L'ineludibile dilemma di Israele

Non riesco a non pensare a ciò che sta accadendo a Gaza ma anche in Cisgiordania.

Come è possibile che quello che viene definito un avamposto di democrazia in Medio Oriente si renda colpevole di ripetute atrocità nei confronti di inermi bambini, donne e uomini solo per il fatto che appartengono ad un altro popolo?

Ma come? proprio coloro che sono gli eredi di chi ha subito la Shoah sta attuando oggi un progressivo e forse anche preordinato annientamento, ormai nulla a che vedere con una reazione difensiva all'inumano eccidio subito il 7 ottobre, non solo con mezzi violenti ma anche affamando e

annichilendo la dignità delle proprie vittime costrette a continui spostamenti e ad elemosinare quel poco per vivere pur sapendo di diventare così un bersaglio da colpire come infatti sta avvenendo.

Per non parlare di scuole, ospedali, giornalisti, campi di raccolta indicati dagli stessi israeliani come sicuri e poi bombardati. Eppoi ci si scandalizza se tutto questo viene definito come un genocidio. Ma cos'altro deve ancora accadere perché non ci siano più scusanti per le ignavie e le ipocrisie di chi ancora cerca alibi a tali comportamenti assassini?

I Palestinesi non sono Hamas, peraltro spalleggiato in passato da Netanyahu quando occorreva contrastare la legittima rappresentanza palestinese: è come se si bombardasse un condominio e tutte le famiglie che vi abitano solo perché un assassino vi si è rifugiato.

Oggi scopro, dopo aver scritto più volte di queste assurde cose, che anche un altro aspetto concorrerebbe alla delegittimazione democratica oltre che morale di Netanyahu e la sua cricca criminale e cioè che il suo Governo è diventato da pochi giorni minoranza alla Knesset, il Parlamento israeliano che ora si regge su una specie di ricatto degli integralisti religiosi che vorrebbero esenzioni dalla leva militare per i propri adepti. Il massimo dell'ipocrisia da parte di chi da una parte spinge per una omicida “soluzione finale” della popolazione palestinese in nome di un solo presunto diritto ad una “Terra Promessa”ma dall'altra non vuole sporcare di sangue le proprie mani https://share.google/a22q9iAf5W2ihAEQw.

E mi chiedo perché questa notizia così importante non sia stata e continui tutt'ora a non essere messa in grande evidenza dai media sempre così attenti ad ogni particolare dei vari aspetti connessi a quanto sta avvenendo non solo in Medio Oriente.

Non sarebbe questo un ulteriore e significativo elemento per depotenziare agli occhi del mondo che pomposamente si dice democratico la legittimità sostanziale del governo minoritario di Netanyahu? Per tanti altri Paesi ciò che costituirebbe per il consesso internazionale per tale motivo un grave stigma non vale per gli eredi del “Popolo eletto”?

E sommando tutto questo alla crescente resistenza interna, alla posizione critica dei vertici dell'esercito, alle diserzioni di migliaia di riservisti, all'isolamento quasi totale dal consesso mondiale con il moltiplicarsi delle prese di posizione di molto Stati (non solo a parole), di svariati organismi sia nazionali che internazionali (*) a partire dall'Onu stessa, non aumentano le reali possibilità di far cadere questo governo di fanatici assassini, di fatto creando le basi di uno stop al genocidio in corso?

L'Israele di oggi è di fronte ad un grande dilemma: o avallare gli stessi comportamenti disumani (ognuno trovi la qualifica più orrendamente pertinente) subìti in passato e quindi “suicidarsi”, come ha scritto la storica ebraica Anna Foa nel suo libro, o dimostrare che – almeno all'alba del terzo millennio - un altro modo di convivere è possibile, quello del rispetto reciproco governato dal Diritto e non dalla prepotenza del più forte sul più debole.

E lo dice una persona che molti anni fa aveva appositamente portato la propria famiglia ad Auschwitz per fissare in modo indelebile nella memoria l'orribile realtà della Shoah.

Molto dipenderà, come già scrivevo (**), dalla “disobbedienza responsabile” che gli Israeliani, a partire dai soldati ma non solo, vorrà e saprà opporre all'attuazione di questo folle piano di Netanyahu ( su cui grava un mandato di cattura internazionale come pure vari processi interni) e il suo sodalizio criminale.

La sentenza della Storia sarà implacabile se le ragioni dell'interdipendenza non prevarranno e il risultato che ne potrà derivare non potrà non contaminare il futuro non solo del Medio Oriente.

Qui una assai significativa azione attiva in corso: 

(*) https://www.casateonline.it/notizie/150613/nel-ricordo-di-vik-la-global-sumud-flottilla-verso-gaza

(**) https://www.merateonline.it/notizie/149151/israele-le-ragioni-per-un-ldquo-golpe-rdquo-pacifico-e-democratico
Germano Bosisio
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