Casatenovo nel Parco del Curone? Un'ipotesi per nulla vicina. Zardoni replica a Galbiati
Casatenovo nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone? Una strada che non sembra così facilmente percorribile, perlomeno nel breve periodo.
Nell'assemblea pubblica riservata ai residenti di Capoluogo e svoltasi lo scorso giovedì (ne avevamo parlato QUI), il sindaco Filippo Galbiati nel rispondere ad una domanda postagli dal pubblico circa l'ingresso nell'ente regionale con sede a Montevecchia – opzione auspicata e prevista anche in fase di redazione del PGT vigente – aveva infatti riferito di un incontro avuto negli scorsi mesi con l'attuale presidente Giovanni Zardoni e di una lettera formale inviata appunto alla sede di Cascina Butto, rimasta ad oggi senza alcuna risposta.
Insomma, l'Amministrazione casatese sarebbe in attesa del via libera definitivo (o meno) da parte del Parco, circa la possibilità di conferirvi parte del proprio territorio, tutelandolo così in maniera ancora più decisa. O forse, facendo un passo indietro, sarebbe meglio dire che Galbiati e la sua squadra stanno cercando di capire se l'iter finalizzato a condividere questo desiderio in maniera ufficiale, coinvolgendo anche gli altri comuni che già ne fanno parte, può essere avviato e se sì, secondo quali tempi e modalità.
Come noto, Casatenovo fa parte da molti anni del Parco regionale della Valle del Lambro, grazie ad una piccola porzione di Sic-Valle del Pegorino situata fra Rancate e Poenzano, al confine con Montesiro di Besana. Risale invece ad un decennio fa la scelta di entrare a far parte del Plis dei Colli Briantei - insieme a Usmate-Velate, Camparada e Arcore - inserendo le aree della piana di Rogoredo, comprese altresì le aste delle rogge Nava e Molgorana e del torrente Molgoretta, verso Missaglia.
L'ingresso nel Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone consentirebbe invece di tutelare la zona della Valle della Nava che si estende fra Galgiana, Cassina de' Bracchi e Valaperta, a ridosso dei comuni Missaglia e Lomagna (già soci dell'ente).
Un'opzione che in passato era stata paventata dall'allora assessore all'ambiente Marta Picchi (ne avevamo parlato QUI), ribadita dall'attuale maggioranza Galbiati nell'ultima campagna elettorale, ma sulla quale al momento non vi è alcuna certezza.
A spegnere l'entusiasmo, per così dire, sono infatti le parole di Giovanni Zardoni a cui abbiamo chiesto una replica dopo l'intervento di Galbiati in assemblea.
''Ho già spiegato la situazione al sindaco e a parte della sua giunta nell'incontro informale che abbiamo avuto in aprile'' ha esordito il presidente del Parco del Curone. ''C'è un problema di fondo: il Comune di Casatenovo fa parte di un ambito ecosistemico che è quello del Parco della Valle del Lambro, di cui è già socio. Ad oggi per consentire che il loro territorio afferisca al nostro, bisognerebbe cambiare la legge regionale''.
Nel ''faccia a faccia'' avuto con il sindaco Galbiati ed altri esponenti della giunta, Zardoni aveva suggerito un'altra strategia: quella di puntare al consolidamento del Plis dei Colli Briantei anche in vista di Pedemontana che – come noto - incombe nei territori tra Arcore ed Usmate, salendo altresì ''sul treno'' del PANE, il Parco Agricolo Nord Est, che ha di recente avviato un percorso per diventare a tutti gli effetti un ente regionale. In questo modo, a detta del presidente del Curone, Casatenovo valorizzerebbe a pieno il proprio territorio di pianura agricola, spingendosi verso la vicina provincia monzese, riuscendo a mantenere un'identità unitaria, senza commistioni.

Al di là di queste ragioni formali e legate più a questioni urbanistico-territoriali, diciamo così, Zardoni non nasconde il clima di cautela, da parte degli attuali comuni soci, rispetto ad eventuali nuovi ingressi (ad esempio quello di Casatenovo). C'è da dire infatti che pure il suo predecessore, Marco Molgora, si era mostrato un po' tipiedo al riguardo e nelle consultazioni che hanno portato alla nomina – come si ricorderà non senza polemiche - dell'attuale numero uno di Cascina Butto, sono stati diversi i comuni a confermare questa posizione.
''Siamo reduci da ampliamenti importanti'' ha detto, riferendosi ad esempio ai recenti ingressi di Airuno e Valgreghentino. ''E' giusto che vi sia un periodo di assestamento. Estendere i confini può rappresentare un aspetto positivo, ma se le risorse restano sempre quelle la gestione diventa poi difficile'' ha aggiunto, ritenendo altresì doveroso tutelare i soci storici che vantano significative porzioni di parco naturale. ''E' vero che anche Missaglia ha ampliato il suo territorio con l'ingresso di parte della Nava, ma stiamo parlando di un comune che fa parte da sempre del Parco. L'indicazione è quella di valutare con grande attenzione e cautela gli eventuali nuovi ingressi''.
Insomma, un quadro – quello dipinto da Zardoni – che rende improbabile un ingresso di Casatenovo nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone. Perlomeno nell'imminente futuro.
Nell'assemblea pubblica riservata ai residenti di Capoluogo e svoltasi lo scorso giovedì (ne avevamo parlato QUI), il sindaco Filippo Galbiati nel rispondere ad una domanda postagli dal pubblico circa l'ingresso nell'ente regionale con sede a Montevecchia – opzione auspicata e prevista anche in fase di redazione del PGT vigente – aveva infatti riferito di un incontro avuto negli scorsi mesi con l'attuale presidente Giovanni Zardoni e di una lettera formale inviata appunto alla sede di Cascina Butto, rimasta ad oggi senza alcuna risposta.
Insomma, l'Amministrazione casatese sarebbe in attesa del via libera definitivo (o meno) da parte del Parco, circa la possibilità di conferirvi parte del proprio territorio, tutelandolo così in maniera ancora più decisa. O forse, facendo un passo indietro, sarebbe meglio dire che Galbiati e la sua squadra stanno cercando di capire se l'iter finalizzato a condividere questo desiderio in maniera ufficiale, coinvolgendo anche gli altri comuni che già ne fanno parte, può essere avviato e se sì, secondo quali tempi e modalità.

Un'escursione nel Plis dei Colli Briantei a Casatenovo
Come noto, Casatenovo fa parte da molti anni del Parco regionale della Valle del Lambro, grazie ad una piccola porzione di Sic-Valle del Pegorino situata fra Rancate e Poenzano, al confine con Montesiro di Besana. Risale invece ad un decennio fa la scelta di entrare a far parte del Plis dei Colli Briantei - insieme a Usmate-Velate, Camparada e Arcore - inserendo le aree della piana di Rogoredo, comprese altresì le aste delle rogge Nava e Molgorana e del torrente Molgoretta, verso Missaglia.
L'ingresso nel Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone consentirebbe invece di tutelare la zona della Valle della Nava che si estende fra Galgiana, Cassina de' Bracchi e Valaperta, a ridosso dei comuni Missaglia e Lomagna (già soci dell'ente).
Un'opzione che in passato era stata paventata dall'allora assessore all'ambiente Marta Picchi (ne avevamo parlato QUI), ribadita dall'attuale maggioranza Galbiati nell'ultima campagna elettorale, ma sulla quale al momento non vi è alcuna certezza.
A spegnere l'entusiasmo, per così dire, sono infatti le parole di Giovanni Zardoni a cui abbiamo chiesto una replica dopo l'intervento di Galbiati in assemblea.

Giovanni Zardoni, presidente del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone
''Ho già spiegato la situazione al sindaco e a parte della sua giunta nell'incontro informale che abbiamo avuto in aprile'' ha esordito il presidente del Parco del Curone. ''C'è un problema di fondo: il Comune di Casatenovo fa parte di un ambito ecosistemico che è quello del Parco della Valle del Lambro, di cui è già socio. Ad oggi per consentire che il loro territorio afferisca al nostro, bisognerebbe cambiare la legge regionale''.
Nel ''faccia a faccia'' avuto con il sindaco Galbiati ed altri esponenti della giunta, Zardoni aveva suggerito un'altra strategia: quella di puntare al consolidamento del Plis dei Colli Briantei anche in vista di Pedemontana che – come noto - incombe nei territori tra Arcore ed Usmate, salendo altresì ''sul treno'' del PANE, il Parco Agricolo Nord Est, che ha di recente avviato un percorso per diventare a tutti gli effetti un ente regionale. In questo modo, a detta del presidente del Curone, Casatenovo valorizzerebbe a pieno il proprio territorio di pianura agricola, spingendosi verso la vicina provincia monzese, riuscendo a mantenere un'identità unitaria, senza commistioni.

Il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati
Al di là di queste ragioni formali e legate più a questioni urbanistico-territoriali, diciamo così, Zardoni non nasconde il clima di cautela, da parte degli attuali comuni soci, rispetto ad eventuali nuovi ingressi (ad esempio quello di Casatenovo). C'è da dire infatti che pure il suo predecessore, Marco Molgora, si era mostrato un po' tipiedo al riguardo e nelle consultazioni che hanno portato alla nomina – come si ricorderà non senza polemiche - dell'attuale numero uno di Cascina Butto, sono stati diversi i comuni a confermare questa posizione.
''Siamo reduci da ampliamenti importanti'' ha detto, riferendosi ad esempio ai recenti ingressi di Airuno e Valgreghentino. ''E' giusto che vi sia un periodo di assestamento. Estendere i confini può rappresentare un aspetto positivo, ma se le risorse restano sempre quelle la gestione diventa poi difficile'' ha aggiunto, ritenendo altresì doveroso tutelare i soci storici che vantano significative porzioni di parco naturale. ''E' vero che anche Missaglia ha ampliato il suo territorio con l'ingresso di parte della Nava, ma stiamo parlando di un comune che fa parte da sempre del Parco. L'indicazione è quella di valutare con grande attenzione e cautela gli eventuali nuovi ingressi''.
Insomma, un quadro – quello dipinto da Zardoni – che rende improbabile un ingresso di Casatenovo nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone. Perlomeno nell'imminente futuro.
G.C.














