Barzanò: la nascita della piscina nei ricordi dei sindaci Aldeghi e Cazzaniga che sulla scelta di venderla esprimono perplessità
''Interventi di tale tipo devono interessare una vasta area a livello consorziale e non limitarsi ai confini del singolo comune''. Con queste parole, il 10 aprile 1980, l'allora sindaco di Casatenovo Giovanni Maldini, replicava in consiglio comunale alle minoranze, critiche sulla scelta di costruire la piscina consorziale a Barzanò piuttosto che sul territorio comunale.
Fu proprio in quella data che l'assise casatese deliberò l'istituzione del Consorzio del centro sportivo insieme ai Comuni di Cremella, Missaglia, Monticello, Sirtori e ovviamente Barzanò, i cui amministratori unirono le forze per mettere a disposizione dei propri concittadini una struttura sportiva nuova, che sul territorio non esisteva ancora.
Era infatti considerato troppo oneroso per le risorse di un singolo Comune, edificare e gestire un impianto natatorio. Così i sindaci Giuseppe Aldeghi, Giovanni Maldini, Guido Besana, Gabriele Castagna, Vittorio Cazzaniga ed Emanuele Ponzone, decisero di collaborare in un progetto che poteva forse apparire un po' ambizioso per l'epoca, ma che con il tempo diede prova di lungimiranza.
Sono passati quasi quarant'anni da allora, e proprio nelle scorse settimane la maggioranza dei Comuni facenti parte dell'ex Consorzio (oggi uniti da una semplice convenzione) hanno deciso di alienare la piscina, ritenendola non più strategica, bensì capace di ''camminare con le proprie gambe'', senza il supporto dell'ente pubblico. Se Casatenovo, Cremella (ad eccezione del vicesindaco Guido Besana, tra i fautori del progetto ndr), Missaglia e Sirtori hanno deliberato quale atto di indirizzo l'alienazione dell'impianto di Villanova, Monticello ha deciso di prendere ulteriore tempo prima di assumere una decisione definitiva. Unica voce fuori dal coro, quella di Barzanò, Comune comprensibilmente legato alla piscina più degli altri, ospitandola sul proprio territorio da oltre trent'anni.
''Mi dispiace sinceramente per questa scelta, anche per un fatto affettivo, non lo nascondo. La piscina la considero un po' la mia creatura'' ci ha detto Giuseppe Aldeghi, sindaco di Barzanò dal 1978 al 1997, che nel progetto della piscina ci aveva creduto forse più di tutti. ''Sono orgoglioso della decisione presa quarant'anni fa: abbiamo un impianto che è un gioiello, nemmeno Milano ne ha uno così bello''.
Giuseppe Aldeghi in pochi minuti ha ripercorso con noi una storia amministrativa travagliata, e ormai lontana nel tempo. Quella di sei Comuni che ''unirono le proprie forze'' per dare al territorio un servizio nuovo. ''Il bisogno di una piscina si
sentiva all'epoca, perchè non c'erano altri impianti vicini. Sarà perchè io arrivo da Oggiono e dentro di me ho la cultura dell'acqua, ma anche gli altri sindaci appoggiarono questa idea, in particolare Maldini che era quello che più di tutti aveva le ''pensate''. Inizialmente l'intenzione era quella di costruirla a Casatenovo, il Comune più grande fra tutti, ma c'era il problema del terreno. A quel punto proposi di farla qui a Barzanò: avevamo a disposizione 65mila mq già destinato nel piano regolatore alle attività sportive. Tutti diedero il proprio assenso''.
Un percorso lungo - completato solo nel 1988 con la conclusione dei lavori - e non privo di ostacoli, sia sul fronte amministrativo che tecnico. ''La ditta che si aggiudicò l'appalto per l'opera andò in crisi poco dopo: il rischio era quello di non vedere la piscina conclusa'' ha proseguito Aldeghi. ''Per fortuna riuscimmo a risolvere il problema, con il subentro di un'impresa arrivata terza in graduatoria che concluse i lavori allo stesso prezzo pattuito con la precedente. I lavori tutto sommato andarono avanti spediti, anche se non mancò qualche altro intoppo. Come quando ci rubarono i fogli di rame che servivano per la copertura del tetto. Piccole cose, che non hanno inficiato il risultato finale''.
Seppur realizzata dai Comuni, la gestione fu subito affidata ad un privato con le competenze necessarie e, anno dopo anno, progressivamente ampliata e resa in linea alle esigenze degli utenti. Sino ad oggi, quando la maggioranza delle amministrazioni ha deciso in sede di consiglio comunale, di alienare l'impianto.
''Non entro nel merito di questa scelta, anche perchè sinceramente non ho seguito da vicino la questione. Devo dire però che mi dispiace: è vero, la sostanza non cambia perchè la piscina resterà, ma non credo che la vendita si riesca ad attuare facilmente. Ho molti dubbi sulla presenza di acquirenti interessati, considerando il valore della struttura e le manutenzioni di cui necessita'' ha aggiunto l'ex primo cittadino barzanese. ''Di certo la maggioranza dei Comuni non sente propria questa piscina, a differenza invece dei tanti utenti che la frequentano''.
Una punta di dispiacere rispetto alla scelta di alienare l'impianto, è stata espressa anche da Vittorio Cazzaniga, sindaco di Monticello sino alla fine degli anni Novanta. ''Sono rimasto un po' spiazzato da questa decisione, lo ammetto. Ma è soltanto una reazione istintiva che ho avuto leggendo le cronache di queste ultime settimane, che non ho approfondito più di tanto''.
Una tematica, quella delle piscine, che Monticello conosce da vicino, dal momento che l'impianto natatorio si trova proprio ad un passo dal confine con Barzanò. ''Ricordo che il primo a parlarci della possibilità di realizzare una piscina sul territorio fu Franco Colzani, sindaco prima di Aldeghi. Lui viaggiava molto all'estero per lavoro e ci trasferiva le
esperienze con cui entrava in contatto. L'idea fu accolta da tutti volentieri: eravamo contenti di mettere a disposizione dei nostri cittadini questa possibilità'' ci ha spiegato l'ex primo cittadino di Monticello. ''Lo studio incaricato di realizzare il progetto eseguì approfondimenti dettagliati e fu un valido supporto tecnico per il nostro lavoro''.
Anche Vittorio Cazzaniga ricorda le difficoltà e gli iniziali problemi sorti nella prima fase di cantiere, fortunatamente risoltisi nel tempo in maniera positiva, con un'idea concretizzatasi a vantaggio di tutti: degli sportivi, ma anche degli studenti. ''Pensavamo potesse essere una bella opportunità per gli alunni della nuova scuola media di Torrevilla, che potevano raggiungere la piscina a piedi. La sedentarietà in quegli anni era piuttosto diffusa tra i giovani e pensavamo di combatterla anche con questa struttura''. La collaborazione con gli altri Comuni, a detta di Cazzaniga venne quasi in automatico, avendo già diversi temi sui quali lavorare: da Villa Greppi passando per il CED e il consorzio per l'acquedotto. ''Insieme si costruiva: pensavamo infatti che l'unione facesse la forza e così è stato per le piscine che col tempo si sono rivelate un successo, riuscendo a combinare bene la proposta con le esigenze del tempo. Non so dire se il fatto di fare le cose da soli, come sembra sia la tendenza dei Comuni oggi, equivalga a progresso o regresso. Per quanto mi riguarda ritengo sia peggio e che i rapporti debbano invece consolidarsi''.
Fu proprio in quella data che l'assise casatese deliberò l'istituzione del Consorzio del centro sportivo insieme ai Comuni di Cremella, Missaglia, Monticello, Sirtori e ovviamente Barzanò, i cui amministratori unirono le forze per mettere a disposizione dei propri concittadini una struttura sportiva nuova, che sul territorio non esisteva ancora.
Era infatti considerato troppo oneroso per le risorse di un singolo Comune, edificare e gestire un impianto natatorio. Così i sindaci Giuseppe Aldeghi, Giovanni Maldini, Guido Besana, Gabriele Castagna, Vittorio Cazzaniga ed Emanuele Ponzone, decisero di collaborare in un progetto che poteva forse apparire un po' ambizioso per l'epoca, ma che con il tempo diede prova di lungimiranza.
Un'immagine del centro natatorio barzanese
Sono passati quasi quarant'anni da allora, e proprio nelle scorse settimane la maggioranza dei Comuni facenti parte dell'ex Consorzio (oggi uniti da una semplice convenzione) hanno deciso di alienare la piscina, ritenendola non più strategica, bensì capace di ''camminare con le proprie gambe'', senza il supporto dell'ente pubblico. Se Casatenovo, Cremella (ad eccezione del vicesindaco Guido Besana, tra i fautori del progetto ndr), Missaglia e Sirtori hanno deliberato quale atto di indirizzo l'alienazione dell'impianto di Villanova, Monticello ha deciso di prendere ulteriore tempo prima di assumere una decisione definitiva. Unica voce fuori dal coro, quella di Barzanò, Comune comprensibilmente legato alla piscina più degli altri, ospitandola sul proprio territorio da oltre trent'anni.
''Mi dispiace sinceramente per questa scelta, anche per un fatto affettivo, non lo nascondo. La piscina la considero un po' la mia creatura'' ci ha detto Giuseppe Aldeghi, sindaco di Barzanò dal 1978 al 1997, che nel progetto della piscina ci aveva creduto forse più di tutti. ''Sono orgoglioso della decisione presa quarant'anni fa: abbiamo un impianto che è un gioiello, nemmeno Milano ne ha uno così bello''.
Giuseppe Aldeghi in pochi minuti ha ripercorso con noi una storia amministrativa travagliata, e ormai lontana nel tempo. Quella di sei Comuni che ''unirono le proprie forze'' per dare al territorio un servizio nuovo. ''Il bisogno di una piscina si

Giuseppe Aldeghi
Un percorso lungo - completato solo nel 1988 con la conclusione dei lavori - e non privo di ostacoli, sia sul fronte amministrativo che tecnico. ''La ditta che si aggiudicò l'appalto per l'opera andò in crisi poco dopo: il rischio era quello di non vedere la piscina conclusa'' ha proseguito Aldeghi. ''Per fortuna riuscimmo a risolvere il problema, con il subentro di un'impresa arrivata terza in graduatoria che concluse i lavori allo stesso prezzo pattuito con la precedente. I lavori tutto sommato andarono avanti spediti, anche se non mancò qualche altro intoppo. Come quando ci rubarono i fogli di rame che servivano per la copertura del tetto. Piccole cose, che non hanno inficiato il risultato finale''.
Seppur realizzata dai Comuni, la gestione fu subito affidata ad un privato con le competenze necessarie e, anno dopo anno, progressivamente ampliata e resa in linea alle esigenze degli utenti. Sino ad oggi, quando la maggioranza delle amministrazioni ha deciso in sede di consiglio comunale, di alienare l'impianto.
''Non entro nel merito di questa scelta, anche perchè sinceramente non ho seguito da vicino la questione. Devo dire però che mi dispiace: è vero, la sostanza non cambia perchè la piscina resterà, ma non credo che la vendita si riesca ad attuare facilmente. Ho molti dubbi sulla presenza di acquirenti interessati, considerando il valore della struttura e le manutenzioni di cui necessita'' ha aggiunto l'ex primo cittadino barzanese. ''Di certo la maggioranza dei Comuni non sente propria questa piscina, a differenza invece dei tanti utenti che la frequentano''.
Una punta di dispiacere rispetto alla scelta di alienare l'impianto, è stata espressa anche da Vittorio Cazzaniga, sindaco di Monticello sino alla fine degli anni Novanta. ''Sono rimasto un po' spiazzato da questa decisione, lo ammetto. Ma è soltanto una reazione istintiva che ho avuto leggendo le cronache di queste ultime settimane, che non ho approfondito più di tanto''.
Una tematica, quella delle piscine, che Monticello conosce da vicino, dal momento che l'impianto natatorio si trova proprio ad un passo dal confine con Barzanò. ''Ricordo che il primo a parlarci della possibilità di realizzare una piscina sul territorio fu Franco Colzani, sindaco prima di Aldeghi. Lui viaggiava molto all'estero per lavoro e ci trasferiva le

Vittorio Cazzaniga
Anche Vittorio Cazzaniga ricorda le difficoltà e gli iniziali problemi sorti nella prima fase di cantiere, fortunatamente risoltisi nel tempo in maniera positiva, con un'idea concretizzatasi a vantaggio di tutti: degli sportivi, ma anche degli studenti. ''Pensavamo potesse essere una bella opportunità per gli alunni della nuova scuola media di Torrevilla, che potevano raggiungere la piscina a piedi. La sedentarietà in quegli anni era piuttosto diffusa tra i giovani e pensavamo di combatterla anche con questa struttura''. La collaborazione con gli altri Comuni, a detta di Cazzaniga venne quasi in automatico, avendo già diversi temi sui quali lavorare: da Villa Greppi passando per il CED e il consorzio per l'acquedotto. ''Insieme si costruiva: pensavamo infatti che l'unione facesse la forza e così è stato per le piscine che col tempo si sono rivelate un successo, riuscendo a combinare bene la proposta con le esigenze del tempo. Non so dire se il fatto di fare le cose da soli, come sembra sia la tendenza dei Comuni oggi, equivalga a progresso o regresso. Per quanto mi riguarda ritengo sia peggio e che i rapporti debbano invece consolidarsi''.
Gloria Crippa