Ello: circonvenzione di incapace per fare testamento, imputata la figlia di un uomo

Il tribunale di Lecco
Per alcuni testimoni il rapporto col figlio era buono e da parte di quest'ultimo non c'è mai stata violenza o sgarbataggine, ascoltando altri il capostipite della famiglia avrebbe avuto addirittura paura del suo erede.
Quel che è certo è che alla sua morte, avvenuta cinque anni fa, un uomo ultraottantenne di Ello aveva sottoscritto un testamento di cui non aveva informato i due suoi eredi diretti, un figlio e una figlia che ora si trova imputata per circonvenzione di incapace (articolo 643 del codice penale) presso il Tribunale di Lecco. L'ultima udienza si è svolta mercoledì mattina dinnanzi al giudice monocratico Gian Marco De Vincenzi.
La donna è infatti stata "accusata" dal fratello di aver convito il padre a compilare un documento a suo "favore" dal punto di vista economico.
Una versione dei fatti già smentita in una precedente udienza dall'imputata, che ha spiegato di essere stata all'oscuro del testamento del padre. Che, è stato dimostrato in aula, è stato scritto di suo pugno.
"Il nonno era lucido, ben accudito dalla figlia. Non chiamava mai il figlio per nome, era "chel là" (quello là). Si vedeva che aveva timore del figlio, se capitava che fossimo insieme nell'orto doveva scappare a casa quando arrivava, altrimenti le avrebbe sentite su" ha spiegato un amico di famiglia che frequentava spesso la casa di Ello negli anni precedenti alla morte dell'anziano. "Non ho mai saputo che aveva la demenza senile, non me ne ha mai parlato. Ho assistito ad un episodio col figlio, che gli ha aperto una scatoletta di tonno davanti e in tono sgarbato gli ha detto di mangiare". Racconti che il testimone, unitamente a quelli relativi ad altri episodi, ha reso ai Carabinieri e in sede di giudizio civile.
Il dottor Riccardo Bonadies, ortopedico, ha redatto una relazione basandosi sulla documentazione medica del signore, dopo la sua morte. "Da quello che si vede dalle carte stava relativamente bene. Nel 2007 era caduto ma non aveva riportato conseguenze a livello cerebrale, e nel 2009 era stato richiesto all'Asl l'accompagnamento. Quell'anno ad una visita neurologica era risultato con valori normali per la sua età, solo nel 2010 - anno della morte - ha avuto un peggioramento sensibile. Un leggera demenza senile, che peggiora progressivamente con gli anni, è normale dopo gli 80 anni".
Un'altra dottoressa, chiamata a testimoniare in quanto fidanzata del figlio dell'uomo dal 2006 al 2013, ha dato una visione diversa delle cose. "Il nonno non aveva alcun timore del figlio, era tranquillo con lui. Mostrava segni di demenza, ripeteva spesso le stesse domande, è capitato più volte che la notte si vestisse per uscire, e chiedeva notizie di parenti già deceduti. Non era padrone di sé, si muoveva in autonomia ma non sapeva farsi da mangiare. Il figlio non era bravo a farlo, e capitava che mangiassero tonno o cibi pronti, ma lo facevano insieme, entrambi. Mai, in alcun modo, suo figlio lo ha picchiato o è stato sgarbato con lui. È capitato che alzasse la voce, ma raramente, come accade a chiunque". Anche un amico del figlio ha raccontato di come egli si dedicasse al padre, che era divenuto una preoccupazione a causa delle sue condizioni.
Il processo che vede imputata una donna per circonvenzione di incapace nei confronti del padre proseguirà l'11 novembre.
R. R.