Oggiono: rogo al campeggio nel '10, in 3 a processo e il titolare costituito parte civile

I vigili del fuoco al camping di Oggiono
in una foto di repertorio
in una foto di repertorio
"Abbiamo avuto anche altri incendi - ha ammesso rispondendo alle domanda che gli venivano poste - ma sempre causati dall'incuria dei campeggianti" ha puntualizzando. Anche l'episodio per cui si sta procedendo attualmente in Tribunale a Lecco, stando almeno al quadro accusatorio oggi sostenuto dal vice procuratore Mattia Mascaro e ovviamente ancora tutto da provare, potrebbe essere stato determinato da un'inavvertenza (nello specifico l'uso di una stufetta elettrica difettosa), ragione per cui si trovano a rispondere di danneggiamenti tre imputati: il firmatario del contratto di locazione della piazzola su cui era posizionata la roulotte da cui si sono originate le fiamme, suo figlio (al momento irreperibile) e la compagna di quest'ultimo. Se il primo, subentrato al ragazzo quale titolare del contratto a garanzia di una più regolare corresponsione del dovuto per l'affitto dello spazio attrezzato all'interno del campeggio, non si trovava a Oggiono il giorno dell'incendio, gli altri due erano invece presenti nel loro alloggio quando questo venne avvolto dal fuoco. Con loro, a detta del titolare del camping, vi erano anche altri due soggetti "irregolari" all'interno della struttura in quanto non registrati all'ingresso.
"I vigili del fuoco dissero che non si trattava di un incendio doloso ma che le cause erano accidentali" ha spiegato dinnanzi al giudice Gian Marco De Vincenzi il Carabinieri intervenuto subito dopo il rogo, confermando come le fiamme avessero intaccato non una ma ben tre "abitazioni" e quanto a loro vicino.
Si tornerà in Aula il prossimo 8 ottobre, giorno in cui saranno sentiti i rimanenti testi citati dal Pm.
A.M.