Greppi: chi e perchè ha ucciso Aldo Moro? L'On.Gero Grassi, membro della commissione parlamentare d'inchiesta, incontra gli studenti

Un incontro di verità, che ha saputo generare interrogativi importanti sul sequestro e il successivo omicidio di Aldo Moro, quello ospitato questa mattina presso l'istituto superiore Alessandro Greppi di Monticello.

Da sinistra il consigliere provinciale Marinella Maldini, la professoressa Anna Rosa Besana,
l'onorevole Gian Mario Fragomeli, il dirigente scolastico Anna Maria Beretta e l'onorevole Gero Grassi


Dettagli raccapriccianti e rivelazioni di una vicenda atroce, ancora nell'ombra, hanno "rimbombato" nell'aula magna dell'istituto monticellese dove è intervenuto l'onorevole Gero Grassi, componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro. Ad accompagnare il deputato del Partito Democratico, il collega Gian Mario Fragomeli.

La conferenza, rivolta agli studenti delle classi quinte, si è aperta con i saluti del dirigente scolastico, la professoressa Anna Maria Beretta. La preside ha confessato che, da giovane studentessa presso l'Università degli Studi di Milano, rimase sconvolta dalla notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Moro il 9 maggio 1978 in via Caetani, nel centro di Roma, dopo 55 giorni di prigionia. "Respirammo una sensazione di sgomento e pericolo. Fu una sensazione collettiva" ha dichiarato. "Sono contenta che l'onorevole Grassi sia qui con noi, perché grazie alla sua testimonianza avremo modo di capire questa drammatica vicenda, di cui mi sembra importante coltivare la memoria".

L'onorevole Grassi e la preside Beretta

"Oggi sarà una giornata di ascolto, in cui conosceremo molti aspetti che sui libri di storia non ci vengono raccontati. Aldo Moro era l'uomo del dialogo, convinto che scrivere le regole di un Paese e governarlo non siano esclusivo compito della maggioranza" ha detto il deputato lecchese Gian Mario Fragomeli, riferendosi al leader della Democrazia Cristiana ed ex capo di governo, nonché più volte ministro, protagonista del cosiddetto "compromesso storico" con il segretario comunista Enrico Berlinguer. "Moro considerava la politica come un processo continuo, che deve anticipare il futuro e non deve essere assolutizzante. Non smise mai di insegnare alle giovani generazioni, in cui credeva molto. Io penso che oggi non siamo molto distanti dalle criticità degli anni Settanta e Ottanta. Abbiamo la necessità che la Politica affronti e superi le questioni importanti e trovi in Aldo Moro un punto di riferimento" ha infine sottolineato.

Grande attenzione è stata poi riservata, da insegnanti e studenti, all'intervento dell'onorevole Gero Grassi, studioso da anni dei tragici accadimenti del 1978.
"Oggi parliamo della storia d'Italia, quella che non c'è mai stata raccontata, perché il caso Moro non è mai stato affrontato e discusso con serietà dalla società. Una scuola che sceglie di parlarne è all'avanguardia" ha così esordito.

Il parlamentare è convinto che il 16 marzo 1978 in via Fani, ad aspettare l'allora leader della DC e la sua scorta, non ci fossero solamente le Brigate Rosse, considerate ancora oggi le responsabili della vicenda.
"Quel giorno c'erano uomini della criminalità organizzata ed elementi devianti dello Stato che non volevano che Moro portasse avanti il suo rapporto con Berlinguer e che facesse dell'Italia una democrazia autonoma ed europea. Si parla di depistaggi, volontà di non dire la verità e omissioni anche da parte dello Stato. Si è trattato di un delitto d'abbandono perché Moro è stato abbandonato durante i 55 giorni di sequestro e poi ucciso da tutti. Gli sono rimasti accanto solo i famigliari e pochissimi amici".

Ricordando poi il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, l'onorevole Grassi ha detto: "quel giorno tutti i giovani come me diventarono vecchi e iniziarono ad avere paura del futuro".
Perché è stato ucciso? "Perché credeva che, per combattere la povertà nel mondo, bisognava stare tutti insieme nello Stato e questo non piaceva non solo in Italia ma ai grandi poteri, Stati Uniti e Urss. Era un uomo amato e ben voluto, non dal potere ma dalle persone, che guardava negli occhi e a cui stringeva la mano perché era convinto che quando si governa, lo si fa per tutti".

Infine, il parlamentare, studioso e assiduo ricercatore di tutte le verità del caso ancora irrisolto, ha invitato tutti gli attori scolastici a restare persone integre, perché, anche se è difficile distinguere il bene dal male, si può scegliere così come ha fatto l'uomo Aldo Moro, che non ha mai smesso di avere fiducia nelle giovani generazioni e nella giustizia.

Simona Alagia
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