Oggiono: l'esperienza missionaria del gruppo '''Smileland'', Elisa Andreoli e suor Valentina
Quella difficoltà a tornare, a indossare i panni di sempre, a riabituarsi alla fretta, dopo aver visto e vissuto povertà assolute, dopo aver provato la meraviglia di paesaggi intensi e infiniti. Le missioni in tutto il mondo sono migliaia, forse milioni, ma tutte hanno questo filo conduttore comune: chi vive questa esperienza sarà sempre destinato a lasciare un pezzo di cuore nei paesi in cui è stato e a vivere un'esistenza perennemente sospesa: in fondo sempre straniero in quei paesi lontani, non soltanto geograficamente ma anche per cultura e possibilità, e poi, al momento del ritorno, incapace di riprendere i ritmi forsennati della nostra realtà senza avere continuamente sotto gli occhi quelle vite dure in cui tuttavia tante cose sembrano più vere.
E' stato anche il sentire comune delle tre esperienze di missione raccontate mercoledì sera nel saloncino parrocchiale di Oggiono. Tre avventure diverse in altrettanti continenti molto lontani tra loro. Quella dei "ragazzi di Galbiate", impegnati nella costruzione di un centro polifunzionale per ragazzi di strada a Nchiru, in Kenya; quella di Elisa Andreoli, 23enne oggionese che ha vissuto sei mesi nel villaggio di Ambanà, in Bolivia; e infine quella di Madre Valentina Pozzi, lecchese, per quattro anni impegnata nella missione cattolica St. Anthony nell'isola di Kiriwina, in Papua Nuova Guinea.
Tutti hanno raccontato la loro esperienza di solidarietà nel corso dell'incontro con il gruppo missionario di Oggiono.
I primi sono stati i ragazzi di "Galbiate per l'Africa", un gruppo di giovani accomunati da precedenti esperienze di volontariato, che nel 2012 ha deciso di unirsi per realizzare un progetto autofinanziato e autogestito, quello appunto del centro polifunzionale per ragazzi di strada presso il St. Francis Village, gestito dall'associazione Amici di San Francesco di Osnago. Grazie a due edizioni della fortunata "Tutti fuori", la kermesse di musica, tornei e iniziative a sostegno dell'Africa organizzata nel Parco Marselli di Galbiate, il gruppo ha raccolto fondi per il progetto arrivando quest'anno a diventare un'associazione, "Smileland", già pronta a mettersi in pista per raccogliere nuovi fondi, innanzitutto per completare il centro destinato ai ragazzi di strada ma anche per portare nuovo aiuto a sostegno di nuovi progetti, non necessariamente in Africa.
Con l'operazione Mato Grosso è invece partita Elisa Andreoli, fresca di ritorno dalla sua esperienza boliviana e tuttora impegnata nelle tante attività di raccolta fondi dell'associazione. Un'esperienza la sua a stretto contatto con una cinquantina di adolescenti boliviani dalle storie difficili, accolti dalla missione che si occupa di dare loro un'istruzione, ma anche con i tanti anziani abbandonati spesso in solitudine negli angoli più lontani delle comunità di Ambanà.
E infine Madre Valentina Pozzi, per quattro anni nell'isola di Kiriwina, in Papua Nuova Guinea, che ha offerto uno squarcio toccante sulle difficoltà e la bellezza dell'essere missionari, sempre in equilibrio precario tra la volontà e la possibilità di aiutare, i momenti di solitudine e lo stupore di fronte a una realtà difficile che tuttavia ha tanto da insegnare.
Nell'immagine i ragazzi dell'associazione Smileland
E' stato anche il sentire comune delle tre esperienze di missione raccontate mercoledì sera nel saloncino parrocchiale di Oggiono. Tre avventure diverse in altrettanti continenti molto lontani tra loro. Quella dei "ragazzi di Galbiate", impegnati nella costruzione di un centro polifunzionale per ragazzi di strada a Nchiru, in Kenya; quella di Elisa Andreoli, 23enne oggionese che ha vissuto sei mesi nel villaggio di Ambanà, in Bolivia; e infine quella di Madre Valentina Pozzi, lecchese, per quattro anni impegnata nella missione cattolica St. Anthony nell'isola di Kiriwina, in Papua Nuova Guinea.
Tutti hanno raccontato la loro esperienza di solidarietà nel corso dell'incontro con il gruppo missionario di Oggiono.
I primi sono stati i ragazzi di "Galbiate per l'Africa", un gruppo di giovani accomunati da precedenti esperienze di volontariato, che nel 2012 ha deciso di unirsi per realizzare un progetto autofinanziato e autogestito, quello appunto del centro polifunzionale per ragazzi di strada presso il St. Francis Village, gestito dall'associazione Amici di San Francesco di Osnago. Grazie a due edizioni della fortunata "Tutti fuori", la kermesse di musica, tornei e iniziative a sostegno dell'Africa organizzata nel Parco Marselli di Galbiate, il gruppo ha raccolto fondi per il progetto arrivando quest'anno a diventare un'associazione, "Smileland", già pronta a mettersi in pista per raccogliere nuovi fondi, innanzitutto per completare il centro destinato ai ragazzi di strada ma anche per portare nuovo aiuto a sostegno di nuovi progetti, non necessariamente in Africa.
Alcuni dei "ragazzi di Galbiate" con Elisa Andreoli e suor Valentina Pozzi
Con l'operazione Mato Grosso è invece partita Elisa Andreoli, fresca di ritorno dalla sua esperienza boliviana e tuttora impegnata nelle tante attività di raccolta fondi dell'associazione. Un'esperienza la sua a stretto contatto con una cinquantina di adolescenti boliviani dalle storie difficili, accolti dalla missione che si occupa di dare loro un'istruzione, ma anche con i tanti anziani abbandonati spesso in solitudine negli angoli più lontani delle comunità di Ambanà.
E infine Madre Valentina Pozzi, per quattro anni nell'isola di Kiriwina, in Papua Nuova Guinea, che ha offerto uno squarcio toccante sulle difficoltà e la bellezza dell'essere missionari, sempre in equilibrio precario tra la volontà e la possibilità di aiutare, i momenti di solitudine e lo stupore di fronte a una realtà difficile che tuttavia ha tanto da insegnare.
Marta Mazzolari