La storia di M.Erminia. Da Sirtori a Timor Est
Una giornata dedicata interamente a Madre Erminia Cazzaniga quella di domenica 27 settembre che ha visto un ulteriore toccante e significativo momento di preghiera ad apertura del pomeriggio. Padre Paolo Ciceri, affiancato da Don Claudio Perfetti, ha presieduto la celebrazione del momento comunitario al quale i sirtoresi hanno partecipato lieti di ricordare e rinnovare l'esperienza di Madre Ermina e la sua missione a Timor Est.
" Questo nostro raccoglimento è stato pensato per conoscere meglio Madre Erminia, riportando immagini, scritti e ricordi presenti nella nostra mente, arrivando a capire realmente come la missione possa essere stata una scelta di vita desiderata, inseguita e vissuta appieno da Suor Erminia", le parole di Padre Paolo hanno introdotto i fedeli all'ascolto di tre emozionanti, concrete e sorprendenti esperienze di vita condotte sull'esempio di Madre Erminia.

La prima testimonianza, quella di una giovane Madre delle Canossiane della "Casa Generalizia delle Figlie della carità " di Vimercate, ha ricondotto i presenti al lontano 14 settembre 1960, anno in cui Madre Erminia prese i voti perpetui presso lo stesso istituto. Il 5 dicembre del medesimo anno Madre Erminia lasciò la famiglia, gli amici ed il paese e partì, determinata, per l'isola di Timor, con destinazione Ossù. Come scriveva nelle sue lettere, "dal popolo timorese, abituato alla povertà ed alla sofferenza, ho ricevuto la capacità di accogliere il dolore. Sono loro che a volte mi infondono il coraggio e la forza di perseverare nella mia missione. Ogni giorno mi fanno sentire e capire il valore della mia vocazione".
Madre Erminia rientrò per l'ultima volta a casa nel 1995 e morì quattro anni dopo a Los Palos, vittima di un vile agguato ad opera di un gruppo di miliziani, al ritorno dalla sua missione. Certamente la sua vita fu vissuta completamente, al servizio del prossimo, considerato sempre un componente della sua famiglia, non uno straniero, nà© emarginato ed estraneo. Il popolo di Timor ha accolto da subito Suor Erminia come una vera Madre, quale si è rivelata nel corso degli anni; la lontananza dalla Sua terra è stata alleviata con il tempo "dagli abitanti di Timor. Non mi sono strani il clima, il popolo, le altre circostanze. Solo difficoltosa è la lingua, ma mi difendo parlando il linguaggio dell'amore, universale". Come descritto dal giovane Angelo, fratello di una suora Salesiana operante a Timor, rientrato l'estate scorsa a casa, in seguito ad un viaggio di un mese , " solo recandosi sul luogo, terra di missione, si comprende realmente il significato dell'essere missionari. Ci si rapporta ad un'altra realtà , lontana, ma accogliente, comunicativa. Il missionario per gli abitanti di quei territori è una presenza spirituale, essenziale". A conclusione del momento di preghiera, Padre Paolo ha ricordato ai fedeli come un martire sia testimone coraggioso, uomo o donna che abbia saputo condividere la Sua strada fino alla fine, senza sottrarsi alle difficoltà reali, tangibili, accogliendo il prossimo con spirito di solidarietà ed umanità . Un grande cerchio di parrocchiani ha circondato il quadro raffigurante Madre Erminia, recitando il "Padre Nostro" e mantenendo così la promessa di "essere vera comunità , guardando a tutti con spirito di accoglienza".
I.B.