Hospital Service: scontro a distanza GdF - Rotasperti La Corte dei Conti accerterà se ci fu danno. Col nuovo contratto rinegoziato l'A.O. risparmia oltre 4 milioni
Nelle ultime settimane, dopo qualche anno di silenzio, l'attenzione dei media si è di nuovo concentrata sulla vicenda di Hospital Service Spa, la società mista tra l'Azienda Ospedale di Lecco (51%) e tre società private fornitrici di servizi all'azienda stessa. Prima con la clamorosa notizia dell'indagine effettuata dalla Guardia di Finanza di Milano che accertava danni per maggiori costi subiti dell'azienda ospedaliera per oltre 7 milioni di euro e poi con l'altrettanto eclatante conferenza stampa convocata dal dottor Roberto Rotasperti, ideatore e fondatore di H.S. Spa in quel di Sondrio, ove svolge tuttora il ruolo di direttore generale della locale Azienda ospedaliera.

Nel corso della conferenza stampa il dirigente ha distribuito a cronisti per lo più all'oscuro dell'intera vicenda, tutta lecchese, documenti sui quali non solo si sostiene l'eccezionalità dell'iniziativa ma anche il vantaggio economico che essa avrebbe arrecato alla struttura pubblica di Lecco. L'esatto contrario di quanto sostenuto dagli esperti della Polizia tributaria milanese che ora hanno trasmesso l'intero incartamento alla Corte dei Conti sezione regione Lombardia. Una contraddizione tanto netta è scivolata sulle pagine dei giornali che si sono limitati a riportare le dichiarazioni del dottor Rotasperti senza tentare almeno di approfondire la complessa problematica. Eppure un dato doveva balzare subito all'occhio: le tabelle con i pezzi pagati da H.S. alle società private socie per i servizi erogati, distribuite dal manager sondriese, si riferiscono all'anno 2006, e quindi sono successive alle rinegoziazioni del contratto tra Azienda ospedaliera lecchese e H.S. effettuata dal successore di Rotasperti, Pietro Caltagirone, tra il 2004 e il 2005. Rinegoziazioni,di fatto, con le tre società socie di HS e fornitrici di prestazioni e servizi Copma (pulizie), Serist (cucina), Rentex (lavanolo) che hanno prodotto risparmi alla scadenza contrattuale (30.6.2008) per l'azienda ospedaliera, al di là di ogni ragionevole dubbio, rispettivamente per 2.700.000 euro, 760mila euro, 820mila euro. Per un totale di 4.280.000 euro. Sarebbe stato semplice per tutti domandare al dottor Rotasperti come sia possibile parlare di costi più convenienti rispetto alla media di sistema regionale quando solo rinegoziando i contratti per il periodo 2005-2008 l'Azienda ha risparmiato più di 4 milioni di euro. Nessuno però ha posto la domanda e al lettore è rimasto il dubbio se l' Azienda ospedaliera pubblica abbia o no subito un danno economico. La risposta definitiva è attesa dalla Corte dei Conti. Per la verità era stato inoltrato anche un esposto alla Procura della Repubblica di Lecco ma non risulta che alcun magistrato vi abbia dato seguito. Ma nel caso che la Corte dei Conti dovesse confermare il danno è lecito attendere qualche spiegazione dal Palazzaccio lecchese sul perchà© l'esposto sia rimasto lettera morta.

Nelle more del verdetto della magistratura contabile è possibile almeno rappresentare elementi incontrovertibili come, appunto, i risparmi ottenuti rinegoziando i contratti.
Serist (socia H.S. al 21,235%), società che si occupa di ristorazione ha rinunciato per il 2004 all'applicazione della rivalutazione Istat prevista in automatico nel contratto e che per l'anno citato era pari al 2,3% e l'applicazione della rivalutazione soltanto al 65% fino al termine del contratto.
Rentex (socia di H. S. all'8.283%), azienda di lavaggio e noleggio biancheria ha riconosciuto all'Azienda ospedaliera l'accredito della quota di incidenza materassi nei presidi di Bellano e Merate per il periodo 1 agosto 2000 - 31 dicembre 2003; una riduzione pezzi del 5.50% a partire dal 2004; nessuna rivalutazione per il 2003; la rivalutazione Istat nella misura ridotta del 70% sino a fine contratto; la cessione degli impianti allestiti per lo svolgimento del servizio all'Azienda Ospedaliera a fine contratto; il cambio in tempi brevi dei materassi di Bellano e Merate.
La Copma (cooperativa socia H.S. al 14,759%), che si occupa di pulizie, dopo qualche ripensamento ha accordato uno sconto dell'8% sui pezzi a partire dal 1° gennaio 2005 e l'aggiornamento Istat annuale, fino al 30 giugno 2008 nella misura ridotta al 75%. Il risultato di questo lunghissimo braccio di ferro ingaggiato dall'Azienda ospedaliera nei confronti di Hospital Service e dei soci fornitori ha prodotto, come dicevamo, un risparmio di 4.280.000 euro. E' questo è un fatto preciso e inoppugnabile.
Ma prima di tentare un raffronto tra i dati proposti dal dottor Rotasperti, desunti dalle tabelle regionali che per la verità sono spesso contestate dai top manager perchà© troppo generiche (esempio come si stabilisce il prezzo medio euro/metro quadro/mese, quando sono almeno 8 le tipologie di spazi da pulire con altrettanti prezzi diversi fra loro?) è utile ripercorrere le tappe salienti di questa vicenda. Partendo dalla costituzione della società mista.
L'atto formale è del 29 febbraio 2000 a stipula notaio Manetto Martino Fabbroni. Precedentemente erano state acquisite la firma sul verbale d'intesa delle organizzazioni sindacali per il reimpiego dell'ottantina di persone addette ai servizi da esternalizzare e il via libera della regione ad effettuare la sperimentazione. La Regione, peraltro, ha dato l'assenso all'indirizzo ma la percorribilità giuridica dell' operazione resta nella valutazione del manager, responsabile del procedimento. La gara avviene in maniera curiosa: 70 punti su 100 vengono attribuiti col criterio della qualità e 30 in base all' ammontare del premio di ammissione, un importo di denaro che i partecipanti sono chiamati a versare. Oggetto della gara - attenzione è importante - è il solo ospedale di Lecco, quello "vecchio" di Via Ghislanzoni, per una durata di 4 anni. Sul giudizio di qualità la Rentex si classifica 4°, la Serist 3° e la Copma 5°. Ma tutto cambia calcolando il premio di ammissione: la Rentex offre (in lire) 1 miliardo e 156 milioni pari al 17% dell'ammontare di quanto incasserà nei 4 anni di lavoro (la seconda classificata, solo il 5%); la Serist, 2 miliardi e 87 milioni pari al 12% e la Copma, incredibilmente, 12 miliardi pari al 100% di quanto stimava di incassare facendo le pulizie nel presidio di Via Ghislanzoni per 4 anni. In altre parole la Copma si dichiarava disposta a fornire gratuitamente la prestazione. Per la cronaca la seconda classificata, la Team Service, si fermava ad un premio pari al 12,5% sul valore del servizio.
Il 13 giugno 2000 con delibera 1007 la Direzione Generale approvava il contratto per la fornitura dei servizi. Fortunatamente per i soci privati, però, e in particolare per Copma 43 giorni dopo, il 26 luglio 2000 la stessa Direzione generale sostituiva la delibera 1007 con la 1345 cambiando nella sostanza l'oggetto della gara: i servizi venivano estesi a tutti i presidi, quindi al nuovo Manzoni assai più grande del vecchio ospedale e a Bellano, Merate e al poliambulatorio di Oggiono. E il periodo di durata del contratto veniva allungato di altri 4 anni, dal 30 giugno 2006 al 30 giugno 2008. Ma non è finita. Il 19 giugno 2002 con delibera 987 la fornitura dei servizi veniva ulteriormente estesa ai distretti sanitari di Calolzio, di Cernusco, ai Poliambulatori di Lecco, Mandello e Bosisio e al centro neuropsichiatrico di Merate con l'aggiunta della gestione del parcheggio del Manzoni e la fornitura per il reintegro divise e biancheria e materiale sterile per la sala operatoria. In piena fase espansiva, H. S. apriva il capitale all'A.O. San Paolo di Milano cui
veniva riservato il 4,518% delle azioni ma l'affidamento del servizio veniva bloccato dal Giudice amministrativo che accoglieva il ricorso di Ilat Spa, fornitrice del San Paolo. La Hospital Service dal canto suo opera con fornitrice di servizi al solo socio di maggioranza. Ma la si può definire un'azienda a tutti gli effetti? No, perchà© di fatto non ha dipendenti, nà© macchinari e impianti, non sviluppa know-how che resta in seno alle tre società private, non investe, il suo unico valore, anche ai fini del calcolo dell'avviamento è il contratto con l'azienda ospedaliera. Raccoglie e smista fatture e lucra un 4% per sostenere i propri costi interni. L'ottantina di dipendenti è rimasta a libro paga dell'azienda ospedaliera ma con altre mansioni. Dall'esterno giungono soltanto plausi: è positivo il sindacato, soprattutto la Cisl, rappresentata nel primo CdA da Carlo Alessandro Antoniazzi, gioisce Forza Italia, che piazza Cinzia Cogliati, sono concordi persino i Popolari. Insomma Rotasperti è riuscito nel miracolo di mettere tutti d' accordo. O quasi. Perchà© il PRC è freddo e Stefano Galli della Lega Nord spara bordate. Ancora oggi dice, l'avevo vista giusta era una cosa che non andava (anche se le sue parole testuali sono un po' più colorite). Ma se tutti erano d'accordo? Azzardiamo. "E provate a capire da soli perchà©".

Chiusa la parentesi politica, saltiamo al 31 dicembre 2002. Roberto Rotasperti, per statuto anche presidente di H.S. Spa lascia Lecco per Varese e da Niguarda arriva Pietro Caltagirone. Il 19 marzo 2003 viene informato dal Collegio sindacale dell'esistenza di un esposto alla Procura della repubblica di Lecco e alla Procura generale della Corte dei Conti di Milano e di accertamenti svolti da un Ispettore di Finanza contenuti in una relazione mai giunta al Collegio sindacale ma archiviata dalla precedente Direzione con la nota sul frontespizio della cartelletta: "presa visione è OK". Caltagirone ordina di svolgere una serie di approfondimenti su procedure e costi dei servizi e commissiona uno studio ad un noto professionista milanese. Il ponderoso elaborato del dottor Angelo Di Cola è sottoposto anche al vaglio dellaDirezione generale della sanità lombarda che, a proposito dellapresunta non congruità dei prezzi scrive invitando di fatto la Direzione ospedaliera lecchese ad una formale negoziazione del contratto in essere al fine di riportare il valore delle reciproche obbligazioni nell'alveo della giusta congruità e redditività . Non solo, l'assessorato si rende conto che una rinegoziazioni potrebbe generare forte conflittualità con i soci privati fornitori dei servizi ma, aggiunge, pare opportuno correre questo rischio se i valori di scostamento sono quelli rilevati. E conclude: "Resta ovviamente ferma la possibilità , in particolare qualora questo tentativo di riequilibrio non vada a buon fine, di verificare in concreto l'eventualità di far dichiarare giudizialmente nulla la proroga del contratto che secondo l' originario accordo avrebbe dovuto cessare il 20 giugno 2004".

L'Azienda ospedaliera parte proprio da questo "suggerimento" per dare maggior vigore alla richiesta di rinegoziare i contratti. La situazione si fa ancor più delicata quando in tre siti diversi, a novembre 2003, piombano i militari della Guardia di Finanza con un mandato di perquisizione. Gli uomini della tributaria acquisiscono tutti i falconi relativi ad H.S. E' evidente, a questo punto, che almeno la magistratura contabile vuol vederci chiaro in tutta la vicenda.
E allora vediamo un po' a quali conclusioni è giunto il Professionista milanese dopo uno studio che appare almeno davvero accurato e molto approfondito. Nella sua conferenza stampa il dottor Rotasperti informa i cronisti che il costo delle pulizie nel 2006 è inferiore alla media regionale. Ma al di là del fatto che il costo 2006 è rinegoziato nella misura che abbiamo visto sopra, il dottor Di Cola è invece di tutt'altro parere. I dati 2002 dicono che i prezzi praticati all'Azienda lecchese, rispetto alla media di altre due aziende milanesi con analoghi protocolli sono mediamente superiori del 61% con punte del 400% per i vetri. Secondo Di Cola l'A.O. di Lecco avrebbe speso, a contratto invariato, negli 8 anni 45 milioni di euro contro i 28 milioni della media delle altre A.O. Ma c'è da considerare il premio di ammissione (peraltro cosa ben diversa dallo sconto anticipato, una procedura che di fatto ha impedito di tornare in gara per verificare eventuali offerte più concorrenziali), obietta il fondatore di H.S.
Giusto, un premio di 12 miliardi di lire, come abbiamo visto, pari al 100% dei ricavi previsti in tutti i 4 anni di durata originale del contratto per l'ospedale vecchio di Lecco. Si tratta, al cambio della ragguardevole somma di 6,2 milioni di euro da sottrarre ai 45 milioni di costo complessivo pre-rinegoziazioni. Ma anche così il presunto danno per l'A.O. di Lecco, secondo il dottor Di Cola sarebbe elevato, 10,6 milioni di euro, con una spesa al netto del premio, superiore del 38% alla media della spesa delle altre A.O. prese a confronto.
Peraltro, se il contratto fosse stato chiuso a 4 anni e pur considerando per intero il premio di ammissione, il costo finale sarebbe stato comunque superiore di 2,2 milioni di euro, il 16% in più del parametro di raffronto.
Bene invece il servizio di ristorazione offerto da Serist che al netto del premio di ammissione di 1 milione di euro circa costa negli 8 anni 26,3 milioni di euro contro la media di 27,3 milioni e un risparmio del 4%.
Negativo infine il saldo del servizio "lavanolo" erogato da Rentex. Al netto del premio di ammissione di 597mila euro, il costo non rinegoziato negli 8 anni sarebbe stato di 9,5 milioni di euro contro una media delle A.O. prese a paragone di 7,7 milioni e quindi con una maggiore spesa di 1,8 milioni di euro pari al 24% in più.

Il quadro generale, quindi, non appare così positivo come è stato recentemente descritto. Il Professionista incaricato evidenzia a piè di lista un costo complessivo dei servizi intermediati da Hospital Service negli 8 anni al netto di premi di ammissione e rimborsi vari, di 74,4 milioni di euro contro una media delle altre A.O. di 62,9 milioni di euro con maggiori costi per 11,4 milioni di euro, pari ad una spesa media superiore del 18%.
Ma non è finita ancora. A svolgere quelle mansioni di cucina, pulizie e lavanderia c'erano 82 persone; solo 5-6 delle quali sono in qualche modo finite in carico a H.S. Ciò significa che tutte le altre sono state reimpiegate nell'Azienda lecchese. Ma questa operazione concordata peraltro con le organizzazioni sindacali è servita a recuperare un'ottantina di lavoratori davvero necessari a sopperire a mansioni non ricoperte per le quali si sarebbe dovuto procedere a nuove assunzioni? Oppure no. Perchà© in quest'ultimo caso andrebbe ricalcolato anche il costo di queste persone che a circa 1,8 milioni di euro l' anno, assomma a 14,5 milioni negli 8 anni. Soldi che debbono aggiungersi ai 74,4 milioni di costi sostenuti per i servizi di H.S. Come abbiamo visto all'inizio il dottor Roberto Rotasperti sostiene tesi diametralmente opposte. "Il Costo pasti per degenti è di 10 euro e 40 centesimi contro una media regionale di 12, il costo pasti dipendenti di 4.65 contro una media regionale 4.85, la lavanderia di 5.75 per ogni giorno di degenza contro una media regionale di 8, le pulizie di 25.4 contro una media regionale 32. Nessuno sperpero! Avere una società che gestisca in modo unitario tutti i servizi è l'obiettivo di ogni manager della sanità . A Lecco ci siamo riusciti creando un modello di gestione, che è stato invidiato da molti. Certo le regole che riguardano i rapporti con le società miste non sono le stesse degli appalti pubblici. Innovare nel pubblico è difficile, ci si scontra con tante resistenze".
Ora l'intera vicenda è davanti alla Corte dei Conti della Lombardia, cui la Polizia tributaria ha messo a disposizione le risultanze dei tre anni di indagine. Secondo gli esperti guidati dal colonnello Marco Menegazzo i servizi erogati da Hospital Service sino al momento della rinegoziazioni del contratto hanno prodotto all'Azienda ospedaliera maggiori costi per 7,7 milioni di euro. La decisione sulla veridicità di questa affermazione e sull'ammontare del presunto danno è naturalmente di competenza dei giudici contabili. Di sicuro però si può affermare che grazie alla rinegoziazione in circa 3 anni l'Azienda ospedaliera ha ottenuto risparmi per 4.280.000 euro. Che, guarda caso, sommati ai 7,7 milioni di presunti maggiori costi, rilevati dalla polizia tributaria, danno, per l'appunto 11,5 milioni di spesa maggiore. Esattamente quanto aveva stimato il dottor Di Cola a danno dell'Azienda lecchese.