Colle - Olgiate: rinvenuto tra i boschi del Plis un masso coppellato, reperto storico

La scoperta risale a fine 2013, ma soltanto il 27 ottobre dello scorso anno, dopo aver fatto eseguire dei rilievi scientifici, l'Associazione Monte di Brianza ha inoltrato segnalazione di ritrovamento di reperto archeologico presso la Soprintendenza per i beni Archeologici della Regione Lombardia. 



Oggi l'associazione - che fa parte della Consulta del PLIS, organismo operativo e organizzativo del neonato parco insieme al Comitato di Coordinamento dei Sindaci - ha finalmente scelto di rendere noto il rinvenimento di un masso coppellato tra i boschi di Olgiate Molgora e Colle Brianza, nei pressi del sentiero che da Mondonico sale a Campsirago.
Il manufatto, riconducibile dal punto di vista cronologico con ogni probabilità all'Età del Ferro (dal IX al III secolo a.C.), consiste in una roccia di arenaria che emerge ad un'altezza dal suolo di circa 1 metro e mezzo per una lunghezza di 4,5 metri e una larghezza di 1,3. Su di essa in tempi antichissimi furono praticate delle incisioni rupestri: 31 incavi emisferici con fondo levigato (coppelle) di diametro variabile tra i 20 e i 2 centimetri e uniti tra di loro e con l'esterno della superficie da canaletti.



I rilievi sul masso


Incisi per percussione con uno strumento metallico e levigati con delle pietre, la funzione dei massi coppellati è ancora in dibattuta tra gli studiosi: probabilmente furono legati a culti ancestrali della natura, forse utilizzati per raccogliere l'acqua piovana per fecondare la terra o forse usati come altari sacrificali per far scorrere il sangue delle vittime; ma non si esclude che potessero anche essere segni di confine, riempiti di grassi e oli per accendere piccoli fuochi, o osservatori in cui ricalcare la volta celeste.Il mistero avvolge anche il ritrovamento del Monte di Brianza, complice l'impossibilità, almeno fino all'intervento della Soprintendenza, di collegarlo ad un contesto archeologico. Per ora si sa soltanto che simili scoperte non sono nuove sul San Genesio: negli anni '90 e nel 2009 due massi coppellati furono infatti rinvenuti nella zona di Villa Vergano a Galbiate. In comune con il masso recentemente riportato alla luce hanno la posizione preminente su una vasta area, anche se quest'ultimo ha la particolarità di essere al centro di una struttura circolare formata da altre varie rocce.





"In attesa dei rilievi della Soprintendenza abbiamo fatto esaminare il masso da un esperto del settore che ci ha confermato si tratti di un reperto di valore archeologico" hanno spiegato i referenti dell'Associazione Monte di Brianza. "Inizialmente la roccia era nascosta dalla vegetazione e ricoperta di muschio e foglie, per cui abbiamo provveduto alla sua pulizia, dopodiché lo studioso ha realizzato un rilievo grafico manuale bidimensionale su un foglio trasparente di polietilene, rilievi metrici e fotografici".



La zona in cui è situato

"In primavera sarà compito della Soprintendenza effettuare un sopralluogo più mirato - hanno continuato i volontari - noi siamo ovviamente felici per la scoperta che offre al territorio un ulteriore tesoro da tutelare, aggiungendo peculiarità all'area e valorizzandolo anche agli occhi delle istituzioni".
Toccherà ora anche alle amministrazioni comunali coinvolte nel Plis del Monte di Brianza dare lustro al territorio e alla nuova scoperta.
M.F.
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