Bosisio: panchina rossa nel giardino della scuola, monito contro i femminicidi

Una panchina rossa a scuola, in memoria di Enrica, una donna vittima di femminicidio. Una panchina rossa che rappresenta l’impegno di una comunità, a partire da quella scolastica che ha lanciato l’iniziativa, a educare al rispetto della donna.
Negli scorsi giorni, all’istituto comprensivo di Bosisio Parini si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della panchina rossa in memoria di Enrica Origgi, vittima di femminicidio nel ventennale della sua scomparsa e di tutte le altre donne barbaramente uccise dai loro compagni, amanti, mariti.
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Al momento inaugurale, con gli insegnanti e i ragazzi della scuola secondaria Wojtyla, erano presenti l’Assessore Corrado Galbusera e il Sindaco Andrea Colombo, i volontari dell'Associazione nazionale Carabinieri di Erba - Ponte Lambro, i rappresentanti dell'associazione la banda dei genitori di Bosisio Parini, oltre che i familiari di Enrica Origgi, i figli Omar e Debora, la nipote Marika e la piccola Clelia.
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La dirigente scolastica Orsola Moro, aprendo la cerimonia, ha ricordato la genesi del progetto, sul quale l’istituto si è mosso già dall’inizio dell’anno scolastico, valutando iniziative atte a contrastare la violenza di genere. ''Il problema della violenza di genere è purtroppo molto diffuso e già fin dal mese di settembre il collegio dei docenti aveva inserito nel Piano dell’Offerta formativa un progetto ad hoc allo scopo di aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita educandoli al rispetto – ha spiegato la dirigente - Sono in corso una serie di interventi nelle classi con uno psicologo che attraverso modalità operative e giochi di ruolo hanno lo scopo di abituare gli studenti al rispetto delle differenze. Poi a novembre è scoppiato il caso di Giulia Cecchettin che ha fatto da cassa di risonanza e ha spinto il Ministro Valditara a sollecitare le scuole affinché mettessero in atto una serie di interventi educativi per la prevenzione di questi fenomeni. La nostra scuola non ha avuto bisogno di sollecitazioni perché già si stava muovendo in tal senso''.
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La dirigente ha pertanto pensato a un gesto simbolico: ha preso contatto con l’associazione Panchine Rosse che ha concesso l’utilizzo del loro logo e che mapperà il giardino con la panchina tra i luoghi italiani in cui sono installati questi simboli. ''Ho pensato che valesse la pena di fare un gesto simbolico come l’installazione di una panchina rossa che, va detto, non risolve il problema, però è un simbolo visibile, il simbolo di un impegno che ci prendiamo – ha aggiunto la dirigente, spiegando anche i motivi della collocazione - Innanzitutto perché è di fronte alla scuola e alle aule, pertanto rappresenta un promemoria visibile per i nostri studenti. Inoltre è visibile anche dalla biblioteca comunale e dalla strada, pertanto può rappresentare un monito per l’intera comunità bosisiese (e non, visto che questo è un luogo frequentato da molti turisti d’estate e nei weekend). È un invito a fermarsi, riflettere e agire per costruire un futuro in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura''.
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La dirigente ha ringraziato la professoressa Anna Folli ''che ha ideato il progetto in tempi record'' e il Comune di Bosisio Parini, l’ufficio tecnico, ''che l’ha realizzato esattamente come l’aveva concepito la professoressa, con una base rivestita da pietre di fiume a rappresentare un continuum tra la scuola e il lago, tra questa piccola comunità che è il nostro istituto e la grande comunità di Bosisio perché gentilezza e rispetto diventino i pilastri su cui costruire una società più equa e giusta''.
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La dirigente ha raccontato ai presenti la storia di Enrica: ''Si era sposata da giovane e aveva avuto due figli con il marito. Poi, come a volte succede, il matrimonio ad un certo punto finisce, il marito si costruisce una nuova famiglia con un’altra donna e dopo qualche tempo anche Enrica conosce un nuovo compagno e decide di rifarsi una vita. Anzi visto che sono in pensione decidono proprio di cambiare aria e di trasferirsi al mare in Liguria. Il 17 febbraio del 2004 in seguito ad una lite, Enrica viene massacrata a colpi di ascia da quello che avrebbe dovuto proteggerla, amarla e ridarle una speranza di vita''.
All’inaugurazione era presente Omar, il figlio di Enrica, intervenuto con l’Associazione nazionale Carabinieri di cui fa parte.
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L’assessore all’istruzione Corrado Galbusera ha detto: ''È stato un momento molto bello e toccante''. Dopo aver ringraziato la dottoressa Moro e il suo staff per aver dato seguito al progetto, ha sottolineato a tutti i presenti l'importanza del simbolo della panchina rossa: ''Nel 2023 abbiamo perso una donna ogni 3 giorni e questo è una perdita per tutti''. L’intervento si è concluso con l’invito a tutti i ragazzi di portare rispetto alle loro compagne e a tutte le donne.
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Il sindaco Andrea Colombo ha così commentato l’iniziativa: ''È stato un bel momento di educazione civica, in cui scuola e comune hanno nuovamente collaborato per trasmettere valori importanti, tesi al rispetto ed alla valorizzazione del ruolo della donna nelle nostre vite. La testimonianza offerta sul femminicidio, inoltre, ha arricchito l'esperienza degli studenti della scuola secondaria, che sono certo non dimenticheranno l'inaugurazione della panchina. Un piccolo gesto, sì, ma carico di significato''.
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Dopo la scopertura del telo sotto le note de ''la fata'' di Edoardo Bennato, i rappresentanti dell’associazione la banda dei genitori hanno consegnato una mimosa.
La panchina rossa nel giardino della scuola, ha una forte valenza simbolica nel ricordare ogni giorno, a ragazzi e adulti, che ogni donna deve essere libera e rispettata per le sue scelte, il suo sentire, il suo essere persona prima che donna.
M.Mau.
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