Costa M.: in sperimentazione a Villa Beretta una nuova tecnologia capace di far tornare a camminare i pazienti con lesioni midollari
Quello che fino a poco tempo fa rappresentava per l'appunto un semplice sogno potrebbe, già a partire dai prossimi anni, trasformarsi in realtà grazie all'impiego di una struttura "esoscheletrica" attualmente in fase di sperimentazione presso il centro riabilitativo Villa Beretta di Costa Masnaga.

Villa Beretta

L'esoscheletro progettato dall'ingegnere israeliano Amit Goffer, testato da Radi Kaiof
L'esoscheletro, in parole povere, consente ai pazienti con lesioni midollari complete riprendere a camminare attraverso il funzionamento di alcuni motori opportunamente collegati all'armatura esterna, simulando così il movimento delle giunture e degli arti.
Un meccanismo solo all'apparenza fantascientifico che, oltre al presidio masnaghese, sta riscuotendo risultati incoraggianti anche presso una clinica statunitense di Filadelfia dove l'esoscheletro è entrato in fase di sperimentazione.
"Il recupero del cammino da parte di persone con lesione midollare completa ha impegnato moltissimo i ricercatori negli ultimi decenni - ci ha spiegato il direttore clinico Franco Molteni - con i sistemi passivi sino ad oggi impiegati sembrava impossibile riuscire in questa impresa. Questa nuova tecnologia è in grado di sostenere il paziente in posizione eretta simulando, al contempo, il movimento dei muscoli attraverso il funzionamento di motori inseriti nell'esoscheletro e comandati da un telecomando, capace di dare il via alla sequenza tipica del cammino".
Il direttore di Villa Beretta Franco Molteni
Basta una rapida occhiata alle immagini dell'esoscheletro per comprenderne il grande potenziale e il conseguente miglioramento sulla qualità della vita dei pazienti con lesioni midollari.
Il soldato Radi Kaiof durante i test dell'esoscheletro
Prima del suo arrivo a Villa Beretta, questa particolare tecnologia robotica è stata testata sin dal 2001 dall'ingegnere paraplegico israeliano Amit Goffer e dal soldato Radi Kaiof, rimasto paralizzato in giovane età durante il servizio.
Dopo aver appreso il funzionamento dell'esoscheletro, da ormai qualche anno Kaiof sperimenta con successo questa struttura robotizzata che gli consente nella vita di tutti i giorni di alzarsi e sedersi su una sedia, camminare, salire e scendere le scale con grande naturalezza.
L'esoscheletro, precisa Molteni, non rappresenta tuttavia la soluzione per la riacquisizione del movimento per tutti i tipi di pazienti.
"Non bisogna in questa fase creare aspettative incongrue - ha puntualizzato il dottor Molteni - è importante sottoporsi al periodo di training previsto e soprattutto precisare che non è praticabile da tutti, come ad esempio da chi ha subito un ictus cerebrale.
Non dobbiamo creare l'illusione che basta indossare una tuta per camminare come niente fosse. Bisogna selezionare bene i pazienti, avere le giuste motivazioni e lavorare sodo accompagnati da un team professionale di medici, tecnici e fisioterapisti. Ciò non toglie gli indubbi vantaggi che questa apparecchiatura può avere nei pazienti idonei al suo utilizzo, dando la possibilità a individui che hanno perso l'uso delle gambe di tornare a camminare, salire le scale, sedersi. I risultati raccolti dalla fine di luglio ad oggi sono in linea con quelli raccolti negli Stati Uniti e decisamente incoraggianti, specie se raffrontati con gli ampi margini di miglioramento futuri legati all'impiego di nuovi materiali e nuove tecnologie".
A Villa Beretta la sperimentazione sui 12 pazienti terminerà nell'estate 2011, fornendo importanti dati per il miglioramento dell'esoscheletro in vista di una possibile commercializzazione tra il 2011 e il 2012.
In seguito presso il Centro protesi Inili di Vigorso di Budrio sarà avviato un ulteriore progetto di studio sull'esoscheletro, al fine di garantire la possibilità anche a coloro che hanno riportato lesioni midollari sul posto di lavoro di beneficiare di questo concentrato di tecnologia.