Barzanò: le testimonianze di chi ha vissuto nella Bosnia assediata, tradotte dal 'Parini'

Un progetto molto speciale quello portato avanti dal liceo Parini di Barzanò, che ha visto ben tre classi dell'indirizzo linguistico direttamente coinvolte nella traduzione di testi importanti, pregni di emozioni e di storia. Come ci ha infatti spiegato il preside Michele Erba, a partire dal 2020 gli studenti si sono impegnati in un lavoro di minuziosa traduzione di pensieri di centinaia di giovani che, tra il 1992 e il 1995, vissero sulla loro pelle il dramma della guerra che interessò la Bosnia Erzegovina e, in particolare, la città di Sarajevo, distrutta da un lungo assedio.



''Il progetto nasce da uno stimolo della professoressa Valeria Terruzzi che, in visita a Sarajevo qualche anno fa, ha visitato il War Childhood Museum, occupatosi negli anni di raccogliere le testimonianze dei bambini cresciuti in tempo di guerra'' ci ha spiegato il preside. ''Mentre visitava il museo, la professoressa si è resa conto però, che gli italiani presenti non riuscivano a comprendere le testimonianze, perché scritte in bosniaco'' ha continuato Erba, raccontandoci che, una volta tornata in Italia, la docente ha espresso il desiderio di tradurre tanta sofferenza nella nostra lingua per farla comprendere ad un maggior numero possibile di visitatori.



Nel 2020, come dicevamo, è iniziato dunque il lungo processo di traduzione del libro War Childhood dell'autore Jasminko Halilovic, classe 1988 e fondatore del War Childhood Museum, cresciuto a Sarajevo durante l'assedio. Ad occuparsene, come dicevamo, i ventidue alunni della scuola barzanese.


Scorrendo il volume, lungo più di trecento pagine, è possibile entrare in contatto con un migliaio di testimonianze e pensieri, tutti relativi alla domanda ''Cos’è stato vivere la tua infanzia nel periodo di guerra?''. Il testo, uscito di recente, comprende anche diverse fotografie, disegni, lettere e storie, proprio a testimoniare un triennio di lotta e attaccamento alla vita.



In questi giorni questa importante testimonianza storica ha attirato anche l'attenzione della stampa nazionale, per la soddisfazione della scuola barzanese e dei giovani protagonisti del progetto, che hanno contribuito a facilitarne la comprensione nella nostra lingua.


''Ci piacerebbe moltissimo andare a Sarajevo in trasferta con i ragazzi che fossero interessati e naturalmente con la professoressa Terruzzi'' ci ha confidato infine il preside del liceo barzanese. ''Sarebbe un’ulteriore occasione di arricchimento per gli studenti che, grazie a questa traduzione, sono entrati incredibilmente in contatto con la cultura della Bosnia Erzegovina''.
S.L.F.
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