Allergie e pollini: si registrano picchi elevati in primavera, ma la situazione è nella norma


Prurito al palato o al naso, bruciore e arrossamento delle congiuntive, stranuti, tosse e lacrimazione. Sono tra i sintomi più diffusi che segnalano l'avvento di un'allergia stagionale. Sì, perché in primavera occorre tenere a portata di mano un fazzoletto ed eventualmente seguire un'opportuna cura terapeutica ne caso di chi è già a conoscenza di queste tipiche debolezze del sistema immunitario.
Come ogni anno, il laboratorio di prevenzione dell'Asl di Lecco si occupa della registrazione dei dati relativi alla concentrazione di pollini nell'aria mediante un campionatore collocato presso l'Inrca di Monteregio a Casatenovo. Ogni settimana viene quindi prodotto un bollettino che serve a monitorare la situazione e a tenere informati gli interessati. Gli allergici possono infatti consultare questo calendario che, come dicevamo, viene costantemente aggiornato: è possibile trovare il report sui siti web dell'ente sanitario provinciale e dell'Aia (Associazione Italiana di Aerobiologia), oltre che presso le sedi ASL e le farmacie del territorio.
Può sembrare che quest'anno la stagione sia cominciata un po' in anticipo, ma, come assicura la dottoressa Anna Molinari dell'Asl di Lecco, l'andamento dei pollini si conferma sostanzialmente in linea con quello degli anni precedenti: "possiamo pensare che quest'anno, avendo avuto un inverno meno freddo e rigido, la fioritura sia cominciata con un po' di anticipo. Invece possiamo dire che tendenzialmente tutto è avvenuto in linea con la stagione: i pollini che fioriscono nel periodo invernale hanno avuto i loro picchi e lo stesso si può dire per la primavera. In buona sostanza possiamo affermare che il calendario pollinico viene sempre rispettato".

L'ultimo bollettino pollini pubblicato dall'Asl di Lecco

Dunque, la natura sta facendo il proprio corso e non occorre allarmarsi eccessivamente, soprattutto per chi soffre di allergie alle graminacee, che in questo periodo stanno registrando i picchi più elevati di concentrazione: "le graminacee sono una famiglia di piante erbacee che fioriscono tutto l'anno, sebbene il periodo di massima fioritura si concentri tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. In questo momento è quindi normale vedere che registrano alti picchi, oltre al fatto che il clima favorevole ne favorisce la diffusione. Come evidenzia il calendario pollinico, chi è allergico a queste piante con ogni probabilità continuerà ad avvertire una sintomatologia elevata" assicura la dottoressa.
Lo stesso ragionamento si può applicare alle urticacee, tipi di piante come le parietarie e le ortiche molto diffuse sul nostro territorio, che producono grossi quantitativi di polline. Anche in questo caso, tuttavia, si può restare tranquilli: "sono piante che, oltre a essere nel loro periodo di fioritura, si trovano un po' ovunque. E' lo stesso discorso che abbiamo fatto per le graminacee: si tratta di piante molto allergizzanti che creano sintomi piuttosto rilevanti tra chi ne soffre".
Picchi di media intensità si registrano anche per le pinacee, anche se non devono destare preoccupazione: "queste piante hanno pollini di grosse dimensioni rispetto alle graminacee e alle urticacee, ma non danno grossi problemi a livello sintomatologico" sottolinea la dottoressa Molinari.
Le betulacee, cui appartengono soprattutto l'ontano e la betulla, hanno ormai esaurito il loro picco di massima, che di norma avviene tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. Tuttavia, anche in questo caso si tratta di piante che creano forti allergie tra le persone, al pari di graminacee e urticacee.
Michela Mauri
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