La Guardia di Finanza 'annienta' un gruppo di italo-albanesi, grossisti della cocaina. 23 gli arrestati, sequestrati 200.000 €, armi, autovetture e ristoranti
Meno di un anno: iniziata solo nel settembre del 2014 l'operazione della Guardia di Finanza di Lecco denominata "July 2014" si è chiusa con l'inoltro al Gip del Tribunale di Monza di 24 richieste di custodia cautelare già nell'agosto scorso, alle quali, questa mattina, ricevuto l'ok dal giudice, ben 150 militari delle Fiamme Gialle - di alcuni comandi provinciali siti in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, supportati anche da unità cinofile antidroga - hanno dato esecuzione alle prime luci dell'alba, come da migliore dei copioni. Un'inchiesta dunque rapidissima, per i tempi standard.
94 poi i chilogrammi di cocaina complessivamente sequestrati (in più occasioni) a cui si aggiungono - ma la riga definitiva alla fine dei conti potrà essere ritarata solo nel pomeriggio odierno - circa 200.000 euro in contanti, 8 autovetture (appositamente modificate per ricavare all'interno degli abitacoli vere e proprie nicchie protette nelle quali nascondere la droga durante i trasporti, anche internazionali), 6 attività commerciali (per lo più bar, pizzerie e ristoranti a Barlassina, Meda e Seregno), altri due immobili e strumentazione utilizzata per il confezionamento dei panetti di cocaina, tra i quali una pressa per assemblare "lingotti" da un chilo ciascuno indicata dal colonnello Loero come la dimostrazione plastica della potenza della compagine sgominata in quanto usata chiaramente per smembrare partite decisamente sostanziose, introdotte dall'estero.
(segue la ricostruzione dell'indagine)
Il procuratore aggiunto Luisa Zanetti
Ma assolutamente "minuziosa" come ha riconosciuto il Procuratore Aggiunto della Procura di Monza dottoressa Luisa Zanetti, presente personalmente in mattinata presso il Comando provinciale di Lecco per complimentarsi, congiuntamente al collega Alessandro Pepè, con il colonnello Corrado Loero, il t.colonnello Mario Leone Piccinni e - simbolicamente - con tutti i "ragazzi" il cui impegno e la cui tenacia ha permesso di annientare un ben organizzato gruppo italo-albanese dedito da anni al traffico di sostanze stupefacenti, importate da Olanda e Spagna.Il pm Alessandro Pepè
6 le provincie interessate dall'attività investigativa - tra le quali chiaramente anche Lecco - culminata con l'arresto di 17 soggetti (5 dei quali colti in flagranza di reato) e con l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di ulteriori 6 persone (tra le quali 3 donne, con figli). Un solo balcanico - Sokol Kodra, ribattezzato "il cieco" per problemi di vista che non gli negavano comunque, a detta del t.colonnello Piccinni, di fiutare dei "buoni affari" - al momento risulta irreperibile, probabilmente fuggito già da giorni.94 poi i chilogrammi di cocaina complessivamente sequestrati (in più occasioni) a cui si aggiungono - ma la riga definitiva alla fine dei conti potrà essere ritarata solo nel pomeriggio odierno - circa 200.000 euro in contanti, 8 autovetture (appositamente modificate per ricavare all'interno degli abitacoli vere e proprie nicchie protette nelle quali nascondere la droga durante i trasporti, anche internazionali), 6 attività commerciali (per lo più bar, pizzerie e ristoranti a Barlassina, Meda e Seregno), altri due immobili e strumentazione utilizzata per il confezionamento dei panetti di cocaina, tra i quali una pressa per assemblare "lingotti" da un chilo ciascuno indicata dal colonnello Loero come la dimostrazione plastica della potenza della compagine sgominata in quanto usata chiaramente per smembrare partite decisamente sostanziose, introdotte dall'estero.
Il t.colonnello Mario Leone Piccinni
"Voglio sottolineare - ha aggiunto poi il Comandate provinciale - la tenacia dimostrata nel recuperare i proventi illeciti, l'essere andati a toccare la tasca dei soggetti: abbiamo mirato a annullare la potenza economica per tagliare loro le gambe". Nel corso dell'inchiesta - come meglio evidenziato dal dr. Pepè - che ha ereditato il fascicolo da una collega ad attività già iniziativa, portandolo poi avanti personalmente supportato "dalla professionalità degli agenti operanti" - sembrerebbe infatti essere stata provata la capacità degli indagati di re-investire i proventi illeciti in imprese commerciali. "La Guardia di Finanza non si è fermata all'accertamento dei reati ma ha fermamente voluto approfondire anche le verifiche sulle proprietà intestate direttamente o tramite presta nomi ai diversi soggetti. Da qui i sequestri in vista della confisca, richiesti in virtù della sproporzione tra i redditi dichiarati e le effettive entrate o il tenore di vita mantenuto". Un esempio tra tutti: Aldo Conti - monzese originario di Bronte - posto in posizione apicale nella piramide di potere tracciata dalla Guardia di Finanza, è risultato essere, seppur indirettamente, alla guida di una catena di pizzerie, sulle quali hanno "messo gli occhi" i baschi verdi. A lui - stando all'ipotesi investigativa presentata quest'oggi e che dovrà poi reggere chiaramente in Tribunale - faceva riferimento quella che è stata indicata come la "frangia italiana" e dunque il gruppo di Torino con Carmelo Renato Riggio coaudivato da Walter Pudrini e Marcello Sacco e la "compagine comasca" all'interno della quale spiccava Alessandro Palmieri, arrestato in mattinata come tutti gli altri appena citati.Il comandante provinciale colonnello Corrado Loero. Sotto la pressa con cui venivano confezionati panetti di droga da un chilo ciascuno
La struttura e gli arrestati
"Affiliate" sono risultate essere anche tre donne, tutte poste ai domiciliari: Loredana Perillo, Kozeta Bekshiu e Albana Hoxha. Stessa misura è stata applicata poi anche a Susti Pello e Filippo Prandolini, parte del "gruppo di Modena" rifornito direttamente - secondo gli inquirenti - dalla "sezione lecchese" capitanata da Zamir Koni e Tomorr Koni (in contatto con il già citato Tomorr Berkshiu) con casa rispettivamente a Cassago (dalle cui finestre questa mattina sono "volati" 3 etti di cocaina, custoditi con 20.000 euro in contanti) e Bulciago. Completano il quadro, membri dell'ipotizzato "cartello di Milano" - sempre afferente alla sfera di potere di Cara - infine Sokol Kodra (il latitante), Elvin Alilaj e Allan Dias Dos Santos, brasiliano.(segue la ricostruzione dell'indagine)
A.M.