Monticello: una mostra a ricordo della ditta Agrati-Garelli, storica realtà chiusa nel 1991
Una mostra per ricordare gli anni di presenza in paese, di una storica realtà industriale: l'azienda Agrati-Garelli che chiuse i battenti nel 1991, dopo aver dato occupazione a centinaia di lavoratori dell'intero territorio a cavallo tra l'allora provincia di Como ed il monzese.
E' l'intenzione della giunta di Monticello, che proprio nelle ultime settimane ha iniziato a lavorare nell'organizzazione dell'evento che dovrebbe tenersi a inizio maggio, con data ancora da stabilire.
L'esposizione, secondo le prime notizie in merito comunicateci dal primo cittadino Luca Rigamonti, dovrebbe tenersi nei capannoni un tempo occupati dall'azienda, in frazione Cortenuova. A questo proposito il sindaco ha inviato richiesta alla società partecipata Seruso, proprietaria di un fabbricato in zona artigianale, per poterlo sfruttare come scenario della mostra.
L'esposizione dovrebbe essere composta da veicoli storici, foto e cimeli relativi al passato della celebre azienda con sede a Cortenuova. ''Abbiamo già preso contatti con i familiari, che sono stati molto contenti dell'iniziativa. Naturalmente abbiamo chiesto la loro collaborazione per la preparazione dell'evento'' ha aggiunto il sindaco.
L'iniziativa dovrebbe vedere la presenza tra gli ospiti, dei membri dell'associazione ''Amici del teatro e dello sport'' che dovrebbero mettere in scena uno spettacolo, oltre che di ex dipendenti e piloti che hanno fatto grande il nome della fabbrica.
Si tratta della seconda iniziativa messa in campo dall'amministrazione monticellese nel ricordo della realtà industriale, dopo l'intitolazione della sala civica di Cortenuova, a Carlo Agrati, ex sindaco e patron dell'azienda prima dell'acquisizione della Garelli.
Immagine storica dell'area Agrati-Garelli a Cortenuova di Monticello
E' l'intenzione della giunta di Monticello, che proprio nelle ultime settimane ha iniziato a lavorare nell'organizzazione dell'evento che dovrebbe tenersi a inizio maggio, con data ancora da stabilire.
L'esposizione, secondo le prime notizie in merito comunicateci dal primo cittadino Luca Rigamonti, dovrebbe tenersi nei capannoni un tempo occupati dall'azienda, in frazione Cortenuova. A questo proposito il sindaco ha inviato richiesta alla società partecipata Seruso, proprietaria di un fabbricato in zona artigianale, per poterlo sfruttare come scenario della mostra.
L'esposizione dovrebbe essere composta da veicoli storici, foto e cimeli relativi al passato della celebre azienda con sede a Cortenuova. ''Abbiamo già preso contatti con i familiari, che sono stati molto contenti dell'iniziativa. Naturalmente abbiamo chiesto la loro collaborazione per la preparazione dell'evento'' ha aggiunto il sindaco.
L'iniziativa dovrebbe vedere la presenza tra gli ospiti, dei membri dell'associazione ''Amici del teatro e dello sport'' che dovrebbero mettere in scena uno spettacolo, oltre che di ex dipendenti e piloti che hanno fatto grande il nome della fabbrica.
Si tratta della seconda iniziativa messa in campo dall'amministrazione monticellese nel ricordo della realtà industriale, dopo l'intitolazione della sala civica di Cortenuova, a Carlo Agrati, ex sindaco e patron dell'azienda prima dell'acquisizione della Garelli.
La storia della Garelli nasce oltre 90 anni fa, in uno stabilimento di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, quando l'ingegner Adalberto Garelli si licenziò dalla Fiat per studiare un nuovo motore a due tempi, 500 di cilindrata.
Gare, tante vittorie in diverse edizioni di mondiali classe 125 (sei titoli, l' ultimo nell' 86) e una vasta produzione: l'evoluzione della Garelli andò avanti fino al 1961, quando il fondatore, ormai anziano e senza eredi, vendette le linee di produzione alla famiglia Agrati, che fin dagli anni successivi alla prima guerra mondiale realizzava moto e biciclette a Cortenuova di Monticello.
Da quel momento i due nomi, Garelli-Agrati, procedettero a braccetto in un continuo crescere di ricchezza e fama, che li porterà alla fine degli anni Settanta, a vendere 130mila ciclomotori all'anno.
Il 1981 fu l'anno dello sviluppo, segnato da eccezionali creazioni e straordinarie vendite con distribuzione in 1500 punti vendita di tutto il mondo e concluso con l'acquisto di un capannone di 10mila mq a Verderio Inferiore, nel meratese.
Ma il periodo di congiuntura economica e di forte crisi sul mercato spinse l'azienda in un vortice dal quale non si saprà più riprendere. Lo stabilimento verderiese fu venduto senza mai essere occupato, così come quello di Sesto San Giovanni, le cui maestranze furono licenziate. Nel 1988 l'azienda rinacque come Garelli spa, ma nel novembre 1991 nulla si potè fare per evitare la chiusura.
I capannoni di Cortenuova furono successivamente venduti ad altre società e attualmente costituiscono una delle zone industriali più vaste del territorio casatese.
Gare, tante vittorie in diverse edizioni di mondiali classe 125 (sei titoli, l' ultimo nell' 86) e una vasta produzione: l'evoluzione della Garelli andò avanti fino al 1961, quando il fondatore, ormai anziano e senza eredi, vendette le linee di produzione alla famiglia Agrati, che fin dagli anni successivi alla prima guerra mondiale realizzava moto e biciclette a Cortenuova di Monticello.
Da quel momento i due nomi, Garelli-Agrati, procedettero a braccetto in un continuo crescere di ricchezza e fama, che li porterà alla fine degli anni Settanta, a vendere 130mila ciclomotori all'anno.
Il 1981 fu l'anno dello sviluppo, segnato da eccezionali creazioni e straordinarie vendite con distribuzione in 1500 punti vendita di tutto il mondo e concluso con l'acquisto di un capannone di 10mila mq a Verderio Inferiore, nel meratese.
Ma il periodo di congiuntura economica e di forte crisi sul mercato spinse l'azienda in un vortice dal quale non si saprà più riprendere. Lo stabilimento verderiese fu venduto senza mai essere occupato, così come quello di Sesto San Giovanni, le cui maestranze furono licenziate. Nel 1988 l'azienda rinacque come Garelli spa, ma nel novembre 1991 nulla si potè fare per evitare la chiusura.
I capannoni di Cortenuova furono successivamente venduti ad altre società e attualmente costituiscono una delle zone industriali più vaste del territorio casatese.
G. C.