Missaglia: l'atleta di handbike Federico Villa alle medie per il progetto Io tifo positivo spiega che ''la diversità non esiste''

Una bella lezione di sport questa mattina alla scuola media di Missaglia. ''In cattedra'', all'aperto, è salito un insegnante speciale. Si tratta di Federico Villa, atleta di handbike e testimonial di ''Io tifo positivo'', il progetto che ha coinvolto gli alunni delle classi prime.

Foto di gruppo con i ragazzi, gli amministratori, gli educatori di Comunità Nuova e Federico Villa

L'iniziativa, promossa da Regione Lombardia e ideata da Comunità Nuova di don Gino Rigoldi, vede come obiettivo quello di favorire nei ragazzi una mentalità sportiva positiva, basata su valori quali la tolleranza, la lealtà e una dimensione di tifo che sia appunto, semplice e sana. E dopo le positive esperienze riscontrate nei vicini comuni di Casatenovo e Cassago, anche il comune Missaglia ha voluto aderire al progetto.

A destra nell'immagine, l'ospite Federico Villa


Ospite della mattinata di sport, come dicevamo, è stato Federico Villa, atleta di 28 anni affetto da atassia di Friedreich, una malattia degenerativa. Due volte campione italiano di handbike, Federico è la dimostrazione vivente che non bisogna mollare, perchè si può sempre ripartire, anche quando tutto sembrerebbe dire che non è possibile.
Presenti all'incontro, guidato dalle parole di Tony Supino, referente di Comunità Nuova e dalle sue collaboratrici Lisa e Claudia, gli amministratori comunali: il sindaco Bruno Crippa, l'assessore all'istruzione Laura Pozzi e il consigliere delegato allo sport, Diego Sala.


''Sono appassionato di sport e in particolare di ciclismo - ha esordito il primo cittadino, proponendo ai ragazzi esempi di lealtà e rispetto dell'avversario, dalle cronache sportive internazionali. ''Il mio ciclista preferito è francese e si chiama Fabian Cancellara: ebbene, ricordo una recente gara in cui, pur non arrivando primo, giunto al traguardo è andato a stringere la mano al vincitore. Un altro caso è quello di Musseu, che ha chiamato suo figlio Gianni, in onore dello storico rivale Bugno. Oppure basta pensare alle partite di calcio, dove alla fine gli atleti si scambiano le maglie. Bisogna concepire lo sport partendo dai suoi valori positivi: su tutti rispetto dell'avversario e umanità''.

Il sindaco Bruno Crippa, Tony Supino di Comunità Nuova e Federico Villa

L'assessore Laura Pozzi omaggia l'ospite con il volume dedicato al Parco del Curone

Ma la parte più emozionante della mattinata, è stata la testimonianza di Federico Villa, atleta disabile capace di macinare decine di chilometri, l'uno dopo l'altro, sulla sua handbike, che ha mostrato dal vivo ai ragazzi. ''Quella che vedete è di mio nipote. Lui è normodotato, come voi, eppure ha deciso di lanciarsi nel paraciclismo, emulando le gesta di suo padre e le mie. Non è facile, perchè vi assicuro, è uno sport che richiede parecchia fatica, a dispetto di quanto si possa pensare sugli sport paralimpici'' ha affermato l'atleta.


Federico poi, si è rivolto ai ragazzi con una provocazione, per far loro capire quanto poco contino, se ci si riflette davvero sopra, le differenze. ''Mi vedete diverso da voi perchè siedo su quattro ruote. In effetti avete ragione, ma anche voi ragazzi siete differenti l'uno dall'altro: c'è chi è più alto, chi ha i capelli lunghi e chi porta l'orecchino. Quindi dove sta la differenza tra noi disabili e i normodotati? Tutti abbiamo una testa e un cervello. E l'esempio di mio nipote deve far riflettere: lui, normodotato, che garaggia nel paraciclismo insieme agli atleti disabili. Oppure Pistorius, che aveva chiesto di gareggiare alle olimpiadi, pur essendo disabile. L'importante è avere la stessa passione, la diversità in fondo, non esiste''.


Una testimonianza semplice e diretta quella dell'atleta, che si è fatto ''interrogare'' volentieri dagli studenti missagliesi, che non hanno mancato di soddisfare tutte le loro curiosità.
Federico ha poi raccontato l'iniziale difficoltà nell'accettare la malattia che piano piano lo ha privato della mobilità, costringendolo sulla sedia a rotelle. ''Bisogna avere coscienza di se stessi, con i propri limiti e potenzialità. Ho provato a evitare la sedia, fino alla quinta superiore non la volevo accettare: camminavo come un ubriaco, barcollavo di qua e di là. Ma poi ho capito che non ne potevo fare a meno e che, così facendo, mi precludevo molte occasioni. Quando ho preso coscienza di questo, sono riuscito a vivere meglio'' ha detto con il sorriso.

C'è stato poi il tempo per raccontare le prossime missioni che attendono il giovane atleta residente nella vicina Carate, che negli ultimi tempi ha messo da parte l'agonismo per dedicarsi all'avventura: il sogno di un viaggio in Norvegia e perchè no, in Vietnam.
Infine si è passati al momento tanto atteso dai ragazzi che, a turno, hanno potuto testare la difficoltà di pedalare con le braccia, usando una handbike.
Una mattinata allegra, fatta di risate, ma che ha saputo essere di grande riflessione per i ragazzi. Perchè, come dice Federico ''gli ostacoli ci sono, non se ne vanno mai, de­vi solo imparare a girarci in­torno''.

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Gloria Crippa
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