Missaglia: a 91 anni Sebastiano Campanella riceve la tessera di socio dei Carabinieri, il desiderio coltivato sin dalla gioventù
Un sogno che si è avverato a distanza di quasi settant'anni per Sebastiano Campanella. Classe 1923 e residente nella vicina Besana, l'anziano ha ottenuto nei giorni scorsi l'iscrizione all'associazione nazionale Carabinieri, sezione di Missaglia, come socio simpatizzante.
Perchè diventare carabiniere è stato per diverso tempo un suo grande desiderio. Ci era arrivato vicino nel 1946, ma il matrimonio con quella che ancora oggi è la sua compagna di una vita, non gliel'aveva consentito per le rigide regole di quel tempo.
La storia militare di Sebastiano Campanella, nato a Cattolica Eraclea, provincia di Agrigento, inizia nel settembre 1942 quando, chiamato alle armi, arriva dalla calda Sicilia a Tortona, in Piemonte: destinazione finale, la Russia. Un autunno particolarmente freddo gli procura però una broncopolmonite, costringendolo poi al ricovero in ospedale.
Nel frattempo la divisione Ravenna parte per il fronte: dimesso viene inviato in Corsica, allora occupata dalle truppe italo tedesche. L'occupazione però, è osteggiata dai partigiani francesi, e anche la popolazione civile mal sopporta gli occupanti. Tra il controllo delle coste e alcune imboscate dei partigiani francesi, arriva presto l'8 settembre.
Un momento difficile per l'Esercito italiano, tra l'illusione della fine della guerra e l'attacco tedesco per fare prigionieri gli ex alleati.
A differenza di altre situazioni analoghe, finite con massacri e deportazioni, i nostri soldati con conflitti a fuoco riescono a sganciarsi e a riparare in Sardegna dove non vi erano truppe tedesche.
Dopo alcuni mesi, vengono imbarcati sull'incrociatore Garibaldi, subiscono l'attacco di un sottomarino, ma finalmente raggiungono Napoli ormai sotto controllo degli anglo-americani.
L'esercito italiano, tra sbandati e prigionieri in varie parti del mondo (il fratello catturato in Jugoslavia viene internato in Germania), partigiani al nord e aderenti alla repubblica di Salò, è ridotto a pochi reggimenti.
Impiegato in servizi ausiliari, Campanella finisce in Puglia, dove diviene addetto alla sorveglianza dei prigionieri o svolge altre mansioni quale il centralinista e altro ancora.
Dopo ben due anni ritorna al paese natale della sua Sicilia, ma rientrato con alcuni giorni di ritardo per fermarsi a mietere il grano (la maggior parte degli uomini erano lontani e servivano forze) viene trasferito per punizione a Grottaglie in provincia di Taranto. Una punizione che risulterà per lui provvidenziale: proprio nel ''tacco'' incontra una ragazza che oggi, dopo 65 anni, è ancora sua moglie.
Terminata la guerra, viene trattenuto in servizio fino al luglio del 1946: l'Italia del dopoguerra era in piena agitazione contadina e l'esercito supportava i Carabinieri nella tenuta dell'ordine pubblico.
Proprio la vicinanza all'Arma, fa crescere in Campanella il desiderio di arruolarsi tra le fila dei Carabinieri. Presenta domanda e supera tutti gli esami e le visite mediche. Mentre è in attesa della chiamata viene congedato e ritorna al paese in Sicilia dove la famiglia è però contraria al matrimonio con una ''forestiera'' (non siciliana ma pugliese).
Decide quindi, visto che la chiamata nei Carabinieri non arrivava, di sposarsi. Ironia della sorte dopo soli dodici giorni dalle nozze, arriva la tanto attesa cartolina.
I regolamenti del tempo però, non consentivano il matrimonio prima dei 28 anni. Costretto quindi a rinunciare al sogno di diventare carabiniere, inizia la storia simile a quella di tanti altri meridionali. Emigra con degli amici a Monza e infine a Besana dove viene raggiunto qualche anno più tardi dalla moglie e dai due figli.
In Brianza inizia il duro lavoro come manovale edile e poi in fabbrica in varie aziende, fino alla pensione.
E oggi, a 91 anni ''suonati'', come si suol dire, Campanella ha raggiunto in parte quel desiderio accarezzato a lungo, sfiorato ma mai raggiunto. Quello di far parte, in qualche modo, dell'Arma dei Carabinieri. Nei giorni scorsi, durante una visita alla sede dell'associazione di Missaglia, ha ritirato la tessera durante una breve, informale, ma sentita cerimonia.
Erano presenti i ''pilastri'' del sodalizio: il sottotenente Antonio Gisonni con il suo vice, il maresciallo Giorgio Angeletti, orgogliosi di aver reso felice con un piccolo ma prezioso gesto, il loro neo e veterano socio che ovviamente, ha accolto con grande gioia quanto ricevuto.
Perchè diventare carabiniere è stato per diverso tempo un suo grande desiderio. Ci era arrivato vicino nel 1946, ma il matrimonio con quella che ancora oggi è la sua compagna di una vita, non gliel'aveva consentito per le rigide regole di quel tempo.
La storia militare di Sebastiano Campanella, nato a Cattolica Eraclea, provincia di Agrigento, inizia nel settembre 1942 quando, chiamato alle armi, arriva dalla calda Sicilia a Tortona, in Piemonte: destinazione finale, la Russia. Un autunno particolarmente freddo gli procura però una broncopolmonite, costringendolo poi al ricovero in ospedale.
Nel frattempo la divisione Ravenna parte per il fronte: dimesso viene inviato in Corsica, allora occupata dalle truppe italo tedesche. L'occupazione però, è osteggiata dai partigiani francesi, e anche la popolazione civile mal sopporta gli occupanti. Tra il controllo delle coste e alcune imboscate dei partigiani francesi, arriva presto l'8 settembre.
Un momento difficile per l'Esercito italiano, tra l'illusione della fine della guerra e l'attacco tedesco per fare prigionieri gli ex alleati.
A differenza di altre situazioni analoghe, finite con massacri e deportazioni, i nostri soldati con conflitti a fuoco riescono a sganciarsi e a riparare in Sardegna dove non vi erano truppe tedesche.
Dopo alcuni mesi, vengono imbarcati sull'incrociatore Garibaldi, subiscono l'attacco di un sottomarino, ma finalmente raggiungono Napoli ormai sotto controllo degli anglo-americani.
Il sottotenente Gisonni consegna la tessera di socio a Campanella
L'esercito italiano, tra sbandati e prigionieri in varie parti del mondo (il fratello catturato in Jugoslavia viene internato in Germania), partigiani al nord e aderenti alla repubblica di Salò, è ridotto a pochi reggimenti.
Impiegato in servizi ausiliari, Campanella finisce in Puglia, dove diviene addetto alla sorveglianza dei prigionieri o svolge altre mansioni quale il centralinista e altro ancora.
Dopo ben due anni ritorna al paese natale della sua Sicilia, ma rientrato con alcuni giorni di ritardo per fermarsi a mietere il grano (la maggior parte degli uomini erano lontani e servivano forze) viene trasferito per punizione a Grottaglie in provincia di Taranto. Una punizione che risulterà per lui provvidenziale: proprio nel ''tacco'' incontra una ragazza che oggi, dopo 65 anni, è ancora sua moglie.
Terminata la guerra, viene trattenuto in servizio fino al luglio del 1946: l'Italia del dopoguerra era in piena agitazione contadina e l'esercito supportava i Carabinieri nella tenuta dell'ordine pubblico.
Proprio la vicinanza all'Arma, fa crescere in Campanella il desiderio di arruolarsi tra le fila dei Carabinieri. Presenta domanda e supera tutti gli esami e le visite mediche. Mentre è in attesa della chiamata viene congedato e ritorna al paese in Sicilia dove la famiglia è però contraria al matrimonio con una ''forestiera'' (non siciliana ma pugliese).
Decide quindi, visto che la chiamata nei Carabinieri non arrivava, di sposarsi. Ironia della sorte dopo soli dodici giorni dalle nozze, arriva la tanto attesa cartolina.
I regolamenti del tempo però, non consentivano il matrimonio prima dei 28 anni. Costretto quindi a rinunciare al sogno di diventare carabiniere, inizia la storia simile a quella di tanti altri meridionali. Emigra con degli amici a Monza e infine a Besana dove viene raggiunto qualche anno più tardi dalla moglie e dai due figli.
In Brianza inizia il duro lavoro come manovale edile e poi in fabbrica in varie aziende, fino alla pensione.
E oggi, a 91 anni ''suonati'', come si suol dire, Campanella ha raggiunto in parte quel desiderio accarezzato a lungo, sfiorato ma mai raggiunto. Quello di far parte, in qualche modo, dell'Arma dei Carabinieri. Nei giorni scorsi, durante una visita alla sede dell'associazione di Missaglia, ha ritirato la tessera durante una breve, informale, ma sentita cerimonia.
Erano presenti i ''pilastri'' del sodalizio: il sottotenente Antonio Gisonni con il suo vice, il maresciallo Giorgio Angeletti, orgogliosi di aver reso felice con un piccolo ma prezioso gesto, il loro neo e veterano socio che ovviamente, ha accolto con grande gioia quanto ricevuto.
G. C.