Operazione Speed: la Polizia sgomina banda dedita allo spaccio di cocaina sulla SS 36. Cinque gli arrestati, si cercano i complici
Un'altra battuta d'arresto è stata inflitta al sistema di spaccio di droga nel territorio compreso tra l'oggionese e la città di Lecco.
Nei giorni scorsi infatti, personale della Squadra mobile della Questura, ha dato esecuzione a cinque delle nove ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dall'autorità giudiziaria nell'ambito dell'operazione anti-droga denominata Speed.
A finire in manette sono stati cinque cittadini marocchini dediti all'attività di spaccio di cocaina lungo la superstrada 36 che collega Milano a Lecco e in quest'ultima città.
L'attività d'indagine è stata avviata dagli uomini della Polizia lecchese nell'estate scorsa, a chiusura dell'operazione denominata Baby Park (che aveva sgominato un ampio giro di spaccio di stupefacente che aveva portato all'arresto di oltre trenta persone). Le forze dell'ordine hanno infatti avuto modo di appurare che nuovi soggetti avevano sostituito gli arrestati nell'attività illecita. Sono stati individuati due gruppi di spacciatori, facenti capo a famiglie distinte.
In particolare è emerso come alcuni cittadini marocchini fossero in possesso di telefoni cellulari attraverso i quali venivano contattati da consumatori e acquirenti: sulla base poi della localizzazione di questi ultimi, venivano inviati sul posto gli spacciatori più vicini per poter effettuare le cessioni della droga.
Dal momento in cui avveniva la telefonata al ''centralinista'', passavano pochi minuti e lo stupefacente giungeva a destinazione.
L'indagine, denominata Speed ha preso proprio il via dalla velocità di gestione delle centinaia di contatti telefonici giornalieri, nonchè dalla rapidità con la quale gli spacciatori raggiungevano gli acquirenti che li aspettava nei pressi degli svincoli della superstrada 36.
Nonostante la battuta d'arresto al sistema, inflitta nei mesi scorsi dalla Polizia, gli spacciatori erano stati rimpiazzati in tempi rapidissimi da altrettanti, per proseguire l'intensa e redditizia attività illecita, evitando così di perdere i clienti, desiderosi di rifornirsi di cocaina.
I due gruppi criminali utilizzavano quotidianamente svariati veicoli intestati a prestanome, per cercare di eludere gli eventuali sospetti e le operazioni di identificazione.
Durante l'attività, sono stati sequestrati cinque veicoli e segnalate alla Prefettura un cospicuo numero di persone dedite al consumo di cocaina.
Nella mattinata del 7 febbraio sono finiti in carcere Youssef Mazaoui, Mohamed Mhijir, Issam El Achab, Nabil Khallouki e Moustapha Mhijir, di età compresa tra i 23 e i 35 anni.
L'attività investigativa volta ad individuare gli altri quattro componenti del sodalizio criminoso prosegue. Il sospetto è che gli stessi possano aver fatto ritorno al loro paese d'origine. Un altro duro colpo inflitto dunque al sistema di spaccio nel territorio della provincia, dopo le operazione Baby Park e Lybra del 2013.
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La Polizia sgomina una banda specializzata nello spaccio di droga sulla superstrada 36, ben 11 i provvedimenti cautelari
Nei giorni scorsi infatti, personale della Squadra mobile della Questura, ha dato esecuzione a cinque delle nove ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dall'autorità giudiziaria nell'ambito dell'operazione anti-droga denominata Speed.
A finire in manette sono stati cinque cittadini marocchini dediti all'attività di spaccio di cocaina lungo la superstrada 36 che collega Milano a Lecco e in quest'ultima città.
I cinque marocchini finiti in manette a seguito dell'esecuzione dell'ordinanza di custodia in carcere
L'attività d'indagine è stata avviata dagli uomini della Polizia lecchese nell'estate scorsa, a chiusura dell'operazione denominata Baby Park (che aveva sgominato un ampio giro di spaccio di stupefacente che aveva portato all'arresto di oltre trenta persone). Le forze dell'ordine hanno infatti avuto modo di appurare che nuovi soggetti avevano sostituito gli arrestati nell'attività illecita. Sono stati individuati due gruppi di spacciatori, facenti capo a famiglie distinte.
In particolare è emerso come alcuni cittadini marocchini fossero in possesso di telefoni cellulari attraverso i quali venivano contattati da consumatori e acquirenti: sulla base poi della localizzazione di questi ultimi, venivano inviati sul posto gli spacciatori più vicini per poter effettuare le cessioni della droga.
Dal momento in cui avveniva la telefonata al ''centralinista'', passavano pochi minuti e lo stupefacente giungeva a destinazione.
L'indagine, denominata Speed ha preso proprio il via dalla velocità di gestione delle centinaia di contatti telefonici giornalieri, nonchè dalla rapidità con la quale gli spacciatori raggiungevano gli acquirenti che li aspettava nei pressi degli svincoli della superstrada 36.
Nonostante la battuta d'arresto al sistema, inflitta nei mesi scorsi dalla Polizia, gli spacciatori erano stati rimpiazzati in tempi rapidissimi da altrettanti, per proseguire l'intensa e redditizia attività illecita, evitando così di perdere i clienti, desiderosi di rifornirsi di cocaina.
I due gruppi criminali utilizzavano quotidianamente svariati veicoli intestati a prestanome, per cercare di eludere gli eventuali sospetti e le operazioni di identificazione.
Durante l'attività, sono stati sequestrati cinque veicoli e segnalate alla Prefettura un cospicuo numero di persone dedite al consumo di cocaina.
Nella mattinata del 7 febbraio sono finiti in carcere Youssef Mazaoui, Mohamed Mhijir, Issam El Achab, Nabil Khallouki e Moustapha Mhijir, di età compresa tra i 23 e i 35 anni.
L'attività investigativa volta ad individuare gli altri quattro componenti del sodalizio criminoso prosegue. Il sospetto è che gli stessi possano aver fatto ritorno al loro paese d'origine. Un altro duro colpo inflitto dunque al sistema di spaccio nel territorio della provincia, dopo le operazione Baby Park e Lybra del 2013.
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