Sirtori: mamma Elena racconta il cancro al suo bambino. Con coraggio e amore per la vita, nasce una 'favola' sulla malattia
Trasformare il dramma in una possibilità di rinascita. Una frase tratta dall'introduzione del libro "Il pianetino impazzito", presentato nel pomeriggio di venerdì presso la biblioteca di Sirtori, che ben sintetizza l'esperienza di Elena Casiraghi, "mamma coraggio" che, scoperto di avere il cancro al seno, ha saputo raccontare al suo bambino Daniele, con le giuste metafore, la malattia che l'aveva colpita. Da quelle spiegazioni è nata una "favola", scritta dalla sorella Enrica, illustrata dalla stessa Elena e pubblicata in collaborazione con l'associazione FareSalute, in cui il tumore al seno diviene, appunto, un pianetino impazzito che vuole conquistare il suo universo, ovvero il corpo della mamma.
Ad introdurre l'incontro è stata il consigliere comunale Stefania Panzeri, in rappresentanza dell'amministrazione, che ha patrocinato l'evento. "Non ospitiamo spesso la presentazione di libri, ma questa volta abbiamo voluto farlo anche perché la protagonista della storia, Elena, è nostra concittadina. Il mio grazie va a tutte le persone che, attraverso associazioni come FareSalute, assistono e affiancano altre persone nelle diverse tappe della loro vita. Oltre alle cure mediche, essenziali, il sostegno a livello emotivo e morale è altrettanto importante" ha dichiarato.
La parola è quindi andata al presidente di FareSalute, la dottoressa Carla Magni. "Una sala così piena dimostra la vostra sensibilità, per essere venuti ad ascoltare un incontro su un tema che spesso si cerca di respingere. L'incontro con il cancro è infatti uno scontro. Proprio per questo, ormai anni fa, partendo dall'esperienza di volontariato legata all'Ospedale di Merate abbiamo dato vita alla nostra associazione, con l'obiettivo di affiancare il malato e la sua famiglia nelle diverse fasi del percorso. Recentemente è nato il progetto "Mamma, papà non ditemi bugie", dedicato ai bambini dai 5 ai 14 anni, per aiutare i genitori e i ragazzini nel dialogo sulla malattia, educando anche a scuola alla conoscenza del cancro" ha affermato la dottoressa, che ha poi proseguito: "Elena è stata una mamma coraggiosa che, affrontando la malattia, ha saputo anche spiegarla al suo piccolo Daniele. Un racconto che rappresenta un valore aggiunto al nostro progetto. Grazie quindi ad Elena ed Enrica per averci fatto un doppio regalo, scegliendo di condividere la favola scritta, donando inoltre i proventi della vendita del volume al nostro sodalizio".
L'importanza della breve favola è stata ribadita quindi anche dall'intevento della psicoterapeuta di FareSalute Daniela Rossi, che ha seguito la donna nel suo percorso di elaborazione della malattia. "Elena, attraverso le peripezie vissute, con la sua famiglia al fianco, è riuscita a trasformare il cancro in una favola. E' la testimonianza di chi ha avuto il coraggio di affrontare il dolore, accompagnarsi nelle cure e diventare un modello: quello di una mamma che è riuscita a dare alla malattia una forma e un'immagine comprensibile ai bambini" ha spiegato la dottoressa.
Un male incomprensibile e temibile non solo per i più piccini ma anche per gli adulti, come al momento della diagnosi è stato anche per la stessa protagonista, suo malgrado, della vicenda che ha ispirato "Il pianetino Impazzito", Elena Casiraghi. "Quando ho scoperto di essere ammalata, per me e mio marito è stato un duro colpo. La parola cancro era impronunciabile, ma abbiamo subito voluto rendere partecipe di quanto stava accadendo nostro figlio perché, sebbene all'epoca avesse solo due anni, sapevamo che i bambini sono i primi ad accorgersi di quando qualcosa non va. Gli abbiamo parlato di una pallina dura nel seno della mamma, spiegandogli che avrei perso i capelli ma che comunque stavo bene e lui, piano piano, ha capito ed accettato. Mi sono buttata a capofitto nelle cure e posso dire che la sanità italiana, almeno per quella che è la mia esperienza è all'avanguardia: ho incontrato persone sempre in grado di aiutarmi ed ascoltarmi" ha esordito infatti.
"Quando le mie condizioni sono migliorate, tornata al lavoro, ho avuto un nuovo shock. Nella malattia ci sono tempi di attesa, nella vita reale invece ti viene chiesto tutto e subito. Ho quindi iniziato un percorso di aiuto psicologico, che è stato per me davvero importante: sono rinata. Ho imparato a convivere con la malattia e le cure, sono fortunata perché stanno andando bene, e ora non mi fa più paura la parola cancro. La dottoressa Rossi sa "tirare fuori" i sentimenti dalle persone e in me ha fatto rivivere la voglia di dedicarmi alle cose che avrei sempre voluto fare. Come il disegno, mia grande passione, mentre mia sorella ha sempre amato scrivere. Quindi ho penato, perché non dare vita, insieme, ad una favola illustrata?".
Una proposta subito accolta dalla sorella Enrica, che ha avuto l'idea di mettere nero su bianco la storia de "Il pianetino impazzito", partendo dalle immagini con cui il piccolo Daniele è stato avvicinato alla malattia della madre. "Volevo scrivere una storia che potesse essere d'aiuto a tutti i bambini che si trovano in questa situazione. Ovviamente in chiave metaforica: si parla di pianeti, ufo e stelle. Mia sorella ha approvato l'idea e si è occupata dei disegni. Inizialmente pensavamo di tenere questa favola per noi ma poi, con l'aiuto di FareSalute e delle dottoresse Rossi e Magni in particolare abbiamo deciso di pubblicarla, grazie anche all'appoggio di alcuni sponsor" ha spiegato Enrica.
Quindi l'intervento di Rosaria Beretta, insegnante del piccolo Daniele, che ha raccontato la capacità del bambino, appresa probabilmente anche grazie a quest'esperienza, di sdrammatizzare le situazioni difficili e di conflitto che si possono venire a creare nell'ambiente scolastico, ringraziando Elena, Enrica e i rappresentanti di FareSalute perché, grazie a loro "il pianetino impazzito ora è luminoso e fa meno paura".
Infine, con l'ausilio della bibliotecaria Roberta Trabucchi, si è proceduto alla lettura di alcuni brani della favola, accompagnati dalla musica suonata dalle abili mani della violinista Antonella La Donna, che ha concluso la presentazione.
Enrica ed Elena Casiraghi
Ad introdurre l'incontro è stata il consigliere comunale Stefania Panzeri, in rappresentanza dell'amministrazione, che ha patrocinato l'evento. "Non ospitiamo spesso la presentazione di libri, ma questa volta abbiamo voluto farlo anche perché la protagonista della storia, Elena, è nostra concittadina. Il mio grazie va a tutte le persone che, attraverso associazioni come FareSalute, assistono e affiancano altre persone nelle diverse tappe della loro vita. Oltre alle cure mediche, essenziali, il sostegno a livello emotivo e morale è altrettanto importante" ha dichiarato.
La parola è quindi andata al presidente di FareSalute, la dottoressa Carla Magni. "Una sala così piena dimostra la vostra sensibilità, per essere venuti ad ascoltare un incontro su un tema che spesso si cerca di respingere. L'incontro con il cancro è infatti uno scontro. Proprio per questo, ormai anni fa, partendo dall'esperienza di volontariato legata all'Ospedale di Merate abbiamo dato vita alla nostra associazione, con l'obiettivo di affiancare il malato e la sua famiglia nelle diverse fasi del percorso. Recentemente è nato il progetto "Mamma, papà non ditemi bugie", dedicato ai bambini dai 5 ai 14 anni, per aiutare i genitori e i ragazzini nel dialogo sulla malattia, educando anche a scuola alla conoscenza del cancro" ha affermato la dottoressa, che ha poi proseguito: "Elena è stata una mamma coraggiosa che, affrontando la malattia, ha saputo anche spiegarla al suo piccolo Daniele. Un racconto che rappresenta un valore aggiunto al nostro progetto. Grazie quindi ad Elena ed Enrica per averci fatto un doppio regalo, scegliendo di condividere la favola scritta, donando inoltre i proventi della vendita del volume al nostro sodalizio".
Le dottoresse Magni e Rossi di FareSalute
L'importanza della breve favola è stata ribadita quindi anche dall'intevento della psicoterapeuta di FareSalute Daniela Rossi, che ha seguito la donna nel suo percorso di elaborazione della malattia. "Elena, attraverso le peripezie vissute, con la sua famiglia al fianco, è riuscita a trasformare il cancro in una favola. E' la testimonianza di chi ha avuto il coraggio di affrontare il dolore, accompagnarsi nelle cure e diventare un modello: quello di una mamma che è riuscita a dare alla malattia una forma e un'immagine comprensibile ai bambini" ha spiegato la dottoressa.
Il consigliere comunale Stefania Panzeri e l'insegnate Rosaria Beretta
Un male incomprensibile e temibile non solo per i più piccini ma anche per gli adulti, come al momento della diagnosi è stato anche per la stessa protagonista, suo malgrado, della vicenda che ha ispirato "Il pianetino Impazzito", Elena Casiraghi. "Quando ho scoperto di essere ammalata, per me e mio marito è stato un duro colpo. La parola cancro era impronunciabile, ma abbiamo subito voluto rendere partecipe di quanto stava accadendo nostro figlio perché, sebbene all'epoca avesse solo due anni, sapevamo che i bambini sono i primi ad accorgersi di quando qualcosa non va. Gli abbiamo parlato di una pallina dura nel seno della mamma, spiegandogli che avrei perso i capelli ma che comunque stavo bene e lui, piano piano, ha capito ed accettato. Mi sono buttata a capofitto nelle cure e posso dire che la sanità italiana, almeno per quella che è la mia esperienza è all'avanguardia: ho incontrato persone sempre in grado di aiutarmi ed ascoltarmi" ha esordito infatti.
"Quando le mie condizioni sono migliorate, tornata al lavoro, ho avuto un nuovo shock. Nella malattia ci sono tempi di attesa, nella vita reale invece ti viene chiesto tutto e subito. Ho quindi iniziato un percorso di aiuto psicologico, che è stato per me davvero importante: sono rinata. Ho imparato a convivere con la malattia e le cure, sono fortunata perché stanno andando bene, e ora non mi fa più paura la parola cancro. La dottoressa Rossi sa "tirare fuori" i sentimenti dalle persone e in me ha fatto rivivere la voglia di dedicarmi alle cose che avrei sempre voluto fare. Come il disegno, mia grande passione, mentre mia sorella ha sempre amato scrivere. Quindi ho penato, perché non dare vita, insieme, ad una favola illustrata?".
Una proposta subito accolta dalla sorella Enrica, che ha avuto l'idea di mettere nero su bianco la storia de "Il pianetino impazzito", partendo dalle immagini con cui il piccolo Daniele è stato avvicinato alla malattia della madre. "Volevo scrivere una storia che potesse essere d'aiuto a tutti i bambini che si trovano in questa situazione. Ovviamente in chiave metaforica: si parla di pianeti, ufo e stelle. Mia sorella ha approvato l'idea e si è occupata dei disegni. Inizialmente pensavamo di tenere questa favola per noi ma poi, con l'aiuto di FareSalute e delle dottoresse Rossi e Magni in particolare abbiamo deciso di pubblicarla, grazie anche all'appoggio di alcuni sponsor" ha spiegato Enrica.
Quindi l'intervento di Rosaria Beretta, insegnante del piccolo Daniele, che ha raccontato la capacità del bambino, appresa probabilmente anche grazie a quest'esperienza, di sdrammatizzare le situazioni difficili e di conflitto che si possono venire a creare nell'ambiente scolastico, ringraziando Elena, Enrica e i rappresentanti di FareSalute perché, grazie a loro "il pianetino impazzito ora è luminoso e fa meno paura".
Infine, con l'ausilio della bibliotecaria Roberta Trabucchi, si è proceduto alla lettura di alcuni brani della favola, accompagnati dalla musica suonata dalle abili mani della violinista Antonella La Donna, che ha concluso la presentazione.
Alice Zerbinati