Barzanò: il maniscalco Pietro Manca mostra l'antico procedimento di ferratura dei cavalli
Tra le attività proposte dalla Pro Loco di Barzanò durante l'ultima Festa di Primavera, vi era la possibilità di poter assistere e rivivere da vicino una di quelle attività comuni nel passato e cadute in disuso con i cambiamenti nel settore della mobilità: quando il cavallo era uno dei mezzi di spostamento più importanti, cambiare i loro ferri era come sostituire le gomme delle auto.
Per farlo ci voleva una procedura accurata e particolare di cui si occupava una figura specializzata chiamata maniscalco.
Pietro Manca ha deciso di diventarlo, acquisendo le competenze necessarie e certificate da un diploma ottenuto presso la clinica veterinaria di San Siro. Mentre mostrava al pubblico le varie fasi della procedura da seguire, ha spiegato verbalmente ogni singolo gesto.
"Il processo della ferratura è complesso e segue una procedura specifica. Prima c'è il cosiddetto pareggio in cui si rimuove il vecchio ferro, pulendo la parte soleare e tagliando le porzioni di unghia in eccesso. Il secondo momento si chiama adeguamento e modellamento del ferro, in cui si adatta il ferro alle dimensioni di ogni zoccolo" ha spiegato Pietro, mostrando ogni passaggio ai curiosi fermi alle transenne.
"Si esegue poi la ferratura a caldo o "improntatura", in cui ciascun ferro viene scaldato a una temperatura di 800° e applicato a circa 350°" ha detto, spiegando ai curiosi più sensibili al dolore che potrebbe avvertire il cavallo che "non c'è da preoccuparsi perché si tratta di una parte insensibile del corpo dell'animale. Altrimenti non sarebbe rimasto così calmo" ha detto alludendo al cavallo che, effettivamente, non ha mai opposto la benché minima opposizione durante l'intera procedura.
La temperatura così alta è anche utile, ha spiegato il maniscalco, "per adattare meglio il ferro allo zoccolo e per sanitizzare l'area di applicazione''.
Al termine dell'improntatura, ferro e zoccolo formano un tutt'uno. L'ultima fase invece, prevede il fissaggio del ferro con i chiodi di una lunghezza compresa tra i 45 e gli 80 millimetri.
All'intera operazione per ogni zoccolo si è dedicato il maniscalco Pietro insieme alla sue colleghe dell'associazione Italia Trekking con cui si dedica anche al turismo in sella agli equini. Per le prossime occasioni per vederlo all'opera bisogna aspettare la Notte Bianca di Rogoredo a inizio luglio o la Festa Medievale di Varzì al termine dello stesso mese.
Come ci ha detto Luigi Mauri, volontario della Pro loco presente durante le operazioni di ferratura, "è un'occasione, soprattutto per le nuove generazioni, per conoscere e trasmettere i mestieri e le attività che si svolgevano anche in questo territorio".
Pietro Manca fra due collaboratrici e naturalmente con il cavallo, protagonista dell'iniziativa
Per farlo ci voleva una procedura accurata e particolare di cui si occupava una figura specializzata chiamata maniscalco.
Pietro Manca ha deciso di diventarlo, acquisendo le competenze necessarie e certificate da un diploma ottenuto presso la clinica veterinaria di San Siro. Mentre mostrava al pubblico le varie fasi della procedura da seguire, ha spiegato verbalmente ogni singolo gesto.
"Il processo della ferratura è complesso e segue una procedura specifica. Prima c'è il cosiddetto pareggio in cui si rimuove il vecchio ferro, pulendo la parte soleare e tagliando le porzioni di unghia in eccesso. Il secondo momento si chiama adeguamento e modellamento del ferro, in cui si adatta il ferro alle dimensioni di ogni zoccolo" ha spiegato Pietro, mostrando ogni passaggio ai curiosi fermi alle transenne.
"Si esegue poi la ferratura a caldo o "improntatura", in cui ciascun ferro viene scaldato a una temperatura di 800° e applicato a circa 350°" ha detto, spiegando ai curiosi più sensibili al dolore che potrebbe avvertire il cavallo che "non c'è da preoccuparsi perché si tratta di una parte insensibile del corpo dell'animale. Altrimenti non sarebbe rimasto così calmo" ha detto alludendo al cavallo che, effettivamente, non ha mai opposto la benché minima opposizione durante l'intera procedura.
La temperatura così alta è anche utile, ha spiegato il maniscalco, "per adattare meglio il ferro allo zoccolo e per sanitizzare l'area di applicazione''.
Al termine dell'improntatura, ferro e zoccolo formano un tutt'uno. L'ultima fase invece, prevede il fissaggio del ferro con i chiodi di una lunghezza compresa tra i 45 e gli 80 millimetri.
All'intera operazione per ogni zoccolo si è dedicato il maniscalco Pietro insieme alla sue colleghe dell'associazione Italia Trekking con cui si dedica anche al turismo in sella agli equini. Per le prossime occasioni per vederlo all'opera bisogna aspettare la Notte Bianca di Rogoredo a inizio luglio o la Festa Medievale di Varzì al termine dello stesso mese.
Come ci ha detto Luigi Mauri, volontario della Pro loco presente durante le operazioni di ferratura, "è un'occasione, soprattutto per le nuove generazioni, per conoscere e trasmettere i mestieri e le attività che si svolgevano anche in questo territorio".
Alessandro Pirovano