Casatenovo: allenatrice degli azzurri di nuoto paralimpico, Micaela Biava racconta le emozioni vissute ai giochi di Rio

Micaela Biava
C'era anche un po' di Casatenovo alle Paralimpiadi di Rio, la quindicesima edizione dei giochi paralimpici che si è appena conclusa nella città carioca.
Micaela Biava, classe 1970 e di origine casatese, era infatti uno dei tecnici della nazionale azzurra di nuoto. Una spedizione composta da 21 ragazzi che ha fruttato ben 13 medaglie al Bel Paese ma, soprattutto, tantissimo divertimento ed emozione.
"È stata un'esperienza davvero emozionante", ci ha raccontato il tecnico azzurro che ha illuminato con la luce della fiamma olimpica una carriera ormai pluriennale.
Appassionata di nuoto fin da piccolissima, agonista a livello provinciale, regionale e nazionale, Micaela a 18 anni inizia ad insegnare la sua grande passione e diventa istruttrice di nuoto.
Nel 1989 inizia a lavorare con i disabili ed entra come tecnico nel circuito azzurro.
A partire dal 2015 parte l'avventura olimpica con il progetto AcquaRio, nato dalla collaborazione tra Lombardia, Emilia Romagna e Sardegna con cinque società sportive paralimpiche. L'obiettivo? Riunire a Milano 8 tra i migliori atleti italiani per fornire loro la migliore preparazione fisica e mentale in vista dei giochi di Rio. "Ho iniziato ad allenare questi ragazzi con Massimiliano Tosin. 7 di loro sono riusciti a qualificarsi per Rio", ha precisato Micaela, da tanti anni allenatrice ma ancora capace di emozionarsi per la sua prima olimpiade.
"Rio è stata la prima Paralimpiade che ho vissuto da allenatrice in prima persona. È stata un'avventura davvero emozionante, difficile dire quale sia il momento o l'aspetto che mi ha emozionato di più".
96 gli atleti della delegazione azzurra che hanno indossato i colori italiani in Brasile. 21 i nuotatori. "Anche tra i ragazzi l'emozione è stata fortissima, anche solo per il fatto di essere riusciti a qualificarsi e di essere a Rio come atleti azzurri". Ma la gioia della nazionale azzurra di nuoto non si è fermata qui. 2 ori, 8 argenti e 3 bronzi il bottino riportato in Italia.

Alcuni degli atleti del progetto Acquario

"Si tratta di risultati molto positivi. Abbiamo migliorato i risultati delle scorse Paralimpiadi di Londra, dove avevamo ottenuto 7 medaglie grazie a 2 atleti. È anche questa la soddisfazione: stavolta ben 20 atleti sono riusciti a guadagnarsi almeno una finale, quindi ad essere tra i primi 8 al mondo nella propria disciplina".
Una squadra fortissima, che ha dato del filo da torcere alle altre nazioni. "Vincere una medaglia o ottenere buoni risultati ai giochi paralimpici non è una cosa scontata. È un appuntamento sportivo importante a cui nessuno tra gli atleti più forti vuole rinunciare. Questo rende le Paralimpiadi una competizione difficile ma, nonostante questo, la nostra squadra si è davvero comportata molto bene".

 
E se il medagliere italiano ha toccato quota 39, regalando all'Italia uno storico nono posto, le emozioni sono invece incalcolabili. "È stato un susseguirsi di momenti straordinari, positivi e negatici. Sicuramente è stato bellissimo entrate per la prima volta in piscina, nell'impianto che avrebbe ospitato le gare. Poi ogni medaglia ha avuto un sapore particolare" ha raccontato.
E ora, conclusa l'avventura e lontani dalla fiamma olimpica, prosegue la voglia di impegnarsi e lavorare. "L'obiettivo è quello di affiancare agli atleti già affermati anche nuovi ragazzi e costruire un nuovo gruppo per Tokyo 2020" ha concluso il tecnico azzurro.
L. V.
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