La poesia di Umberto Colombo/51: ''disprezzo d'amore''

La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana. Nel 2023, la ricorrenza giunge al termine di una settimana particolarmente tragica, dopo l’apprensione per le sorti di Giulia Cecchettin, scomparsa insieme all’ex fidanzato – oggi accusato di omicidio – e rinvenuta cadavere. È la 103esima vittima quest’anno.
Numeri impressionanti, senza contare che i numeri sarebbero ben più alti se si considerano le violenze. Per citare l’ultimo e territorialmente vicino episodio, basta tornare indietro di qualche giorno. Nel primo pomeriggio di martedì 21 novembre, nella zona industriale di Erba, un uomo ha colpito l’ex fidanzata con dell’acido muriatico.
Inevitabile interrogarsi su questi accadimenti e sulla cultura del maschismo nella quale tali episodi trovano fondamento. La violenza di genere infatti, non riguarda in via esclusiva il rapporto uomo-donna, ma è quella perpetrata ai danni di una figura femminile.
Ricorda il Ministero dell’Interno: ''Con l'espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso''.
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Di seguito l'odierna poesia che Umberto Colombo ha scritto per la ricorrenza di quest’oggi, 25 novembre:

Disprezzo d’amore
 
Piange la donna pestata nel vivo
urge un coraggio e una grande pietà
umilia e riduce in modo tardivo
il rispetto dell’uno sull’altra metà
 
avanti al contegno distrutto nel tempo
non v’è più riguardo ma solo disprezzo
potere nel folle imposto al frattempo
nemico del bene è il male più avvezzo
 
dar sfogo a parole di fuoco e urla umilianti
acidità nel dispregio e al taccio pesanti
paura e ritegno agli insulti strazianti
un segno d‘amore coperto dai pianti
 
o dolce congiunto che vedi il futuro
avresti pur visto il dopo pensiero
ribolle dal dentro lo squasso più duro
non v’è più rispetto non è più ciarliero
 
la donna regina diventa un calzino
la usi e la strappi senza stima e ritegno
la butti nel cesto l’affoghi nel vino
non hai rispetto, sei senza contegno
                                                     
finché…’ voltola uno strazio…!
 urla il coltello…! urla la mente…!
urla il giudizio e urla il fendente…!
è nullo il rispetto…  è odio scalfente
nel sangue giace quel corpo languente…
 
la donna è vittima di truce pazzia
la donna è vittima di truce vendetta
la donna è vittima di truce gelosia
la donna è vittima di una truce operetta
 
 quanta follia nel mondo di oggi
non v’è ragione per tale supplizio
perduto è il sale nel mondo dei poggi
vince soltanto un pazzo giudizio
 
si piange il disfatto si piange sul dopo
il mondo è codardo e lontano dal fuoco
quanta tristezza vien persa allo scopo
l’uomo è bislacco è solo in un gioco
 
        buttiamo l’abuso, non sparare quel dardo
sii dolce spontaneo e brioso
peccato è il ferirla è solo codardo
colui che l’imbratta col tono ingiurioso
 
Umberto Colombo
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