Bosisio: una targa per ricordare il dirigente Giovanni Belgrano, ''fu interprete di un'epoca''

Un incontro tra la scuola del passato, del presente e del futuro. Un momento che ha suscitato importanti riflessioni a tutti coloro che hanno partecipato. La Sala Pariniana di Bosisio ha accolto pensieri e testimonianze durante "Ricordando Belgrano", evento organizzato per rievocare la grande personalità del direttore didattico e pedagogista Giovanni Battista Belgrano. Ma non si è trattata di una semplice memoria: grazie alla sinergia tra l'Istituto Comprensivo, l'amministrazione comunale e il gruppo "Amici di G. Belgrano", è stata inaugurata una targa per intitolare un'aula della scuola primaria "Italo Calvino" a questo grande volto dell'educazione nel lecchese.

Un momento dell'inaugurazione della targa

Nativo della Liguria, Belgrano ha lasciato il segno durante il periodo di attività a Bosisio Parini. Numerosi i colleghi, i docenti, gli ex alunni che hanno voluto condividere il loro personale ricordo di questa figura, del suo entusiasmo e della sua innovazione nel fare scuola. Presenti però anche persone non l'ha conosciuto direttamente e si sono avvicinate solo di recente al suo operato, o ne vivono le dirette conseguenze oggi, come insegnante, dirigente scolastico o allievo. Direttore didattico da tutti definito "atipico", Belgrano ha insegnato che la burocrazia e le norme non sono un vincolo: per innovare non bisogna infrangerle, ma muoversi al loro interno e coglierne gli innumerevoli spunti a fare vera didattica.

Alcuni dei relatori che si sono alternati al microfono

"Ecco perché si spese tantissimo per creare laboratori di musica, teatro, cinema, televisione: la sua leggerezza nel rapportarsi alle persone e alla realtà gli ha permesso di portarla nella scuola", ha ricordato una docente. "Come diceva sempre, è nel fare che si manifesta la competenza, non nel dire. La sua scuola, quindi, rendeva i bambini protagonisti e li aiutava a superare le rigide separazioni tra le discipline", ha aggiunto un altro ex maestro elementare. Oltre a proposte di grande significato per includere nella didattica anche i cosiddetti ragazzi "difficili", Belgrano si impegnò con diverse attività a creare la scuola che oggi tutti noi conosciamo: fu membro, negli anni Ottanta, della "Commissione dei 60" presso il Ministero della Pubblica Istruzione, impegnata nella riforma dei programmi della scuola elementare; inoltre, fu presidente della Società Italiana per l'Educazione Musicale. Ma sapeva anche riconoscere il valore e il ruolo di ogni singolo operatore scolastico: la bidella Linda, oggi in pensione, ha voluto portare la sua testimonianza di un uomo che credeva nel lavoro di squadra e sapeva riprendere gli allievi quando sbagliavano, ma senza sgridarli.

"Era in grado di caricarci con la sua passione anche quando non era presente; portò a Bosisio Parini la scuola a tempo pieno e ci coinvolse tutti in questo continuo laboratorio di idee ed esperienze", ha continuato un testimone. "Per lui, la scuola del futuro non si poteva costruire in un giorno, ma esisteva già in ogni piccolo passo fatto nel presente". Dopo l'esperienza a Bosisio, Belgrano tornò in Liguria, terra che non dimenticò mai e che conosceva benissimo.

Il pubblico

"Oggi siamo venute qui da Oneglia per ricordare un uomo di grande cultura che anche dopo essersi ammalato, negli anni Novanta, collaborò con noi docenti per progettare una didattica sempre innovativa. Lo andavamo a trovare poiché gli divenne impossibile recarsi a scuola e nonostante fosse consapevole del suo destino, continuò a insegnarci qualcosa. Ad esempio, a lavorare insieme, a progettare e riprogettare senza sosta, ma soprattutto, ad ascoltare i bambini e a stimolarne sempre la creatività, con strumenti anche alternativi ai libri di testo. L'ascolto, infatti, non è solo sentire, ma restituire ciò che i bambini danno", ha ricordato la docente Marilena Abbo, autrice di un libro che ha lo scopo di tramandare questi importanti insegnamenti.

Interessante anche la riflessione di Ferruccio Cremaschi, che lavora per una rivista on line e ha voluto sottolineare l'estrema attualità del messaggio belgranese: "Nino è stato interprete di un'epoca; non sarebbe giusto ricordarlo solo oggi con una patina retorica perché, come lui stesso ci ha insegnato, bisogna rispettare se stessi e il proprio lavoro tutti i giorni, rimboccandosi sempre le maniche e dandosi da fare". Un messaggio pieno di ottimismo, perché secondo il pedagogista ligure "i pessimisti possono essere bravi donatori, ma non bravi maestri".

La targa

A testimoniare l'avanguardia dei suoi laboratori teatrali, la compagnia "Eureka!", formata dai genitori di Bosisio Parini, ha mostrato uno stralcio dello spettacolo portato in scena il 14 settembre, ispirato al romanzo "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", opera di grande significato, che grazie al teatro può trasmettere in maniera ancora più diretta e con un pizzico di divertimento i valori dell'amicizia, dell'uguaglianza, del rispetto e del coraggio. Dopo alcuni interventi fuori programma pieni di commozione, la Dirigente Scolastica Orsola Moro ha fatto consegnare omaggi floreali e libri a coloro che sono intervenuti e ha ringraziato l'amministrazione comunale e l'associazione "Amici di G. Belgrano"per aver reso possibile questo momento di ricordo e di conoscenza anche per chi non ha avuto la possibilità di incontrare Belgrano.

La cerimonia si è conclusa con l'inaugurazione della targa presso la scuola primaria, accompagnata dalla lettura di alcune poesie di Belgrano da parte di tre alunni e dal ricordo del Direttore Scolastico Sebastiano Magon. "Lo conobbi negli anni Sessanta e ricordo di lui l'incessante ricerca. Andavamo spesso a Ginevra con Bruno Munari per calare poi nel nostro territorio i frutti di queste sperimentazioni. Oggi Nino è ancora con noi e lo porteremo per sempre nelle nostre azioni quotidiane".
F.S.
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