Le testimonianze di tre giovani soldati, a 110 anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale

Oggi, 24 maggio 2025, si commemora il 110° anniversario dello scoppio di quella che è stata una grande mattanza e che ha cancellato non solo tanti innocenti, ma anche la meglio gioventù dell’epoca: la Prima Guerra Mondiale o Quarta Guerra d'Indipendenza.
Non voglio ricordarla in modo prettamente storico - anche perchè tutti noi l’abbiamo studiata a scuola - ma attraverso tre testimonianze di altrettanti giovani, di cui uno legato a Barzanò (seppur di origine milanese).
Purtroppo di corrispondenze militari del nostro circondario ne ho trovata una diretta a Missaglia, con al retro solo i saluti.
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La prima testimonianza è tratta dal libro ''Lettere dal fronte'' a cura di Maurizio Malan del 1968.

PIETRO CONFALONIERI
Nato a Barzanò il 30 aprile 1895
TENENTE IN SERVIZIO ATTIVO
Studente in Giurisprudenza – Battaglione San Dalmazzo.
Deceduto il 16 settembre 1917 in combattimento sul monte Robon-settore Kucla.
Decorato della medaglia d’Argento al Valore con la seguente motivazione: nonostante l’infuriare del fuoco nemico uscì dalla trincea, trascinando con mirabile esempio e coraggio il proprio plotone all’assalto; giunto fin sotto i reticolati nemici vi cadeva gravemente ferito a morte. 

Ultima lettera inviata ai genitori:
''… Ma subito la volontà ritorna ferma: si asciugano le lagrime e si rialza la testa quasi vergognosi del debole pianto, L’idea del dovere, l’amore per la patria, che oggi più che mai ha bisogno del nostro braccio e della nostra giovane vita ci rinfocolano l’entusiasmo e allora, più forti di prima si ritorna alle normali occupazioni. Io procedo ottimamente mi sono affezionato ai miei soldati in una maniera insolita, ed essi pendono da mio labbro come da quello di un loro padre, di un loro parente.

Quanto sono buoni e meravigliosi nelle loro delicatezze d’animo! Sono animati solo dal pensiero della vita del loro tenente e già una volta fra il turbinio del combattimento mi sono sentito afferrare per le gambe da qualcuno di essi, che sorridendo mi guardò esclamando in pretto piemontese: La prego Signor Tenente, stia un po’ curvo; noi non vogliamo che Lei esponga la vita!

Che beata poesia in quelle parole tanto semplici! E’ per questo che ho preso ad amarli e curarli come fratelli ed è per questo che anche loro mi sono riconoscenti''.

GLAUCO NULLI
Nato a Barzanò il 4 agosto 1885.
Aspirante Ufficiale 59° Reggimento Fanteria Brigata Calabria.
Deceduto il 22 maggio 1917 per ferite riportate in combattimento sul Colbricon.
Decorato della Medaglia d’Argento al valore militare per merito di guerra con la seguente motivazione: Comandante di ridottino, accerchiato da forze nemiche, dava esempio di coraggio e sentimento del dovere e benché rimasto con pochi superstiti, all’intimazione di resa rispondeva con scariche di fucileria e bombe, finché cadeva colpito a morte da bomba a mano alla testa.

I genitori di Glauco, Raffaele e Adalgisa Nulli Virga originari di Milano avevano eletto Barzanò come posto per vivere la maggior parte dell’anno. Il papà, avvocato con studio in Via Montenapoleone era sia a livello politico che economico una vera e propria potenza. Poteva tranquillamente imboscare il figlio in un ufficio dei tanti comandi che si trovavano dietro le linee, al sicuro dai combattimenti. Invece non mosse un dito quando arrivò il momento di partire per il servizio militare.
Glauco, studente modello e grande sportivo è stato uno dei primi fondatori dell’A.C. Milan.

La terza testimonianza l’ho trovata nel libro ''La Censura Militare'' edito dallo Stato Maggiore dell’Esercito.
[ Sezione Militare di Censura – Lecco ]
Da Zona di Guerra a Oggiono 18-5-1917

''[….] Una batosta passata sotto al bombardamento di 3 giorni e 2 giorni sempre a tentare di avanzare senza concludere niente, puoi immaginarti che disastro è successo. Morti se ne trova di tutti i posti che passi e continuano sempre via un reggimento sotto un altro così i reggimenti stanno un giorno in prima linea e vanno fuori per andare nella sua ma non riescono a rivarci dentro che ci restano feriti o morti…. Tanti nostri compagni sani e robusti hanno lasciato la loro vita senza nessuna soddisfazione per i capricci di qualche testone che vuol far macellare la povera gioventù…. così per questi testoni che non vogliono sottomettersi per la pace bisogna soffrire noi e la guerra ci sarà anche per loro a tempo opportuno se non agiscono bene, speriamo presto la pace altrimenti sono pasticci per tutti e diverranno ancora più gravi di ciò che parve di vedere. La popolazione e voi continuate il vostro dovere che avete incominciato che così si vedrà i prodotti di questa accanita guerra [….]''.

Questa lettera non è mai stata recapitata al destinatario perché il testo era disfattista. Sicuramente il militare è stato denunciato al Tribunale Militare
Prof.Arturo Morati, Barzanò
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