Bosisio P.: l'ultimo saluto al Conte Melzi D'Eril, ''politico di razza'' come sindaco e ''grande quercia'' per la Croce Verde

Si sono tenute nella mattinata odierna, a Bosisio Parini, le esequie funebri del Conte Lodovico Melzi d'Eril, venuto a mancare a 95 anni nella sua abitazione in via Giulini lo scorso martedì 9 febbraio. 



La salma del Conte Melzi D'Eril esce dalla chiesa accolta dalle associazioni del paese e dai volontari di Croce Verde Bosisio

Alla cerimonia per l'ultimo saluto allo "zio Vico", come lo hanno affettuosamente chiamato i nipoti, che si è tenuta presso la chiesa di San Giuseppe nella frazione di Garbagnate Rota, hanno preso parte le autorità con il sindaco Giuseppe Borgonovo, una rappresentanza dell'Amministrazione comunale, il comandante di polizia locale Maurizio Gallenda, la preside dell'istituto comprensivo Orsola Moro, oltre alle delegazioni delle associazioni del paese con i labari listati a lutto, tra cui la Croce Verde Bosisio che il Conte ha contributo a fondare nel 1970. Ad officiare la messa il parroco don Luigi Colombo, unitamente a quello di Bosisio don Giuseppe Farioli, don Pierantonio Larmi nativo di Garbagnate Rota e Padre Edoardo, sacerdote incardinato in Uganda e legato alla famiglia.


La bara, con la fascia tricolore deposta insieme ai fiori, ha fatto il suo ingresso in chiesa sorretta dai volontari della Croce Verde.
Don Luigi Colombo durante l'omelia ha ricordato che nella giornata odierna ricorre la memoria liturgica della Madonna di Loudes alla quale, da diversi anni, è annessa la giornata mondiale del malato, introdotta dal Santo papa Giovanni Paolo II. "Il Conte Melzi era il primo della lista degli ammalati anziani. Lui è sempre stato piuttosto arguto e anche oggi ha voluto precederci venendo qui per celebrare con noi le esequie, cioè la messa del suffragio. Il nostro fratello è qui davanti a noi dopo aver percorso tutta quanta la parabola della vita" ha detto il sacerdote facendo riferimento al Salmo 138 della Bibbia in cui si parla del nostro passaggio transitorio sulla terra. 


Da sinistra don Giuseppe Farioli, don Pierantonio Larmi, don Luigi Colombo e padre Edoardo

"Il Conte ha ha interpretato per 95 anni questa parentesi terrena, testimoniando anche la sua fede in parrocchia finché le forze glielo hanno permesso" ha proseguito don Luigi ricordando "l'impegno nel servizio al prossimo del nostro paese e nella carità fattiva verso i bisogni della parrocchia. Dobbiamo farci prestare dalla Madonna le sue parole per ringraziare il Signore di averci donato di camminare per un lungo tratto della nostra esistenza insieme al nostro fratello, Conte Lodovico Melzi d'Eril".


Nella prima fila i rappresentanti istituzionali con primo a destra il sindaco Giuseppe Borgonovo e alle spalle la delegazione di Croce Verde

Ha tracciato un profilo della sua figura, come uomo e soprattutto come politico, il sindaco Giuseppe Borgonovo (CLICCA QUI per leggere il discorso integrale), che ha dichiarato il lutto cittadino per la giornata odierna: "Nel credo politico è stato un conservatore moderato e nell'azione amministrativa un riformista molto attivo. Ha conosciuto e padroneggiato i segreti del funzionamento della macchina amministrativa, che ha saputo governare con rara maestria e abilità. Ha dimostrato un forte senso delle Istituzioni al punto di impersonarle" ha affermato ricordando quanto compiuto nei 34 anni di sindacatura (dal 1951 al 1985 per sette mandati consecutivi) in cui, tra l'altro, ha accompagnato il paese dalla condizione rurale a quella industriale "in modo ordinato e senza traumi". Il primo cittadino ne ha elogiato lo stile amministrativo, "calmo e felpato, più da tattico che da stratega" e lo ha definito "un politico di razza con le astuzie, le malizie, i temporeggiamenti".

Il conte Lodovico Melzi d'Eril

Nel 2010 il Consiglio comunale gli aveva reso omaggio conferendogli la cittadinanza onoraria e ora intende onorare la memoria del Conte e della nobile famiglia titolando una nuova via neo pressi della scuola elementare, che lui stesso 40 anni fa aveva inaugurato. 


Il presidente della Croce Verde Filippo Buraschi, insieme ai suoi predecessori, ha poi ricordato l'atto costitutivo dell'associazione che ha avuto il Conte come primo firmatario in uno studio notarile di Milano (CLICCA QUI per il discorso integrale). "E' stato lui a spingere con forza per costituire la nostra associazione esponendosi in prima persona, guidando la Croce Verde come presidente per più di venti anni e trasmettendo quegli ideali di solidarietà e cura per il prossimo che ancora oggi sono alla base della nostra attività di volontari al servizio della popolazione". Il Conte Melzi è stato anche in seguito legato alla Croce Verde come presidente onorario, fornendo appoggio e suggerimenti come "un papà verso i suoi figli". "La sua scomparsa crea un grande vuoto perchè se ne va la grande quercia che ci ha sempre protetti dall'alto della collina".


Stefano Caldirola, in rappresentanza dell'Associazione nazionale partigiani, lo ha ringraziato per la sua partecipazione alle cerimonie del 25 aprile, per aver reso disponibile gratuitamente la sede e per aver contribuito agli incontri di formazione nelle scuola sulla Resistenza e la Shoah: "Sei vissuto in questo paese accanto a noi da primo cittadino, hai frequentato con semplicità questi luoghi, proprio come una persona uguale a tutti gli altri". 


Sono infine seguiti i saluti dei nipoti e dei pronipoti, prima del trasferimento della salma al cimitero di Vaprio D'adda.
Il Conte ha lasciato la sorella Maria Pina, i nipoti Cecilia, Giovanna e Ugo, oltre sei pronipoti.
Michela Mauri
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