Barzanò, 4 novembre: con gli alunni una cerimonia di pace
Una cerimonia molto sentita quella che si è svolta nella mattinata di oggi, martedì 4 novembre, a Barzanò. In occasione della giornata dell’Unita nazionale e delle Forze Armate, infatti, l’amministrazione comunale del primo cittadino Gualtiero Chiricò, il Gruppo Alpini e l’Istituto Comprensivo, hanno organizzato una commemorazione speciale, resa ancora più emozionate dalla presenza di tanti studenti delle classi quinte della scuola primaria del paese.

Ad aprire l’iniziativa, la Santa Messa celebrata nella chiesa parrocchiale dedicata a San Vito e presieduta da don Enrico Vitali e dal parroco don Adelio Molteni, che nel corso dell’omelia ha voluto ricordare l’importanza della celebrazione odierna.

''Oggi siamo qui nel ricordo della conclusione della prima grande guerra, che ha provocato più di un milione e mezzo di morti, di cui la maggior parte militari. Questa tragedia si ripete ancora oggi e vediamo nel mondo ben 55 conflitti che toccano anche innumerevoli civili, bambini e famiglie'' ha affermato il religioso in apertura.

''La guerra non è mai soluzione ai problemi, lo sono invece la diplomazia, il dialogo e la comprensione'' ha continuato. Il parroco inoltre ha colto l’occasione per ricordare come il 4 di novembre si celebri anche il patrono della diocesi di Milano, San Carlo, che intorno al 1500 divenne vescovo nel capoluogo lombardo, disubbidendo agli ordini superiori.

Come ha raccontato don Adelio, dunque, San Carlo nel corso della sua esistenza si è dedicato completamente alla comunità e alla gente, vivendo una vita di penitenza e senza agi.

''San Carlo si mise persino a servizio degli appestati, vendendo tutti i suoi beni. Anche noi dobbiamo offrire la vita per il bene di tutti, ed è questo quello che fanno quotidianamente le Forze Armate del nostro Paese, capaci di portare la pace'' ha concluso, invitando la cittadinanza presente a pregare per le migliaia di giovani morti per i loro ideali.

Al termine della funzione, la cittadinanza si è spostata dunque sul sagrato della chiesa per la deposizione e la benedizione della corona d’alloro; ad attenderli inoltre tanti studenti della scuola primaria, che hanno condiviso alcune riflessioni con i presenti.

Come ci ha raccontato infatti la preside dell’istituto comprensivo di Barzanò, Viviana Patricelli, le insegnanti della scuola prima Negri si sono impegnate al fine di condividere un messaggio ben preciso: la pace è una forza silenziosa che trasforma ogni fatica delle Forze Armate in un messaggio di speranza e solidarietà per il futuro.

Gli studenti, infatti, hanno scritto su alcune foglie verdi appese ad un albero messaggi di solidarietà, gioia e speranza, mentre su foglie marroni – bruciate metaforicamente in un calderone – termini che rappresentavano sofferenza, guerra e discordia. Le docenti guidate da Gloria Redaelli, infatti, hanno lavorato proprio sull’importanza di costruire e coltivare un futuro fatto di rispetto, in cui la pace rappresenta ''un seme nelle nostre mani da coltivare per un nuovo domani''.

La parola è dunque passata al primo cittadino Chiricò, che - intervenuto insieme all'assessore all'istruzione Giovanni Sironi - ha voluto condividere appieno il messaggio lanciato dagli alunni di quinta.

''Prendere spunto dalle loro parole e dai loro gesti è importante per ricordare il senso di giornate come quella che celebriamo oggi'' ha asserito il sindaco. ''È nostro dovere ricordare i soldati che hanno dato la vita per il nostro Paese e, allo stesso tempo, tenere presente che i passi che noi cittadini compiano quotidianamente devono essere legati alla ricerca costante della pace'' ha continuato, ricordando come tutti noi dovremmo essere spinti da parole di solidarietà, con impegno quotidiano.

I presenti si sono quindi diretti in corteo verso il Parco delle Rimembranze, per un ulteriore momento di ricordo e preghiera, nel corso del quale le Penne Nere del paese hanno dato lettura del messaggio del presidente nazionale dell’associazione Alpini, Sebastiano Favero, che ha posto l’accento sull’importanza di ''mantenere vivo l’impegno, sulle tracce dei nostri padri, tenendo vivo il ricordo di quanti sono caduti per offrire a chi sarebbe venuto dopo un futuro migliore''.

Una cerimonia importante dunque quella che si è svolta a Barzanò, che aveva come fine ultimo ricordare e coltivare.
In prima fila il sindaco Gualtiero Chiricò e l'assessore Giovanni Sironi
Ad aprire l’iniziativa, la Santa Messa celebrata nella chiesa parrocchiale dedicata a San Vito e presieduta da don Enrico Vitali e dal parroco don Adelio Molteni, che nel corso dell’omelia ha voluto ricordare l’importanza della celebrazione odierna.
''Oggi siamo qui nel ricordo della conclusione della prima grande guerra, che ha provocato più di un milione e mezzo di morti, di cui la maggior parte militari. Questa tragedia si ripete ancora oggi e vediamo nel mondo ben 55 conflitti che toccano anche innumerevoli civili, bambini e famiglie'' ha affermato il religioso in apertura.
A sinistra il parroco don Adelio Molteni
''La guerra non è mai soluzione ai problemi, lo sono invece la diplomazia, il dialogo e la comprensione'' ha continuato. Il parroco inoltre ha colto l’occasione per ricordare come il 4 di novembre si celebri anche il patrono della diocesi di Milano, San Carlo, che intorno al 1500 divenne vescovo nel capoluogo lombardo, disubbidendo agli ordini superiori.
Come ha raccontato don Adelio, dunque, San Carlo nel corso della sua esistenza si è dedicato completamente alla comunità e alla gente, vivendo una vita di penitenza e senza agi.
''San Carlo si mise persino a servizio degli appestati, vendendo tutti i suoi beni. Anche noi dobbiamo offrire la vita per il bene di tutti, ed è questo quello che fanno quotidianamente le Forze Armate del nostro Paese, capaci di portare la pace'' ha concluso, invitando la cittadinanza presente a pregare per le migliaia di giovani morti per i loro ideali.
Seconda da destra la dirigente Viviana Patricelli
Al termine della funzione, la cittadinanza si è spostata dunque sul sagrato della chiesa per la deposizione e la benedizione della corona d’alloro; ad attenderli inoltre tanti studenti della scuola primaria, che hanno condiviso alcune riflessioni con i presenti.
Come ci ha raccontato infatti la preside dell’istituto comprensivo di Barzanò, Viviana Patricelli, le insegnanti della scuola prima Negri si sono impegnate al fine di condividere un messaggio ben preciso: la pace è una forza silenziosa che trasforma ogni fatica delle Forze Armate in un messaggio di speranza e solidarietà per il futuro.
Gli studenti, infatti, hanno scritto su alcune foglie verdi appese ad un albero messaggi di solidarietà, gioia e speranza, mentre su foglie marroni – bruciate metaforicamente in un calderone – termini che rappresentavano sofferenza, guerra e discordia. Le docenti guidate da Gloria Redaelli, infatti, hanno lavorato proprio sull’importanza di costruire e coltivare un futuro fatto di rispetto, in cui la pace rappresenta ''un seme nelle nostre mani da coltivare per un nuovo domani''.
La parola è dunque passata al primo cittadino Chiricò, che - intervenuto insieme all'assessore all'istruzione Giovanni Sironi - ha voluto condividere appieno il messaggio lanciato dagli alunni di quinta.
''Prendere spunto dalle loro parole e dai loro gesti è importante per ricordare il senso di giornate come quella che celebriamo oggi'' ha asserito il sindaco. ''È nostro dovere ricordare i soldati che hanno dato la vita per il nostro Paese e, allo stesso tempo, tenere presente che i passi che noi cittadini compiano quotidianamente devono essere legati alla ricerca costante della pace'' ha continuato, ricordando come tutti noi dovremmo essere spinti da parole di solidarietà, con impegno quotidiano.
I presenti si sono quindi diretti in corteo verso il Parco delle Rimembranze, per un ulteriore momento di ricordo e preghiera, nel corso del quale le Penne Nere del paese hanno dato lettura del messaggio del presidente nazionale dell’associazione Alpini, Sebastiano Favero, che ha posto l’accento sull’importanza di ''mantenere vivo l’impegno, sulle tracce dei nostri padri, tenendo vivo il ricordo di quanti sono caduti per offrire a chi sarebbe venuto dopo un futuro migliore''.
Una cerimonia importante dunque quella che si è svolta a Barzanò, che aveva come fine ultimo ricordare e coltivare.
S.L.F.














