupiamo di progetti in ambito educativo, agricolo e medico. Ogni anno faccio due o tre viaggi per monitorare la situazione. Sono appena rientrata dall'uscita di novembre. Sono rimasta per dieci giorni sul territorio e ho avuto modo di constatare il perdurare di alcuni problemi sociali. Sebbene i progetti dell'associazione proseguano bene, la situazione politica è altamente instabile" ha spiegato Therese.


La giovane assistente vanta un'esperienza accademica rilevante in merito alle tematiche e ai problemi che colpiscono i paesi in via di sviluppo. Si è laureata in lingue orientali all'università statale di Milano e ha poi conseguito un master in studi africani. Nello specifico, si è specializzata nella cooperazione internazionale con particolare attenzione verso le problematiche sociali attinenti l'Africa. Ha inoltre pubblicato una tesina sull'arruolamento dei bambini soldato e sul fenomeno della stregoneria ai piccoli.
Quest'ultimo viaggio è stato foriero di nuove occasioni: "Ho vissuto dieci giorni intensi, in cui ho avuto incontri con significative autorità religiose e politiche, ma anche con i dolci sguardi dei bambini congolesi. Grazie ai nostri contatti locali siamo riusciti a visitare la Ruashi Mining, una delle miniere più grandi di tutta l'Africa. Qui vengono prodotte liste di rame per 730 mila dollari al giorno, il 70% dei quali vengono destinati alla Cina e il restante 30% al paese.


Dai giacimenti minerari siamo poi passati agli uffici dell'OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) delle Nazioni Unite. Il coordinatore Saidou ci ha accolto illustrandoci le maggiori problematiche del paese e soffermandosi in modo particolare sul problema della Food security. Non è escluso che, in futuro, possa esserci una collaborazione diretta con una delle agenzie Onu specializzata in uno dei nostri settori di competenza" ha concluso Therese.
Michela Mauri