Sirone: presidio sindacale dei lavoratori del legno alla ''Citterio spa''. Adesione elevata

Adesione massiccia (pari al 90% dei dipendenti) questa mattina presso la sede della Citterio Spa (gruppo Molteni) di Sirone, allo sciopero di 8 ore per turno indetto dalle federazioni sindacali regionali dei lavoratori "edili, legno e materiali da costruzione".

Alcune immagini del presidio di questa mattina a Sirone

Dalle 6.30 alle 10 la stragrande maggioranza dei dipendenti della ditta sironese (hanno fatto eccezione alcuni dirigenti) ha partecipato al presidio promosso fuori dai cancelli dell'azienda, contro la posizione che Federlegno ha esplicitato durante le trattative per il rinnovo del contratto nazionale. "E' scaduto a marzo 2016, e alla fine di settembre si sono rotte le trattative" ha spiegato Giuseppe Cantatore, segretario Fillea Cgil Lecco. "Il problema riguarda innanzitutto la richiesta di una maggiore flessibilità negli orari avanzata dal nostro interlocutore, introducendo il sabato e la domenica. A nostro avviso inutile inopportuna, in un momento in cui - nonostante il settore dia segnali incoraggianti di ripresa - le difficoltà non possono dirsi superate. Non viene inoltre concesso il riallineamento salariale da noi richiesto".


La scelta di effettuare il presidio presso la ditta di Sirone, in rappresentanza dei territori di Lecco e Sondrio, non è stata casuale. "Si tratta dello stabilimento maggiormente strutturato del territorio, conta una novantina di dipendenti ed è una controllata dal Gruppo Molteni, leader nel settore dei mobili da ufficio di design. Con questa manifestazione chiediamo che vengano riaperte le trattative per il rinnovo del contratto nazionale".
Altri presidi territoriali sono stati promossi a Bagnatica (Bergamo), Nuvolera (Brescia), Meda (Monza e Brianza), Lentate sul Seveso (Milano e Lodi), Viadana (Mantova e Cremona), Mortara (Pavia), oltre al volantinaggio presso tre aziende del comasco.

Questo il comunicato a firma dei referenti regionali lombardi Giuseppe Mancin (Feneal Uil), Armando Busnelli (Filca Cisl) Ivan Comotti (Fillea Cgil):

Venerdì 28 Ottobre p.v. le Lavoratrici e i Lavoratori del comparto Legno industria fermeranno le fabbriche nell'intero paese con 8 ore di sciopero per turno. Questa protesta e' contro le posizioni ostili e avverse che Federlegno ha esplicitato durante le trattative per il rinnovo del CCNL.
Dopo 12 mesi dall'invio della piattaforma, 9 mesi di trattativa, 11 incontri e dopo 7 mesi dalla scadenza del precedente Ccnl; non è possibile porre condizioni capestro per rinnovare il CCNL.
La richiesta di 140 annue ore di flessibilità lavorando il sabato e la domenica ( oltre alle 250 ore di straordinario a disposizione), la richiesta di poter far funzionare le fabbriche con il 65% di lavoratori precari, lo svuotamento della contrattazione aziendale, la richiesta di non definire nessuna cifra di aumento salariale ma solo di definire il principio degli riallineamenti annuali di eventuali futuri aumenti; narrano la non volontà di sottoscrivere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro .
Bisogna aver rispetto dei propri dipendenti.
Il coniugare le ragioni del lavoro con quelle del mercato è possibile partendo dal presupposto che le parti si confrontano in modo paritario, non dal presupposto che un soggetto decide e l'altro esegue.
Le Lavoratrici e i Lavoratori fuori dalle fabbriche hanno una vita privata, devono educare e cresce i figli, pagare i mutui, le bollette, le imposte e badare ai genitori. Con le condizioni poste da Federlegno, queste cose saranno impossibili.
La gestione dei picchi e dei flessi di produzione la si definisce a livello di fabbrica, il consolidamento occupazionale ( che determina la lotta alla precarizzazione sociale e lavorativa) lo si discute in azienda. Il rinnovo del contratto nazionale deve prevedere gli aumenti salariali, altrimenti esso costituisce un ossimoro sindacale che non saremmo mai in grado di condividere.

 

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