Cremella: nella festa patronale, messa per il 25° di ordinazione di padre Alberto Origgi

A prescindere dall’ambito considerato, un anniversario rappresenta sempre un momento iconico e carico di significato. Domenica 26 maggio Cremella ne ha ricordati addirittura tre contemporaneamente: la festa della Trinità, la festa patronale e i venticinque anni di ordinazione sacerdotale di padre Alberto Origgi, vicario al servizio della comunità pastorale ''Santissimo Nome di Maria'' comprendente - oltre a quella cremellese - anche le parrocchie di Sirtori e Barzanò.
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Padre Alberto Origgi (a destra) insieme al parroco don Renato Cameroni

Alle ore 11 è stata officiata la messa dedicata ai santi Sisinio, Martirio ed Alessandro, patroni di Cremella. La celebrazione ha previsto l'iconico ''rito del pallone'', il quale viene tradizionalmente bruciato per ricordare e onorare il martirio. Il pallone infatti, si distrugge, così come i martiri hanno rinunciato alla loro vita per dare testimonianza della loro profonda fede in Dio. 
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La liturgia è stata celebrata - alla presenza del parroco don Renato Cameroni - proprio da padre Alberto Origgi, conventuale francescano ordinato sacerdote nell’aprile del 1989 presso la basilica di Sant'Antonio di Padova che dal 2023 è vicario della comunità pastorale comprendente Barzanò, Cremella e Sirtori; proprio in quest'ultima parrocchia il religioso risiede, avendo preso il posto di don Aurelio Redaelli.
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Significativa l’omelia, incentrata sul significato dell’essere discepoli di Dio. ''Un bambino stava giocando col tablet e ad un certo punto ha chiesto alla propria mamma: com'è Dio? A quel punto la mamma abbraccia il proprio figlio e chiede a sua volta ti senti bene? Dalla risposta affermativa del bimbo si può comprendere che l’elemento fondamentale per creare un rapporto solido con Dio è l’amore. Senza il suddetto elemento non è possibile comprendere pienamente il mistero della Trinità. Non risulta sufficiente applicare solo delle formule matematiche e predefinite o concetti puramente razionali. Dio è esperienza, comunione e abbraccio, non definizione. A tal proposito dobbiamo diventare delle persone che creano ponti e legami, non che costruiscono muri. Tutto ciò significa essere discepoli di Dio''.
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Altre immagini del rito del pallone
Padre Origgi, originario della vicina Casatenovo, ha portato una significativa esperienza personale. ''Nella prima parte del mio percorso spirituale, era usanza visitare durante il periodo estivo la basilica di Sanzeno in Val Di Non. Uno dei momenti più significativi era rappresentato dalla preghiera di fronte alle icone dei tre martiri che sono patroni di Cremella. Esse hanno avuto un ruolo chiave nell’evangelizzazione di quella zona e sono stati arsi vivi a causa della rabbia della componente pagana. Ho instaurato, quindi, nel corso degli anni uno stretto rapporto con i tre santi''.
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Nelle parole del sacerdote è possibile evincere la necessità di compiere azioni concrete che devono accompagnare le belle parole al fine di evitare il mercanteggiare della parola di Dio in assenza di fatti.
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Alla luce degli ultimi avvenimenti storici susseguitesi nel mondo, la fiducia dell'essere umano nei confronti di un essere superiore è stata messa più volte a dura prova. Un percorso di fede così lungo come quello che sta vivendo padre Alberto Origgi rappresenta un'iniezione di speranza per tutti coloro che pensano di aver perso la strada maestra. 
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M.G.
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