La poesia di Umberto Colombo/68: il fascino del cielo di notte

Siamo tutti piccoli punti nell’universo. Ce ne accorgiamo, capita, appena ci troviamo a guardare la vastità del cielo, che sta sopra le nostre teste. È proprio in quel momento che comprendiamo di essere parte di qualcosa di più grande. Senza entrare nelle domande fondamentali della vita, Umberto Colombo ci aiuta a dare una dimensione alla nostra esistenza facendoci pensare a un cielo notturno. Anche il cielo diurno, se ci soffermiamo su di esso, è bellissimo perché molto vario ma quello notturno, forse complice la notte, durante la quale ci interroghiamo sulla nostra giornata, può sembrare ancora più profondo. Qualche stella e la luna, se capitano le nuvole o la pioggia: il cielo notturno è dominato dal buio. Come un buco nel terreno di cui, per il buio, non riusciamo a scorgere la profondità a causa del buio, così il cielo ci fa soffermare sul nostro essere. 
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''Per questa la settimana proporrei la seduzione del cielo – spiega l’autore della poesia della settimana - Il sole è certamente una fonte di vita, ma la notte affascina. Ti trovi in quel brillare di stelle, in quel segreto d'immenso, in quella serena estasi che ti coinvolge e ti porta nell'immaginazione più ardua: senti l'attrazione, rimani estatico. L'uomo per le sue paure si sente perso e piccino, ma è innamorato da tanto splendore. Rimane preso dallo spazio, dal mistero ed è avvolto in una musica penetrante. Qualche strillo di animale notturno, lo richiama alla vita, ma l’immensità in cui si trova è fantastica. L’uomo è piccolo, ma è grande nella sua luce di pensiero''.             
 
Il cielo di notte

La sera guardi il cielo e vedi l’infinito
le stelle che brillano t’invitano lontano
la mente spazia sull’immenso ordito
trovi smaniante il difforme arcano
 
La ragione è attratta dalle luci sparse
che a punti in loco son fonte di chiarore
t’immagini e percepisci il loro asse
riguardi, e ti soffermi sul vigore
 
Sei preso e sommerso dagli strali
resti fermo ma viaggi col pensiero
raggiungere vorresti quei fanali
per controllarne la falsità o il vero
 
Ti volti attorno a ruota, è tutto uguale,
pieno di luci a dimensione differenti
disposte a vario e in spazio disuguale
sono le diverse fonti di sorgenti
 
La vita delle stelle t’appassiona
ameresti penetrarti nel mistero
rifletti e sei attratto da una zona
che a parer tuo ti ricorda un vero
 
Ma il cielo nel suo immenso arco
attrae nel forse di una vita nuova
di certo nel radioso punto di varco
rischiara si il mistero, ma lo rinnova

Umberto Colombo
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