Il nonno che vi scrive ha tutta la mia stima
Articolo: Alcuni giovani atleti ''esclusi'' dal PSG Molteno-Brongio: la lettera di un nonno deluso
Messaggio: Persone come questo nonno meriterebbero di diventare direttori sportivi di tutte le società calcistiche! Il mondo del calcio è alla deriva più estrema: tutti puntano ad avere i nuovi "Messi e Ronaldo" (che poi, come diceva la famosa canzone "uno su mille ce la fa", ma nel mondo del calcio pure meno), facendo totalmente perdere qualsiasi valore aggregativo ed educativo a questo splendido gioco: quelli bravi giocano con quelli bravi, quelli "scarsi" fin quando pagano la retta vanno benone, poi a un certo punto chissenefrega, perchè le società devono "preparare (quelli forti) adeguatamente alle gare dei campionati regionali ed élite".
E poi possiamo anche aprire il capitolo-genitori: quelli che pensano di avere in casa i nuovi fenomeni e che quindi avvallano le scelte di queste società sconsiderate dicendo "beh ma è giusto che quelli "meno pronti" (nuova terminologia coniata per evitare di dire "quelli scarsi") non giochino nella stessa squadra di quelli "più pronti"", in barba a tutti i modelli educativi che invece sottolineano la potenza della peer education e della crescita personale di tutti all'interno dei gruppi di livello misto e non di livello elitario.
Ma ovviamente, come nelle squadre di serie A, conta SOLO IL RISULTATO. E questo mette una tristezza infinita.
Un abbraccio carico di comprensione al nonno e alle famiglie escluse.
Messaggio: Persone come questo nonno meriterebbero di diventare direttori sportivi di tutte le società calcistiche! Il mondo del calcio è alla deriva più estrema: tutti puntano ad avere i nuovi "Messi e Ronaldo" (che poi, come diceva la famosa canzone "uno su mille ce la fa", ma nel mondo del calcio pure meno), facendo totalmente perdere qualsiasi valore aggregativo ed educativo a questo splendido gioco: quelli bravi giocano con quelli bravi, quelli "scarsi" fin quando pagano la retta vanno benone, poi a un certo punto chissenefrega, perchè le società devono "preparare (quelli forti) adeguatamente alle gare dei campionati regionali ed élite".
E poi possiamo anche aprire il capitolo-genitori: quelli che pensano di avere in casa i nuovi fenomeni e che quindi avvallano le scelte di queste società sconsiderate dicendo "beh ma è giusto che quelli "meno pronti" (nuova terminologia coniata per evitare di dire "quelli scarsi") non giochino nella stessa squadra di quelli "più pronti"", in barba a tutti i modelli educativi che invece sottolineano la potenza della peer education e della crescita personale di tutti all'interno dei gruppi di livello misto e non di livello elitario.
Ma ovviamente, come nelle squadre di serie A, conta SOLO IL RISULTATO. E questo mette una tristezza infinita.
Un abbraccio carico di comprensione al nonno e alle famiglie escluse.
Un lettore di Casatenovo