Bosisio: un nuovo linguaggio per i piccoli pazienti del Medea
''Il bambino ha diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un linguaggio comprensibile e adeguato al suo sviluppo e alla sua maturazione'': lo suggerisce il buon senso e lo sancisce la rete italiana degli ospedali pediatrici con la carta dei diritti del bambino in ospedale.
Un diritto sacrosanto, ma come la mettiamo quando il bambino ha difficoltà nella comprensione del linguaggio a causa di un disturbo del neurosviluppo? Come comunicargli le visite, gli esami diagnostici, le terapie che dovrà affrontare?

Per venire incontro alle esigenze dei suoi piccoli pazienti, l’Istituto Scientifico Medea-La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, con la supervisione scientifica del Policlinico di Milano, ha introdotto nel reparto di neuropsichiatria infantile un approccio fondato sulla CAA, acronimo di comunicazione aumentativa e alternativa, una lingua basata su un sistema di simboli grafici che raffigurano oggetti, azioni, desideri e stati d’animo.
''Nel nostro reparto accogliamo bambini e bambine con disturbi dello spettro autistico o disturbi del neurosviluppo complessi'' spiega la dottoressa Morena Achilli, coordinatrice infermieristica del reparto. ''Per tutti loro, sottoporsi alle necessarie procedure diagnostiche e terapeutiche può essere una fonte di ansia, a maggior ragione se hanno problemi nella sfera comunicativa''.
Gli specialisti del Medea hanno quindi pensato di tradurre l’agenda terapeutica giornaliera di ogni bambino in CAA.

Ogni mattina i piccoli pazienti del reparto ricevono il programma della giornata tradotto in simboli: il personale infermieristico affianca il caregiver per comunicare in CAA attività e procedure, affinché ogni bambino possa affrontare un esame di risonanza magnetica o un elettroencefalogramma con maggiore consapevolezza e meno ansia.

''Abbiamo pensato anche al loro tempo libero: il reparto si è dotato di una biblioteCAA, frutto meraviglioso di una collaborazione nata all’interno del nostro Istituto''. A realizzare il nuovo spazio sono stati infatti Samuele, Chiara, Gloria, Emmanuel e Ruben del progetto Ponte.RIESCO e Nicolas, Matteo, Giuseppe, Martina, Davide e Kevin del servizio residenziale l’Aquilone: i primi sono giovani con un quadro neuropsicologico complesso che partecipano ad un progetto educativo inclusivo della Nostra Famiglia in collaborazione con le scuole secondaria di primo grado del territorio. I secondi sono bambini e giovani con disturbi del neurosviluppo e disabilità complesse e importanti criticità nei comportamenti di adattamento ambientale che frequentano il Servizio residenziale terapeutico riabilitativo per minori di Bosisio Parini.

Tutti insieme, con i loro educatori, hanno tradotto i volumi in CAA grazie ad un software dedicato che trasforma le parole in immagini: hanno potuto così acquisire un ruolo attivo nell’aiuto degli altri e contemporaneamente imparare le logiche della CAA.
''La CAA è trasversale e accessibile per tutte le età, le lingue e le culture: è uno strumento prezioso, che dà voce a tutti'' aggiunge la dottoressa Achilli.
Risultato: dal ''Gattino Luca'' a ''Tobi si diverte'' il nuovo spazio dedicato alla lettura offre ai bambini ricoverati fiabe, romanzi e racconti tradotti in simboli. Ma soprattutto è un esempio concreto di collaborazione virtuosa tra centri di ricerca, esperienze cliniche e progetti di integrazione sociale.
Un diritto sacrosanto, ma come la mettiamo quando il bambino ha difficoltà nella comprensione del linguaggio a causa di un disturbo del neurosviluppo? Come comunicargli le visite, gli esami diagnostici, le terapie che dovrà affrontare?

Per venire incontro alle esigenze dei suoi piccoli pazienti, l’Istituto Scientifico Medea-La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, con la supervisione scientifica del Policlinico di Milano, ha introdotto nel reparto di neuropsichiatria infantile un approccio fondato sulla CAA, acronimo di comunicazione aumentativa e alternativa, una lingua basata su un sistema di simboli grafici che raffigurano oggetti, azioni, desideri e stati d’animo.
''Nel nostro reparto accogliamo bambini e bambine con disturbi dello spettro autistico o disturbi del neurosviluppo complessi'' spiega la dottoressa Morena Achilli, coordinatrice infermieristica del reparto. ''Per tutti loro, sottoporsi alle necessarie procedure diagnostiche e terapeutiche può essere una fonte di ansia, a maggior ragione se hanno problemi nella sfera comunicativa''.
Gli specialisti del Medea hanno quindi pensato di tradurre l’agenda terapeutica giornaliera di ogni bambino in CAA.

Ogni mattina i piccoli pazienti del reparto ricevono il programma della giornata tradotto in simboli: il personale infermieristico affianca il caregiver per comunicare in CAA attività e procedure, affinché ogni bambino possa affrontare un esame di risonanza magnetica o un elettroencefalogramma con maggiore consapevolezza e meno ansia.

''Abbiamo pensato anche al loro tempo libero: il reparto si è dotato di una biblioteCAA, frutto meraviglioso di una collaborazione nata all’interno del nostro Istituto''. A realizzare il nuovo spazio sono stati infatti Samuele, Chiara, Gloria, Emmanuel e Ruben del progetto Ponte.RIESCO e Nicolas, Matteo, Giuseppe, Martina, Davide e Kevin del servizio residenziale l’Aquilone: i primi sono giovani con un quadro neuropsicologico complesso che partecipano ad un progetto educativo inclusivo della Nostra Famiglia in collaborazione con le scuole secondaria di primo grado del territorio. I secondi sono bambini e giovani con disturbi del neurosviluppo e disabilità complesse e importanti criticità nei comportamenti di adattamento ambientale che frequentano il Servizio residenziale terapeutico riabilitativo per minori di Bosisio Parini.

Tutti insieme, con i loro educatori, hanno tradotto i volumi in CAA grazie ad un software dedicato che trasforma le parole in immagini: hanno potuto così acquisire un ruolo attivo nell’aiuto degli altri e contemporaneamente imparare le logiche della CAA.
''La CAA è trasversale e accessibile per tutte le età, le lingue e le culture: è uno strumento prezioso, che dà voce a tutti'' aggiunge la dottoressa Achilli.
Risultato: dal ''Gattino Luca'' a ''Tobi si diverte'' il nuovo spazio dedicato alla lettura offre ai bambini ricoverati fiabe, romanzi e racconti tradotti in simboli. Ma soprattutto è un esempio concreto di collaborazione virtuosa tra centri di ricerca, esperienze cliniche e progetti di integrazione sociale.
