Oggiono: nomade a giudizio per il furto di 34mila € di bracciali in oro in una gioielleria. Ad ''incastrarla'' la videosorveglianza

Il tribunale di Corso Promessi Sposi a Lecco
Avrebbe sottratto un rotolo contenente diversi bracciali in oro mentre si trovava all'interno della gioielleria Fasoli a Oggiono. A distanza di sei anni dall'episodio, costato all'esercizio commerciale di Via 1° Maggio un danno di circa 34mila euro, è entrato nel vivo stamani in tribunale a Lecco il procedimento penale a carico di Maria Piera Pesce, chiamata a rispondere del reato di furto aggravato.
Alla cinquantenne, domiciliata all'epoca dei fatti a Zanica, in provincia di Bergamo, i carabinieri della stazione oggionese sono risaliti attraverso una meticolosa attività d'indagine, ricostruita stamani in aula dal brigadiere Gaetano Lodato, allora in servizio presso la stazione militare di Via Verdi.
Difesa di fiducia dall'avvocato Raffaele Delle Fave di Macerata - oggi sostituito dalla collega Barbara Carraro del foro di Milano - l'imputata non è comparsa stamani al cospetto del giudice monocratico Nora Lisa Passoni. Il difensore ha infatti presentato un certificato medico attestante l'impossibilità da parte della propria assistita, a prendere parte all'udienza. Una richiesta di legittimo impedimento respinta però dal vice procuratore onorario Pietro Bassi, che ha sottolineato l'intempestività del certificato, ritenendo la giustificazione addotta non sufficiente ad impedire all'imputata di raggiungere il foro lecchese. Una presa di posizione, quella del pubblico ministero, ritenuta valida dal giudice Passoni che ha deciso di procedere oltre, ascoltando i testi citati per l'udienza odierna.
Sono stati i responsabili della gioielleria oggionese a rendere per primi la propria versione dei fatti circa l'episodio risalente al 4 ottobre 2010. In particolare è toccato alla figlia del titolare riferire nei dettagli la vicenda, dal momento che era stata proprio lei a servire la presunta autrice del furto, che aveva fatto il suo ingresso in negozio poco prima di mezzogiorno, chiedendo di visionare alcune fedi nuziali.
''Era una signora bionda di circa cinquant'anni. Aveva scelto una coppia di anelli del valore di circa 400 euro. Prima di dare conferma dell'acquisto era uscita a telefonare: ci aveva detto che avrebbe dovuto parlare con la sorella. Quando è rientrata in negozio, ci ha lasciato un acconto di 20 euro, dicendo che sarebbe tornata successivamente a ritirarli'' ha riferito la negoziante oggionese. ''Ha poi voluto visionare dei bracciali sia da uomo che da donna, e delle piccole croci in oro. E' nuovamente uscita, ma poi non è più tornata''.
Solo qualche ora più tardi i responsabili della gioielleria si sarebbero accorti che dal negozio era sparito un intero rotolo di bracciali in oro. ''Abbiamo subito pensato a lei perchè aveva avuto un atteggiamento molto sospetto, volendo visionare in poco tempo diversi articoli, tutti diversi fra loro, senza però acquistare nulla, se non prenotare le fedi nuziali che peraltro non ha mai ritirato'' ha proseguito l'esercente della storica attività di Via 1°Maggio.
Un episodio subito segnalato ai carabinieri della locale stazione che a seguito di un sopralluogo compiuto sul posto, hanno acquisito le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato presso la struttura commerciale.
''Si notava chiaramente una donna bionda, la stessa che ci avevano indicato i titolari del negozio, occultare il rotolo contenente i bracciali e poi allontanarsi in maniera piuttosto tranquilla, senza destare sospetti'' ha riferito in merito il brigadiere Lodato.
Le attenzioni dei carabinieri a quel punto si sono concentrate sui mezzi in transito all'esterno della gioielleria nell'orario in cui la donna aveva fatto visita alla stessa, sino ad individuare un paio di vetture giudicate sospette. Acquisiti i filmati della videosorveglianza comunale e analizzate le targhe, le due auto sono risultate ''pulite''. Le indagini si sono quindi concentrate sugli intestatari; è da una Renault Twingo di colore grigio che sarebbero emersi elementi ritenuti utili dai militari. Essa è risultata infatti intestata ad un giovane domiciliato in un campo nomade di Brugherio, zona che i carabinieri di Oggiono hanno perlustrato, avvalendosi anche dell'aiuto dei colleghi della stazione di riferimento. Un'attività investigativa che ha consentito di stringere il cerchio intorno a quattro famiglie di etnia sinti, sino ad arrivare all'odierna imputata, collegata all'intestatario della Twingo da un legame di parentela e corrispondente alla descrizione fornita dalla commerciante oggionese vittima del furto.
''Abbiamo confrontato la foto della carta d'identità della donna con le immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza della gioielleria ed è emersa una somiglianza evidente. Si trattava proprio della stessa persona, riconosciuta poi dalla titolare, alla quale abbiamo sottoposto un album fotografico con diverse immagini'' ha concluso il brigadiere Lodato.
34mila euro invece, il valore dei bracciali rubati da Fasoli: circa un chilogrammo d'oro che i proprietari non hanno mai più rivisto, seppure siano stati poi parzialmente risarciti dalla compagnia assicurativa, come confermato dal titolare della gioielleria, il primo teste sentito in udienza questa mattina.
Il procedimento penale riprenderà il prossimo 22 marzo quando la presunta autrice del furto sarà sottoposta ad esame, con la successiva escussione dei rimanenti testi citati dalla difesa.
G. C.
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