Il 25 Monticello ricorderà don Franco Mapelli, il sacerdote protagonista della Liberazione
Il prete ''della Liberazione''. A diciassette anni dalla sua scomparsa è ancora forte il ricordo di don Franco Mapelli, sacerdote nativo di Barzanò, che trascorse gli ultimi anni della sua vita a Monticello.
La sua esperienza di religioso al servizio degli ultimi è emblematica nei giorni in cui si ricorda la Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. Perchè don Franco si oppose alle ingiustizie e ai soprusi della dittatura, diventando punto di riferimento per ricercati politici e razziali.
Nato a Barzanò, frazione San Feriolo, il 6 novembre 1919, don Franco Mapelli fu ordinato sacerdote a Milano il 29 maggio 1943 e destinato a Melzo come coadiutore. Nel 1963 invece, fu nominato prevosto della parrocchia di S.Antonio Maria Zaccaria a Milano, che lasciò per gravi problemi di salute nel 1990, quando si trasferì a Monticello dai parenti.
Don Giovanni Barbareschi, nel volume dal titolo ''Memoria di sacerdoti ribelli per amore'' edito nel 1986, lo definisce un prete ''dalla personalità forte e decisa. Quando nella zona si costituiscono alcuni gruppi partigiani, don Franco diventa cappellanno della 105° Brigata Garibaldi Fiume Adda''.
Una brigata alla quale il sacerdote barzanese seppe garantire assistenza religiosa. ''Quando i fascisti della Brigata Muti decidono di fucilare una ventina di partigiani e già li hanno portati di fronte al plotone di esecuzione, con Franco con tempestività e coraggio fa intervenire il comando tedesco e in tal modo viene impedito l'eccidio'' prosegue sempre don Giovanni Barbareschi nel suo intervento.
Proprio per la sua propensione ad offrire aiuto a ricercati politici e razziali, ai giovani renitenti alla leva repubblichina e agli ebrei, venne arrestato due volte dai fascisti della Brigata Muti che furono poi costretti, in assenza di prove, a lasciarlo libero. Nei giorni della Liberazione intervenne personalmente per trattare la resa e per accompagnare l'esodo di squadre tedesche e fasciste da Melzo. Il 30 aprile 1945 insieme a don Enrico Cazzaniga, parroco di Liscate, si diede da fare non poco per salvare il paese dalla distruzione minacciata da una colonia tedesca in ritirata. Ai primi di maggio infine, organizzò insieme alla Pontificia opera assistenza, colonne di camion per il ritorno in patria dei deportati dai campi di concentramento tedeschi.
Oltre a tutto questo non si può dimenticare l'opera del sacerdote a favore delle attività parrocchiali.
Monticello ricorderà don Franco Mapelli durante le celebrazioni del 25 aprile che si terranno in paese venerdì, sia in centro che nelle frazioni di Cortenuova e Torrevilla (clicca qui per visualizzare il programma).
Il sindaco Luca Rigamonti, venuto a conoscenza della figura del sacerdote, ha raccolto informazioni sulla sua esperienza di prete al servizio dei bisognosi proprio nei giorni della Liberazione.
''Il prete non sempre può essere parroco e pastore: sovente è bene che si apparti e rinunci. Ma il prete non può rinunciare ad essere prete, è prete sempre, è sacerdote in eterno: prega, celebra e si offre per salire con Cristo il suo calvario e abbracciare la Croce''. Don Franco Mapelli
La sua esperienza di religioso al servizio degli ultimi è emblematica nei giorni in cui si ricorda la Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. Perchè don Franco si oppose alle ingiustizie e ai soprusi della dittatura, diventando punto di riferimento per ricercati politici e razziali.
Don Franco Mapelli nel cinquantesimo di sacerdozio
Nato a Barzanò, frazione San Feriolo, il 6 novembre 1919, don Franco Mapelli fu ordinato sacerdote a Milano il 29 maggio 1943 e destinato a Melzo come coadiutore. Nel 1963 invece, fu nominato prevosto della parrocchia di S.Antonio Maria Zaccaria a Milano, che lasciò per gravi problemi di salute nel 1990, quando si trasferì a Monticello dai parenti.
Don Giovanni Barbareschi, nel volume dal titolo ''Memoria di sacerdoti ribelli per amore'' edito nel 1986, lo definisce un prete ''dalla personalità forte e decisa. Quando nella zona si costituiscono alcuni gruppi partigiani, don Franco diventa cappellanno della 105° Brigata Garibaldi Fiume Adda''.
Una brigata alla quale il sacerdote barzanese seppe garantire assistenza religiosa. ''Quando i fascisti della Brigata Muti decidono di fucilare una ventina di partigiani e già li hanno portati di fronte al plotone di esecuzione, con Franco con tempestività e coraggio fa intervenire il comando tedesco e in tal modo viene impedito l'eccidio'' prosegue sempre don Giovanni Barbareschi nel suo intervento.
A sinistra l'accoglienza del prevosto don Franco nella chiesa Rossa a Milano e
nell'immagine accanto don Franco insieme al cardinal Montini a Melzo
nell'immagine accanto don Franco insieme al cardinal Montini a Melzo
Proprio per la sua propensione ad offrire aiuto a ricercati politici e razziali, ai giovani renitenti alla leva repubblichina e agli ebrei, venne arrestato due volte dai fascisti della Brigata Muti che furono poi costretti, in assenza di prove, a lasciarlo libero. Nei giorni della Liberazione intervenne personalmente per trattare la resa e per accompagnare l'esodo di squadre tedesche e fasciste da Melzo. Il 30 aprile 1945 insieme a don Enrico Cazzaniga, parroco di Liscate, si diede da fare non poco per salvare il paese dalla distruzione minacciata da una colonia tedesca in ritirata. Ai primi di maggio infine, organizzò insieme alla Pontificia opera assistenza, colonne di camion per il ritorno in patria dei deportati dai campi di concentramento tedeschi.
Oltre a tutto questo non si può dimenticare l'opera del sacerdote a favore delle attività parrocchiali.
Monticello ricorderà don Franco Mapelli durante le celebrazioni del 25 aprile che si terranno in paese venerdì, sia in centro che nelle frazioni di Cortenuova e Torrevilla (clicca qui per visualizzare il programma).
Il sindaco Luca Rigamonti, venuto a conoscenza della figura del sacerdote, ha raccolto informazioni sulla sua esperienza di prete al servizio dei bisognosi proprio nei giorni della Liberazione.
''Il prete non sempre può essere parroco e pastore: sovente è bene che si apparti e rinunci. Ma il prete non può rinunciare ad essere prete, è prete sempre, è sacerdote in eterno: prega, celebra e si offre per salire con Cristo il suo calvario e abbracciare la Croce''. Don Franco Mapelli
G. C.