Casatenovo: petali di rosa e palloncini bianchi salutano l'uscita del feretro di Pasquale. I fratelli, 'dove passavi lasciavi il segno'

''Vorremmo fosse ancora qui con noi, ma Pasquale è giunto in porto e ora vive in Dio''. Si è avvalso del brano tratto dal Vangelo di Marco stamani don Enrico Castagna, nel pronunciare l'omelia in occasione delle esequie funebri di Pasquale Ricucci.

L'uscita del feretro di Pasquale Ricucci dalla parrocchia di Casatenovo

Parole non semplici da pronunciare per il sacerdote, che il 28enne vittima di un tragico incidente stradale avvenuto la scorsa settimana sulla tangenziale est, se lo ricorda bene. Era coadiutore in paese don Enrico, quando Pasquale frequentava l'oratorio. E stamani la chiesa di San Giorgio a Casatenovo era gremita come non mai, incapace di contenere le centinaia di familiari, amici e colleghi, giunti da ogni dove per dire addio ad un giovane padre, vittima di un destino crudele.


Le esequie funebri sono state celebrate dal parroco don Sergio Zambenetti, alla presenza, oltre di don Enrico Castagna, anche di don Lorenzo Radaelli, alla guida della parrocchia di Lomagna, comune dove Pasquale Ricucci risiedeva da qualche tempo insieme alla compagna Ramona e al loro piccolo Saverio e verso il quale al termine della cerimonia, le sue spoglie si sono dirette, per la tumulazione in cimitero.


Una notizia dolorosa quella della morte del 28enne per l'intera comunità di Casatenovo, dove ancora oggi vivono i genitori e i fratelli di Pasquale. In paese e nel circondario il suo era un volto noto: impossibile non ricordare il suo sorriso e l'impegno che aveva profuso nel mondo professionale, lavorando sin da giovanissimo nei mercati della zona.

Una bella immagine di Pasquale Ricucci

''Questa notizia l'abbiamo accolta con dolore e credo che da quando ne siamo venuti a conoscenza, ognuno di noi in questi giorni non abbia potuto fare a meno di pensarci'' ha esordito don Enrico. ''Oggi siamo accomunati da un dolore fortissimo, che fa emergere legami di amicizia e di affetto. Non possiamo che stringerci intorno ai familiari, cercando di comprendere cosa stiano provando in questo momento così difficile''.
Il sacerdote si è poi affidato al brano di Vangelo, una sorta di metafora della vicenda che come un vero e proprio ciclone si è abbattuta sulla famiglia Ricucci e sull'intera comunità.


''Quando l'ho ascoltato domenica durante la messa, non ho potuto non pensare a Pasquale e a questa storia''
ha detto don Enrico. ''Il brano si apre con un'immagine serena, splende il sole e gli apostoli prendono il largo. Un po' quello che ha fatto Pasquale, vivendo la vita come dono promettente e possibilità felice. Me lo ricordo bene nella sua vivacità, sempre cordiale. Guardava la vita con speranza: aveva già preso in mano quanto gli era stato donato e stava prendendo il largo'' ha continuato il sacerdote.


Un destino crudele però attendeva Pasquale Ricucci, sulla strada verso il lavoro, quella percorsa ogni mattina: l'impatto terribile con un'altra auto, mentre era alla guida della sua Bmw e la morte, sopraggiunta durante il trasporto in ospedale. ''Aveva fatto tanti sacrifici e si era realizzato nella sua professione, imparando dagli insegnamenti dei suoi genitori. Al contempo desiderava crearsi una famiglia e lo stava facendo insieme alla sua compagna e al loro bambino. Pasquale stava prendendo il largo''.


Ecco però che l'immagine nel Vangelo di Marco cambia, come la vita del 28enne: dopo il sole arriva la tempesta, anzi, un vero e proprio ciclone. ''Il brano di Marco si chiude con la figura di Gesù che dorme: un'immagine che può essere letta secondo molteplici significati. Credo che come un bambino si lasci cullare nelle braccia del padre, affidandosi cioè a Dio, che ci ha creati'' ha concluso don Enrico. ''Nel buio della morte è potuta risplendere la luce del Signore, le sue mani lo hanno preso. In questo silenzio possiamo sentire Dio che ci invita a non temere, a lasciar andare la rabbia e ad avere fede in lui. Pasquale non è assente, è solo invisibile e vive in Dio. Coraggio, la vita resta un dono e bisogna continuare a prendere il largo, nella certezza che andiamo tutti verso un porto sicuro''.


Al termine delle esequie i fratelli Giuseppe, Veronica e Jessica e la compagna del 28enne, Ramona, sono saliti sull'altare leggendo un toccante messaggio rivolto a Pasquale. ''Non ci saremmo mai immaginati di trovarci qui. In questi giorni ci siamo chiesti, perchè proprio tu? Ma la risposta non è arrivata e forse non arriverà mai. Tu che ci hai insegnato la parola felicità, tu che agivi per il bene della tua famiglia, che sapevi perdonare senza rancore. Ti ricordiamo così, spensierato e allegro, sempre pieno di progetti. Te ne sei andato troppo presto lasciando un vuoto incolmabile''.


A stento la sorella Veronica è riuscita a trattenere la commozione, nel dare lettura degli ultimi passaggi della lettera: ''eri un uragano, dove passavi lasciavi il segno e anche nella tua morte sei riuscito a lasciarci un segno, tuo figlio. Grazie a lui troviamo la forza di andare avanti. Continua a vivere nel suo e nel nostro cuore''.

Lo striscione all'ingresso del cimitero di Lomagna

Un applauso intriso di dolore e commozione è risuonato tra le mura della chiesa di San Giorgio. Petali di rose hanno salutato l'uscita del feretro dalla parrocchia e palloncini bianchi sono stati liberati in cielo, mentre all'ingresso del camposanto lomagnese, dove la salma del giovane è stata tumulata, è stato posizionato uno striscione con la sua immagine e la seguente frase: ''Solare, generoso, inimitabile. Semplicemente e per sempre Pasquale''.
G. C.
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