Casatenovo, chiusura della primaria di Crotta: i genitori contestano scelta e modalità di comunicazione
L'assemblea svoltasi nel tardo pomeriggio di venerdì avrebbe confermato la volontà delle istituzioni di chiudere, a partire dal prossimo anno scolastico, il plesso della primaria di Crotta, a Casatenovo. Una scelta assunta dall'Amministrazione Galbiati per ragioni legate alla denatalità – e dunque al calo di iscrizioni nelle scuole dell'Istituto Comprensivo – ma anche economiche. I piccoli studenti sarebbero infatti trasferiti nella sede di Via Giovenzana, sempre a Capoluogo, con una conseguente razionalizzazione degli spazi e delle attuali spese di gestione e manutenzione dei plessi.
Tuttavia, la comunicazione della chiusura della primaria di Crotta (clicca QUI per visualizzare la nota del Comune) ha generato malcontento e reazioni critiche, soprattutto tra le famiglie dei bambini attualmente iscritti alla scuola. La notizia è stata diffusa sabato scorso attraverso i canali social del Comune e successivamente ripresa dalla stampa locale, lasciando molti genitori sorpresi e delusi.
Uno degli aspetti maggiormente contestati riguarda proprio le modalità di comunicazione: sebbene il Consiglio d’Istituto fosse stato informato e chiamato a votare sulla questione, sembra le famiglie dei bambini frequentanti non fossero state direttamente coinvolte, né avvisate in anticipo.
La delusione è ancora più evidente tra i genitori degli alunni di classe prima, che solo pochi mesi fa avevano scelto la scuola di Crotta per la formula oraria – 40 ore settimanali – e per la posizione più tranquilla e defilata rispetto al centro cittadino e alla sua viabilità ''difficile''.
In risposta alla decisione di chiudere il plesso, è stata avviata una petizione (clicca QUI per visualizzare il testo) che in pochi giorni ha raccolto un centinaio di firme, pur rivelandosi tuttavia insufficiente a contrastare un destino che, per la scuola di Crotta – come emerso dall'assemblea dello scorso venerdì alla quale hanno preso parte la dirigente Baldari, il sindaco Galbiati, l'assessore Baio e altri esponenti della maggioranza - sembra ormai segnato.
Di seguito il comunicato diffuso dai genitori nelle scorse ore:

Uno degli aspetti maggiormente contestati riguarda proprio le modalità di comunicazione: sebbene il Consiglio d’Istituto fosse stato informato e chiamato a votare sulla questione, sembra le famiglie dei bambini frequentanti non fossero state direttamente coinvolte, né avvisate in anticipo.

In risposta alla decisione di chiudere il plesso, è stata avviata una petizione (clicca QUI per visualizzare il testo) che in pochi giorni ha raccolto un centinaio di firme, pur rivelandosi tuttavia insufficiente a contrastare un destino che, per la scuola di Crotta – come emerso dall'assemblea dello scorso venerdì alla quale hanno preso parte la dirigente Baldari, il sindaco Galbiati, l'assessore Baio e altri esponenti della maggioranza - sembra ormai segnato.

I genitori della scuola primaria di Crotta intendono esprimere la propria delusione per l’esito dell’incontro tenutosi giovedì 10 ottobre 2025, dedicato al futuro del plesso scolastico.
L’incontro, che avrebbe dovuto rappresentare un momento di dialogo e confronto costruttivo, non ha purtroppo fornito risposte chiare né rassicurazioni concrete alle numerose domande e preoccupazioni sollevate dalle famiglie.
È emerso con evidenza che la decisione di chiudere il plesso è motivata prevalentemente da ragioni di carattere economico. Scelte di questo tipo, pur comprensibili nella loro logica generale, risultano difficilmente accettabili quando non tengono adeguatamente conto degli aspetti didattici, pedagogici e organizzativi, né pongono al centro il benessere dei bambini e la qualità dell’esperienza scolastica.
Nel corso dell’incontro non è stato presentato alcun piano operativo dettagliato per la gestione del prossimo anno scolastico. Restano irrisolti temi fondamentali come trasporto, sicurezza degli accessi, parcheggi e organizzazione quotidiana degli spostamenti. Si tratta di questioni che incidono direttamente sulla vita delle famiglie e sulla viabilità del centro abitato, e che non possono essere affrontate in modo approssimativo o successivo al trasferimento.
A questo proposito, su esplicita domanda dei genitori, la dirigente scolastica ha chiarito più volte, in particolare verso la fine dell’incontro, che lo spostamento delle classi avverrà solo quando il plesso del Capoluogo sarà effettivamente idoneo ad accoglierle.
Ha precisato che ciò non si limita alla sistemazione del cortile, ma richiede un piano complessivo di ammodernamento e manutenzione, capace di garantire ambienti sicuri, funzionali e adeguati all’attività didattica.
Ha infine ribadito, anche al termine della riunione, che finché non saranno garantite condizioni organizzative adeguate – trasporto, ingressi e spazi – non verrà disposto alcun trasferimento.
Tali affermazioni appaiono tuttavia in contrasto con quanto espresso all’inizio dal Sindaco, e dall’Assessore, che hanno presentato il trasferimento come una decisione già assunta e da attuare, rinviando la risoluzione delle criticità a un momento successivo. Questa evidente divergenza di posizioni ha contribuito ad aumentare confusione e preoccupazione tra le famiglie.
La dirigente ha quindi manifestato la disponibilità ad avviare un confronto con genitori e insegnanti per individuare insieme le soluzioni più efficaci, preannunciando un nuovo incontro a breve. I genitori si aspettano quindi di essere nuovamente convocati nei prossimi giorni per partecipare concretamente alla definizione del piano operativo.
In ogni caso, i genitori ritengono che una decisione di tale portata, destinata a incidere profondamente sulla comunità, debba essere assunta in un clima di piena trasparenza, responsabilità e condivisione, e solo dopo aver definito in modo chiaro tempi, modalità e garanzie per tutti gli alunni coinvolti.
Si chiede pertanto che venga avviato con urgenza un piano concreto e verificabile, che dia seguito agli impegni assunti in merito all’ammodernamento e all’adeguamento del plesso del Capoluogo, e che metta finalmente al centro il benessere dei bambini e la qualità del percorso educativo.
I genitori, uniti in questo momento di incertezza, confidano nel senso di responsabilità delle istituzioni e auspicano che tutte le istanze espresse dalla comunità vengano ascoltate e considerate con attenzione.
Una scuola non è soltanto un edificio, ma il cuore vivo di una comunità.
Spegnere le sue luci significa impoverire il futuro dei bambini e, con esso, quello dell’intero paese.
