A Villa Greppi prendono forma il talento e la creatività di Davide Maggioni
Anche nei mesi estivi a Villa Greppi prosegue Residenze d'Artista, un progetto inaugurato ufficialmente nel 2018 e che negli anni ha ospitato tanti artisti locali, ma non solo. Diventata ormai un’eccellenza del nostro territorio, nonché uno dei pochi casi in Italia, l'esperienza ha permesso ha molti pittori, scultori, fotografi - ma anche performer - di far incontrare la loro arte con il parco e la villa dell’Ottocento, creando così qualcosa di assolutamente unico.
Tutti gli artisti sono entusiasti, così come il pubblico che ha avuto la possibilità di conoscere diverse forme d’arte spesso tipiche del nostro territorio

Qualche settimana fa vi avevamo raccontato la storia di Lwando Dlamini, giovane artista originario del Sudafrica, che ha vissuto a Villa Greppi da maggio a luglio per la residenza bimestrale e che realizza opere fortemente colorate con ritratti ispirati a persone della sua terra. In contemporanea, a partire dal mese di aprile, Davide Maggioni ha invece iniziato il progetto annuale unendo la sua arte all’incredibile storia racchiusa tra le mura e il parco della dimora monticellese.
Se il viaggio di Lwando era partito dall’altra parte del mondo, Davide viene praticamente da dietro l’angolo e realizza delle opere che non potrebbero essere più differenti.
Originario di Merate, ha sempre sentito l’arte parte di sé ed ha affiancato gli studi da architetto paesaggista con la realizzazione di dei veri e propri studi sulle ombre e sulla rappresentazione della natura, delle specie di piccoli viaggi in miniatura per vedere il mondo nelle sue profondità.

''Conosco molto bene Villa Greppi e spesso sono venuto a mostre ed eventi, ma non conoscevo questa iniziativa: l’ho scoperta per caso sul sito e ho deciso di candidarmi immediatamente. Io nasco come architetto paesaggista, ma ho sempre provato ad andare oltre il mio lavoro, esplorando tutto ciò che mi circonda. Da diversi anni ho iniziato un progetto legato alle ombre, è un tema che è stato affrontato da diversi artisti nel corso dei secoli, ma io ho cercato di farlo a modo mio. Sono affascinato da quello che viene creato, sento molto il contatto con l’elemento naturale che cerco sempre di inserire nelle mie opere, contemporaneamente ho conosciuto la tecnica giapponese del legno carbonizzato che è diventato presto un elemento aggiuntivo del mio lavoro. In questi mesi sto lavorando duramente, ma soprattutto bene, essere selezionato per il progetto di Residenze d’Artista mi sta dando la possibilità di sperimentare, di andare oltre le mie opere, di scoprire nuovi elementi e al contempo di scoprirmi'' ci ha raccontato Davide Maggioni, sottolineando la grande opportunità di poter lavorare all’interno di Villa Greppi.
Il bando di Residenze d’Artista è diventato negli anni molto ambito, sempre più creativi richiedono di poter partecipare, ma solo pochi possono essere selezionati. In particolare c’è un solo posto all’anno per coloro che provengono dal nostro territorio e riuscire ad accaparrarselo è estremamente difficile, sintomo che il livello delle proposte che arrivano al Consorzio è di altissimo.

È difficile descrivere a parole le opere di Davide Maggioni che è in grado di creare qualcosa che va ben oltre la semplice esperienza di visione. Tutto parte sempre dall’attenta osservazione della natura, una passeggiata nel giardino della Villa o di un parco delle nostre zone, il meratese annota, fa dei piccoli schizzi, ma soprattutto conserva tutte quelle sensazioni uniche trasmesse da ciò che lo circonda, una volta arrivato nello studio inizia a creare. I materiali sono i più disparati, dall’acrilico alle bombolette spray passando attraverso il semplice carboncino utilizzato i primi disegni. Su tele anche di grandi dimensioni prendono così forma ombre, elementi naturali che sembrano voler uscire dai fogli diventando parte di noi.

''Il parco della Villa mi ha subito affascinato, spesso cammino con il mio block notes e faccio degli schizzi, tra gli alberi trovo l’ispirazione e mi lascio guidare senza pormi dei limiti. Lavoro molto con dei tratti e dei segni, non voglio rappresentare cosa genera l’ombra ma solo una parte rendendo così lo spettatore protagonista dell’opera e in grado di trovare la sua strada. Non mi concentro mai su un’unica opera, lavoro su molte in contemporanea fino a quando è l’opera stessa a dirmi che è finita. Spesso ho l’esigenza di staccarmi, di passare su altro e poi ritornare sui mie passe e in questo modo diverse creazioni si uniscono, si influenzano, diventano un’esperienza unica che avvolge, così come fa la natura. Le mie opere sono sicuramente molto astratte, ma il mio obiettivo non è di imporre una visione, ma di trasmettere una sensazione'' prosegue Maggioni, mostrandoci proprio come il bello delle sue creazioni sia quello di non possedere un univoco modo di visione, ma di diventare un tutt’uno con il vissuto di chi le osserva.

Entrare nell’atelier di Villa Greppi è stata un'esperienza davvero speciale, uno spazio che era un tempo vuoto ma che, come per magia, è diventato il luogo di creazione di opere veramente particolari. Il contrasto è più che evidente tra le opere colorate di Lwando che sembrano raccontare la loro storia a gran voce e quelle di Davide che invitano ad essere esplorate.
Predominano il bianco e il nero che creano degli effetti prodigiosi, ma non manca il colore che richiama alcune delle decorazioni della villa.

''Al termine della nostra esperienza verrà organizzata una mostra e io ho scelto di allestirla all’interno della villa per trasmettere ciò che si prova a visitarla, ma anche a camminare per il parco. Mi sono lasciato ispirare da tutte le sue parti, dagli elementi nelle stanze, dagli arredi e dagli stucchi realizzando delle opere che vadano anche oltre la semplice tela. Ho creato delle cornici, ho recuperato legno dai cantieri e da alcuni rami sparsi nel parco proponendo un viaggio in cui anche la vita degli oggetti può ricominciare. Sicuramente c’è una preminenza del bianco e nero, sono due elementi con grande forza e che possono sovrapporsi, ma ci sono anche delle parti colorate che entrano di prepotenza in opere che spesso sono in 3d. E’ un’esperienza a tuttotondo, le opere potrebbero essere capovolte, ma anche appese all’interno del parco diventando a tutti gli effetti parte integrante di Villa Greppi''.
L’atelier è il vero valore aggiunto dell’esperienza, uno spazio grande in cui sbizzarrirsi con le proprie creazioni.

Anche nei mesi estivi Davide Maggioni alterna le camminate nella natura con l’intenso lavoro di creazione, il contatto con il parco di Villa Greppi è un’ispirazione continua che lo porta a creare, a modificare, a scoprire un modo di fare nuovo per stupire e stupirsi. L’artista meratese ha da poco superato la metà della sua esperienza e le creazioni proseguono senza sosta. Al termine del progetto ci sarà un’esposizione di tutti i lavori realizzati e conoscendo ormai lo stile del meratese siamo sicuri che sarà un viaggio davvero speciale e unico nel suo genere.
Tutti gli artisti sono entusiasti, così come il pubblico che ha avuto la possibilità di conoscere diverse forme d’arte spesso tipiche del nostro territorio

Davide Maggioni
Qualche settimana fa vi avevamo raccontato la storia di Lwando Dlamini, giovane artista originario del Sudafrica, che ha vissuto a Villa Greppi da maggio a luglio per la residenza bimestrale e che realizza opere fortemente colorate con ritratti ispirati a persone della sua terra. In contemporanea, a partire dal mese di aprile, Davide Maggioni ha invece iniziato il progetto annuale unendo la sua arte all’incredibile storia racchiusa tra le mura e il parco della dimora monticellese.
Se il viaggio di Lwando era partito dall’altra parte del mondo, Davide viene praticamente da dietro l’angolo e realizza delle opere che non potrebbero essere più differenti.
Originario di Merate, ha sempre sentito l’arte parte di sé ed ha affiancato gli studi da architetto paesaggista con la realizzazione di dei veri e propri studi sulle ombre e sulla rappresentazione della natura, delle specie di piccoli viaggi in miniatura per vedere il mondo nelle sue profondità.

''Conosco molto bene Villa Greppi e spesso sono venuto a mostre ed eventi, ma non conoscevo questa iniziativa: l’ho scoperta per caso sul sito e ho deciso di candidarmi immediatamente. Io nasco come architetto paesaggista, ma ho sempre provato ad andare oltre il mio lavoro, esplorando tutto ciò che mi circonda. Da diversi anni ho iniziato un progetto legato alle ombre, è un tema che è stato affrontato da diversi artisti nel corso dei secoli, ma io ho cercato di farlo a modo mio. Sono affascinato da quello che viene creato, sento molto il contatto con l’elemento naturale che cerco sempre di inserire nelle mie opere, contemporaneamente ho conosciuto la tecnica giapponese del legno carbonizzato che è diventato presto un elemento aggiuntivo del mio lavoro. In questi mesi sto lavorando duramente, ma soprattutto bene, essere selezionato per il progetto di Residenze d’Artista mi sta dando la possibilità di sperimentare, di andare oltre le mie opere, di scoprire nuovi elementi e al contempo di scoprirmi'' ci ha raccontato Davide Maggioni, sottolineando la grande opportunità di poter lavorare all’interno di Villa Greppi.
Il bando di Residenze d’Artista è diventato negli anni molto ambito, sempre più creativi richiedono di poter partecipare, ma solo pochi possono essere selezionati. In particolare c’è un solo posto all’anno per coloro che provengono dal nostro territorio e riuscire ad accaparrarselo è estremamente difficile, sintomo che il livello delle proposte che arrivano al Consorzio è di altissimo.

Davide Maggioni con Lwando Dlamini
È difficile descrivere a parole le opere di Davide Maggioni che è in grado di creare qualcosa che va ben oltre la semplice esperienza di visione. Tutto parte sempre dall’attenta osservazione della natura, una passeggiata nel giardino della Villa o di un parco delle nostre zone, il meratese annota, fa dei piccoli schizzi, ma soprattutto conserva tutte quelle sensazioni uniche trasmesse da ciò che lo circonda, una volta arrivato nello studio inizia a creare. I materiali sono i più disparati, dall’acrilico alle bombolette spray passando attraverso il semplice carboncino utilizzato i primi disegni. Su tele anche di grandi dimensioni prendono così forma ombre, elementi naturali che sembrano voler uscire dai fogli diventando parte di noi.

''Il parco della Villa mi ha subito affascinato, spesso cammino con il mio block notes e faccio degli schizzi, tra gli alberi trovo l’ispirazione e mi lascio guidare senza pormi dei limiti. Lavoro molto con dei tratti e dei segni, non voglio rappresentare cosa genera l’ombra ma solo una parte rendendo così lo spettatore protagonista dell’opera e in grado di trovare la sua strada. Non mi concentro mai su un’unica opera, lavoro su molte in contemporanea fino a quando è l’opera stessa a dirmi che è finita. Spesso ho l’esigenza di staccarmi, di passare su altro e poi ritornare sui mie passe e in questo modo diverse creazioni si uniscono, si influenzano, diventano un’esperienza unica che avvolge, così come fa la natura. Le mie opere sono sicuramente molto astratte, ma il mio obiettivo non è di imporre una visione, ma di trasmettere una sensazione'' prosegue Maggioni, mostrandoci proprio come il bello delle sue creazioni sia quello di non possedere un univoco modo di visione, ma di diventare un tutt’uno con il vissuto di chi le osserva.

Entrare nell’atelier di Villa Greppi è stata un'esperienza davvero speciale, uno spazio che era un tempo vuoto ma che, come per magia, è diventato il luogo di creazione di opere veramente particolari. Il contrasto è più che evidente tra le opere colorate di Lwando che sembrano raccontare la loro storia a gran voce e quelle di Davide che invitano ad essere esplorate.
Predominano il bianco e il nero che creano degli effetti prodigiosi, ma non manca il colore che richiama alcune delle decorazioni della villa.

''Al termine della nostra esperienza verrà organizzata una mostra e io ho scelto di allestirla all’interno della villa per trasmettere ciò che si prova a visitarla, ma anche a camminare per il parco. Mi sono lasciato ispirare da tutte le sue parti, dagli elementi nelle stanze, dagli arredi e dagli stucchi realizzando delle opere che vadano anche oltre la semplice tela. Ho creato delle cornici, ho recuperato legno dai cantieri e da alcuni rami sparsi nel parco proponendo un viaggio in cui anche la vita degli oggetti può ricominciare. Sicuramente c’è una preminenza del bianco e nero, sono due elementi con grande forza e che possono sovrapporsi, ma ci sono anche delle parti colorate che entrano di prepotenza in opere che spesso sono in 3d. E’ un’esperienza a tuttotondo, le opere potrebbero essere capovolte, ma anche appese all’interno del parco diventando a tutti gli effetti parte integrante di Villa Greppi''.
L’atelier è il vero valore aggiunto dell’esperienza, uno spazio grande in cui sbizzarrirsi con le proprie creazioni.

Anche nei mesi estivi Davide Maggioni alterna le camminate nella natura con l’intenso lavoro di creazione, il contatto con il parco di Villa Greppi è un’ispirazione continua che lo porta a creare, a modificare, a scoprire un modo di fare nuovo per stupire e stupirsi. L’artista meratese ha da poco superato la metà della sua esperienza e le creazioni proseguono senza sosta. Al termine del progetto ci sarà un’esposizione di tutti i lavori realizzati e conoscendo ormai lo stile del meratese siamo sicuri che sarà un viaggio davvero speciale e unico nel suo genere.
Giorgia Monguzzi