Anche undici giovanissimi residenti a Casatenovo, Monticello e Rogeno indagati dalla Procura per spaccio di droga via 'social'

Ha travolto come un ciclone anche il territorio casatese l'inchiesta ''Sballo 2.0'' che, condotta dagli uomini della Squadra Investigativa del Commissariato di Polizia di Stato di Monza, ha consentito di smantellare una vasta organizzazione operante su più province e composta perlopiù da giovanissimi, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti.

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Tre custodie cautelari in carcere eseguite, un arresto in flagranza di reato, un soggetto sottoposto a obbligo di dimora e altri sei indagati a piede libero: questi i numeri dell'operazione coordinata dalla Procura di Monza nel territorio lecchese, con fermi e perquisizioni scattate nella mattinata di martedì a Casatenovo, Monticello e Rogeno.


Sessantuno invece, gli indagati complessivi dell'inchiesta, la cui attività d'indagine ha preso il via nel gennaio 2014, quando una 16enne residente nel monzese, a Triuggio, è finita in ospedale dopo aver dato in escandescenza davanti ad una fermata del pullman.


La giovane, in evidente stato dissociativo, aveva assunto ketamina in una discoteca milanese: un gravissimo errore che le è costato il ricovero per dieci giorni nel reparto di neuropsichiatria infantile dell'ospedale San Gerardo di Monza.
L'attività investigativa sviluppata con tecniche tradizionali di appostamento, avvalendosi anche di tecnologie avanzate, ha consentito di ricostruire la piramide dello spaccio della droga sintetica, partendo dai consumatori, passando per gli spacciatori al dettaglio, fino a giungere ai fornitori principali, alcuni dei quali importatori di ketamina dall'estero.


I sessantuno indagati sono per la maggior parte italiani, insospettabili e incensurati, che sfruttando i social network, offrivano, compravano e rivendevano le nuove droghe, raggiungendo con estrema facilità, anche una clientela di minorenni. Gli accordi per l'acquisto degli stupefacenti (marijuana, hashish, cocaina e droghe sintetiche) avvenivano il più delle volte sfruttando i social network e i sistemi di messaggistica istantanea: da Facebook sino ad arrivare a Whatsapp, passando per Twitter, Skype e Viber. Spacciatori e acquirenti comunicavano avvalendosi di termini criptici, noti solo agli interlocutori.


Le più comuni emoticon previste da WhatsApp e da Facebook rappresentavano i diversi tipi di droga (un quadrifoglio indicava ad esempio una dose di marijuana). Espressioni comunissime tra i giovani avevano, in realtà, significati criminosi ("andiamo a bere = acquistare Ketamina liquida" o "10 libri di scienze = 10 grammi di marijuana").
Il vero e proprio scambio invece, avveniva presso gli istituti scolastici, o direttamente in discoteca.


Una rete di scambio fittissima: le indagini della Polizia, partite da Monza, hanno toccato in breve tempo i territori confinanti, in particolare le province di Milano, Brescia, Bergamo, Verbania e Lecco. In sei mesi gli uomini del commissariato di Monza hanno svolto 22 servizi di intercettazione ambientale e telefonica, oltre ad un meticoloso lavoro di ascolto di telefonate, lettura di conversazioni Whatsapp e Facebook e al monitoraggio di quattro vetture.


L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Bellomo, si è concretizzata martedì 17 marzo, quando le forze dell'ordine hanno dato esecuzione all'ordinanza emessa dal Gip Giovanni Gerosa del tribunale monzese. Eloquenti i numeri dell'operazione: otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, cinque misure cautelari dell'obbligo di dimora nel comune di residenza, due sequestri preventivi di autovetture. Sono stati inoltre eseguiti trentanove decreti di perquisizione personale e domiciliare emessi dalla Procura di Monza e dieci dalla dottoressa Anna Maria Fiorillo del tribunale per i minori di Milano.
In sette casi le perquisizioni hanno dato esito positivo (per l'ingente materiale trovato), con altrettanti arresti in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Le emoticon utilizzate nei messaggi e il vero significato in termini di sostanza stupefacente

Sequestrati marijuana, hashish, cocaina, ketamina, "francobolli" imbevuti di LSD, denaro proveniente dallo spaccio, banconote false nonché numeroso e vario materiale utilizzato per il confezionamento, il trasporto e l'occultamento degli stupefacenti. Trovata anche una "miniserra", dotata di lampade e tubi di areazione, per la coltivazione casalinga delle piantine di
marijuana.


Per quanto riguarda il territorio casatese l'attività d'indagine ha riguardato undici soggetti, di cui due minorenni. Sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere C.M., 21enne di Casatenovo, L.O.H.Y.L., 20enne di Monticello, C.M., 21enne di nazionalità marocchina di Casatenovo, tutti disoccupati. Colpito dalla misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza, ovvero Casatenovo, S.L., 22enne studente, mentre G.N., 21enne studentessa, originariamente destinataria unicamente dell'atto della perquisizione - che ha avuto esito positivo - è stata arrestata in flagranza di reato. Indagati a piede libero L.F., 25enne disoccupato, G.M., 21enne studente, O.S., 18enne studentessa egiziana, tutti di Casatenovo, D.V., 23 anni studentessa di Rogeno. Nell'indagine sono inoltre finiti anche due minorenni, residenti anch'essi a Casatenovo, di 16 e 17 anni, studenti.


L'operazione, scattata all'alba del 17 marzo in oltre venticinque comuni di sei province, ha visto impegnate sul campo oltre cento pattuglie per un totale di oltre duecento uomini, coinvolgendo anche le questure di Milano, Bergamo, Brescia, Leco, Verbania e il reparto prevenzione crimine Lombardia.
G. C.
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