Almeno a livello locale non prevalgano interessi di bottega
Come cittadino oggionese non posso non commentare quanto è avvenuto durante l'ultimo Consiglio Comunale sull'approvazione dell'Ordine del Giorno riguardante la sollecitazione a riconoscere lo Stato Palestinese da parte del Governo Italiano.
Nel merito sono vari gli aspetti degni d'interesse emersi nel corso dell'assemblea che ha visto purtroppo contrapporsi le forze presenti.
Guardando il video della seduta del 22 maggio stupiscono innanzitutto le argomentazioni addotte dal capogruppo di minoranza Alessandro Negri tese a motivare in modo piccato la non condivisione del documento, del resto molto ben strutturato, poi comunque approvato dalla maggioranza con l'impegno ad inviarlo a vari destinatari istituzionali regionali, nazionali ed europei.
Spiace soprattutto costatare il modo volutamente retorico con cui ha contestato l'opportunità e, a suo dire, la strumentalità del doversi occupare di questioni internazionali rispetto a (solo presunti) molto più grandi problemi locali.
Negri peraltro nella sua esposizione ha affermato che tale documento non nasce e non arriva dall'Anpi di Oggiono ma ha alluso, inframezzato da vari puntuali “come dire”, ad un preconfezionato documento circolante anche in altri Comuni di cui pochi si sarebbero esposti nel proporre tale testo che, sempre a suo dire, in modo lampante è contro il Governo e visto che peraltro il Consiglio Comunale non ha alcun potere sulla politica internazionale. Come se la provenienza del documento fosse più importante dei suoi ineludibili contenuti.
La strumentalità attribuita ai proponenti ha invece di fatto connotato al contrario il suo intervento arrivando inopinatamente ed in modo assolutamente fuori luogo ha far riferimento anche ad avvenimenti successi a Lecco attorno all'ultimo 25 aprile riguardanti l'Anpi.
E' proprio questo rovesciamento delle parti che lascia allibiti e che, congiuntamente ad altri passaggi del suo accorato intervento, non può non indurre a rilevare quella che sembra configurarsi come una cultura votata ad un solo presunto senso pratico che, astutamente quando occorre, riduce tutto a pura amministrazione locale.
Al contrario la funzione costitutiva dell'assemblea consiliare, non solo a mio avviso, non può limitarsi ai soli aspetti, pur ovviamente importanti, del governo locale ma dovrebbe trarre spunto anche dal discernimento su avvenimenti e situazioni più generali di particolare interesse etico e democratico cui la dimensione territoriale è al contempo terminale ma anche co-promotrice. E' proprio questa, a prescindere da qualsivoglia colore politico, una peculiare questione di visione culturale partecipativa troppe volte sottovalutata da molte amministrazioni.
Peraltro ai più attenti osservatori non sarà sfuggito che tale Ordine Del Giorno impegna il sindaco in modo sollecito ad attivarsi presso gli altri sindaci e amministrazioni della Lombardia per concordare un'azione comune di sensibilizzazione delle rappresentanze politiche parlamentari su questo impellente tema, viste le ineludibili ed inumane atrocità che in crescendo si stanno perpetrando non solo a Gaza.
L'altra importante sottolineatura, in controtendenza con la manifesta strumentalità del voto di dissociazione delle minoranze, mi appare la scelta della consigliera Acerbi, comunque quanto ovviamente rispettata da Negri, che ha approvato il documento anteponendo doverosamente il primato della propria coscienza a qualsivoglia preordinata logica di appartenenza.
Mi è tornato alla mente il mio pur breve vissuto da consigliere in anni passati quando ero stato definito la minoranza della maggioranza di allora in ragione delle mie occasionali dissociazioni, sempre comunque su temi assai significativi.
Cito questa mia esperienza personale perché mi auguro che, almeno a livello locale, possano sempre prevalere le ragioni di umanità e coscienza critica personale su quelle delle convenienze di bottega che sembrano a volte prevalere anche da noi.
Nel merito sono vari gli aspetti degni d'interesse emersi nel corso dell'assemblea che ha visto purtroppo contrapporsi le forze presenti.
Guardando il video della seduta del 22 maggio stupiscono innanzitutto le argomentazioni addotte dal capogruppo di minoranza Alessandro Negri tese a motivare in modo piccato la non condivisione del documento, del resto molto ben strutturato, poi comunque approvato dalla maggioranza con l'impegno ad inviarlo a vari destinatari istituzionali regionali, nazionali ed europei.
Spiace soprattutto costatare il modo volutamente retorico con cui ha contestato l'opportunità e, a suo dire, la strumentalità del doversi occupare di questioni internazionali rispetto a (solo presunti) molto più grandi problemi locali.
Negri peraltro nella sua esposizione ha affermato che tale documento non nasce e non arriva dall'Anpi di Oggiono ma ha alluso, inframezzato da vari puntuali “come dire”, ad un preconfezionato documento circolante anche in altri Comuni di cui pochi si sarebbero esposti nel proporre tale testo che, sempre a suo dire, in modo lampante è contro il Governo e visto che peraltro il Consiglio Comunale non ha alcun potere sulla politica internazionale. Come se la provenienza del documento fosse più importante dei suoi ineludibili contenuti.
La strumentalità attribuita ai proponenti ha invece di fatto connotato al contrario il suo intervento arrivando inopinatamente ed in modo assolutamente fuori luogo ha far riferimento anche ad avvenimenti successi a Lecco attorno all'ultimo 25 aprile riguardanti l'Anpi.
E' proprio questo rovesciamento delle parti che lascia allibiti e che, congiuntamente ad altri passaggi del suo accorato intervento, non può non indurre a rilevare quella che sembra configurarsi come una cultura votata ad un solo presunto senso pratico che, astutamente quando occorre, riduce tutto a pura amministrazione locale.
Al contrario la funzione costitutiva dell'assemblea consiliare, non solo a mio avviso, non può limitarsi ai soli aspetti, pur ovviamente importanti, del governo locale ma dovrebbe trarre spunto anche dal discernimento su avvenimenti e situazioni più generali di particolare interesse etico e democratico cui la dimensione territoriale è al contempo terminale ma anche co-promotrice. E' proprio questa, a prescindere da qualsivoglia colore politico, una peculiare questione di visione culturale partecipativa troppe volte sottovalutata da molte amministrazioni.
Peraltro ai più attenti osservatori non sarà sfuggito che tale Ordine Del Giorno impegna il sindaco in modo sollecito ad attivarsi presso gli altri sindaci e amministrazioni della Lombardia per concordare un'azione comune di sensibilizzazione delle rappresentanze politiche parlamentari su questo impellente tema, viste le ineludibili ed inumane atrocità che in crescendo si stanno perpetrando non solo a Gaza.
L'altra importante sottolineatura, in controtendenza con la manifesta strumentalità del voto di dissociazione delle minoranze, mi appare la scelta della consigliera Acerbi, comunque quanto ovviamente rispettata da Negri, che ha approvato il documento anteponendo doverosamente il primato della propria coscienza a qualsivoglia preordinata logica di appartenenza.
Mi è tornato alla mente il mio pur breve vissuto da consigliere in anni passati quando ero stato definito la minoranza della maggioranza di allora in ragione delle mie occasionali dissociazioni, sempre comunque su temi assai significativi.
Cito questa mia esperienza personale perché mi auguro che, almeno a livello locale, possano sempre prevalere le ragioni di umanità e coscienza critica personale su quelle delle convenienze di bottega che sembrano a volte prevalere anche da noi.
Germano Bosisio