Parco V.Lambro: in bicicletta da Veduggio a Inverigo, lungo la ciclabile che attraversa Nibionno. Un percorso pieno di insidie

"Non da questa parte. Deve prendere la strada a destra". E' stato il grido di Claudio, cittadino di Nibionno, a farci capire di avere sbagliato direzione.

Al bivio di Via Località Gaggio provenendo dalla superstrada 36, infatti, non c'è alcun cartello che indichi la strada giusta al ciclista che sta percorrendo la cicliovia Monza-Erba, la prima tra quelle suggerite sul sito del Parco regionale della Valle Lambro.

Nei giorni scorsi abbiamo deciso di percorrere in bicicletta il tratto che congiunge Veduggio, in prossimità dell'entrata nella superstrada con Inverigo, passando per Nibionno. All'inizio tutto sembrava andare per il meglio: la pista imboccata era ben riconoscibile e senza ostacoli per la bici, ma presto sono emerse sempre più criticità.

Nel tratto fino a Gaggio ne possiamo citare almeno due: prima le sbarre antitraffico mobili, che possono essere aperte o chiuse da chiunque e non solo dal personale autorizzato, e poi i rifiuti lasciati ai margini del percorso.

Presto però, il percorso riservato alle bici che costeggia la superstrada termina e la pista ciclabile viene inghiottita nella strada comunale di Via Gaggio, dove il ciclista si trova a condividere la carreggiata con auto e anche mezzi pesanti che viaggiano lungo la trafficata arteria.

Fortunatamente non ci sono stati problemi, potendo arrivare al caseggiato di Gaggio dove, senza indicazioni, al bivio abbiamo proseguito diritto imbattendoci nel signor Claudio. "Non ci sono mai stati segnali: molti si perdono o entrano nella corte dove c'è la mia abitazione" si è lamentato immediatamente. "Se a volte è colpa di qualcuno che si diverte a togliere i cartelli, altre volte, è proprio responsabilità degli enti gestori che non li hanno mai istallati".

Considerato il nostro interesse per la situazione della Ciclovia, il nibionnese ha deciso di seguirci per mostrarci tutte le criticità di un percorso che conosce da vicino. La principale mancanza è rappresentata, ancora una volta, dai cartelli che lasciano spaesato e confuso il malcapitato ciclista.

Sul percorso sterrato di Via Gaggio infatti, condiviso tra l'altro tra bici e auto, a destra si apre finalmente la strada a uso esclusivo di bici o pedoni. L'ampiezza del percorso ciclabile, però, lascia un po' interdetto il ciclista che, vista la presenza di un ingannevole segnale di "inizio cantiere", non sa di trovarsi effettivamente sulla strada giusta.

"Per chi arriva da Monza la scelta è un po' più facile perché c'è un segno blu sulla destra, anche se un po' malmesso; per chi arriva da Erba, invece, è veramente un colpo di fortuna, non essendoci cartelli, provenendo da quella direzione: se giri a sinistra vai nel verso giusto, sei vai a destra, invece, hai sbagliato strada"
ha commentato la nostra guida.

Venendo dal percorso più semplice, abbiamo preso la pista ciclabile che, almeno nel tratto che congiunge trasversalmente Via Gaggio, si presentava pulita e priva di ostacoli: i rifiuti e le sterpaglie erano accumulate a lato del percorso. Al seguente incrocio, provenendo da Monza, un cartello con le indicazioni ancora resisteva mentre nel senso contrario, arrivando da Erba, invece, bisognava affidarsi alla gentilezza di un anonimo che, con bomboletta rossa, ha tracciato una freccia rossa su un improvvisato pannello di metallo.

Abbiamo imboccato così, la salita sulla destra, trovandoci di fronte un cancello sbarrato: vietato il passaggio. Alle bici è riservato solo un artigianale e stretto sentiero a lato, prima che la pista ciclabile, propriamente detta, riprenda il suo percorso verso il campo di calcio di Nibionno.

Nonostante le condizioni non certo ottimali del tracciato che lo circonda, abbiamo superato il campo, dirigendoci verso il sottopassaggio, costruito per agevolare il transito dei ciclisti e dei pedoni da una parte all'altra della strada statale Como-Bergamo. In apparenza un'opera utile e necessaria, in verità, "quando piove diventa impraticabile. Non riesce a drenare l'acqua che allaga, così, il sottopassaggio" ci ha rivelato Claudio.

Vista la giornata di sole quel problema non l'abbiamo accertato personalmente, ma, prima di scendere nel sottopassaggio, la nostra guida ci ha avvisati di un'altra sorpresa poco piacevole. "Prima e dopo c'è un cordolo molto alto e pericoloso. Ogni volta che ci passo devo scendere dalla bici e poi risalirci. Non essendo segnalato, qualcuno lo potrebbe prendere fin troppo velocemente".

Per evitare infatti, che l'acqua si infiltri e riempia tutto il sottopasso, soprattutto nei mesi invernali, hanno messo una sorta di barriera che dovrebbe impedire la propagazione dell'acqua . Il rilievo del cordolo, però, non è di poco conto con il rischio di rendere la pedalata meno serena e più pericolosa.

Passato con cautela dalla zona però, le criticità non sono finite. "Guardi quell'albero lì: da un paio d'anni rischia di cadere fragorosamente sul percorso" ci ha rivelato uno dei passanti "E poi guardi là: c'è una sbarra per dovrebbe bloccare i veicoli ma sembra una presa in giro". Di fronte infatti, c'è una piazzola "dove spesso si fermano le auto" e sul lato si apre un sentiero sterrato, facilmente percorribile dalle auto.

Lasciato Nibionno, abbiamo visto le cose leggermente migliorare fino a Lambrugo anche se cartelli assenti o non visibili, zone un po' dissestate e tratti di passaggio misto di mezzi a motore e biciclette sono rimasti una costante.
"Se piove forte, il passaggio sotto la statale Como-Bergamo si allaga" ci aveva detto Claudio. Approfittando delle precipitazioni dei giorni successivi abbiamo voluto verificare di persona.

Sotto la pioggia battente abbiamo percorso il tratto che, a fianco del campo di calcio del Nibionno, conduce al sottopassaggio e la situazione era come ci avevano descritto.

I dossi, che rendono difficoltoso il passaggio in bici, sono stati istallati per frenare il flusso d'acqua verso il sottopassaggio, in caso di pioggia ma, alla prova dei fatti, sembrano svolgere solo parzialmente la loro funzione: oltre a formare larghe pozzanghere, le acque, complice anche il dislivello, superano facilmente queste barriere, allagando anche il tratto protetto dalle piogge. 

La situazione del sottopassaggio della pista ciclabile Monza-Erba appariva così come rappresentata dalle foto, confermando le critiche dei cittadini che avevamo incontrato qualche giorno prima.
Alessandro Pirovano
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