I ricordi di don Bruno, don Enrico, don Albino e una lettera dall'amico Mons.Ravasi

don Bruno Maggioni
''Mi diede i suoi libri per studiare, mi portava nelle settimane liturgiche. Era un uomo di un'intelligenza unica, gli piaceva mettere le mani sul suo pianoforte o organo, non disdegnava la montagna e i momenti conviviali. La sua umanità e intelligenza ha colto tutti noi di Montevecchia, un po' a sorpresa in quegli anni. Ci insegnava a cantare e a crescere con responsabilità. Con lui c'era sempre Teresina: questo connubio creava famiglia, creava dolcezza e tenerezza. Obbedienza alla chiesa e al vangelo, grazie per il bene che hai voluto a tutti noi''.
E poi l'attuale parroco di Montevecchia, don Enrico Redaelli: ''quando sono arrivato in paese, ho avuto subito l'impressione di un posto bello, ma anche perchè le cose intorno sono belle. Pensando a don Luigi credo sia stato un prete che amava il bello, inteso come manifestazione del bene. Vorrei continuare questo lavoro, nel mio piccolo e con semplicità''.
Don Enrico Redaelli, parroco di Montevecchia
Infine prima di congedare i fedeli con la benedizione, don Albino Mandelli ha ripreso la parola, dando lettura di una missiva pervenutagli da Monsignor Gianfranco Ravasi, grande amico di don Luigi Casiraghi. Lo scorso 31 dicembre prima di celebrare la tradizionale messa al monastero delle monache romite della Bernaga, l'alto prelato aveva fatto visita in ospedale all'amico sacerdote.
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''Avrei desiderato essere presente oggi in occasione dei funerali di don Luigi, amico a me caro da un quarantennio. Tuttavia il concistorio dei cardinali mi obbliga a restare in Vaticano e proprio qui a Roma stamani ho celebrato una messa dedicata a lui. Lo scorso 31 dicembre l'ho incontrato in ospedale e abbracciato per l'ultima volta. Per tanti anni mi ha ospitato a Montevecchia nelle celebrazioni della Pasqua e del Natale, sia in parrocchia che nel santuario mariano, che negli anni era riuscito a trasformare in un centro di attrazione spirituale.
Don Luigi con Monsignor Ravasi
Lo ricordo per l'appassionato amore per la liturgia e la competenza musicale. Indimenticabile per me, la trasfigurazione che subiva quando suonava il nuovo organo o dirigeva il coro, o mostrava le bellezze paesaggistiche della sua Montevecchia. Non posso dimenticare l'amicizia stretta anche con la sorella Teresa e l'ospitalità conviviale che li caratterizzava. A don Luigi un grazie intenso e conclusivo, che si fa preghiera''.
